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Guarire con la pulizia del sangue, il tweet di Williams dopo quello di Schiavi

Il campione del mondo di Rugby ha pubblicato su Twitter le foto del trattamento terapeutico, Hijama, che in arabo significa aspirare. Poco tempo fa fu l’ex calciatore argentino a mostrare il metodo cinese della coppettazione.
A cura di Maurizio De Santis
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Sonny Bill Williams (a sinistra) e Ronaldo Schiavi (ex calciatore argentino)
Sonny Bill Williams (a sinistra) e Ronaldo Schiavi (ex calciatore argentino)

Ricordate Rolando Schiavi, l'ex calciatore argentino che per guarire dai dolori alla schiena si sottopose a una terapia particolare? Aveva coppette applicate sottovuoto sulla schiena e in un tweet, a visita conclusa, disse: "Adesso mi fa male anche l'anima". Qualcosa di molto simile (per gli strumenti usati) a quel metodo di ‘coppettazione' della medicina cinese sembra l'Hijama che in arabo significa aspirare e consiste – previo o meno incisioni – nel ripulire l'organismo dal sangue considerato nocivo, che si annida sotto pelle, e può essere causa di fastidi, disturbi spesso accusati da quegli sportivi che praticano discipline di contatto, traumatiche per il corpo. La pratica è impressionante, quelle cupolette (spesso di vetro) che sporgono dal corpo creano protuberanze sulla pelle (nulla di permanente, però).

Il ‘rimedio del Profeta'. Convertito all'Islam nel 2008, più di recente ha fatto ricorso al ‘metodo di Maometto' il campione del mondo di rugby con la Nuova Zelanda, Sonny Bill Williams. "Fa un po’ paura a vedersi, ma non è poi così doloroso", ha raccontato ai suoi followers il centro degli All Blacks che aveva pubblicato la foto corredata dal messaggio "tempo di disintossicarmi", con riferimento agli scopi terapeutici del trattamento.

La medaglia donata al bimbo-tifoso. Dopo aver battuto l'Australia nella finale iridata di rugby, Williams guadagnò le luci della ribalta anche per un bellissimo gesto compiuto al termine del match. Gli All Blacks stavano celebrando la vittoria del Trofeo col rituale giro di campo: Charlie Lines, un bimbo di sette anni, trascinato dall'emozione, si lanciò sul terreno di gioco per abbracciare i suoi beniamini. Un agente lo fermò bruscamente e Williams, accortosi della scena, prima si fermò a parlare con il ragazzino poi gli regalò quella medaglia d'oro che aveva conquistato poco prima. Una montagna di muscoli dal cuore buono perché Sonny fece parlare di sé anche in occasione del successo ottenuto sul Sudafrica: a fine match si avvicinò a Jesse Kriel che, sconfitto, era seduto a terra e piangeva per la delusione. Williams si mise accanto a lui e lo abbracciò per consolarlo.

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