Guardiola attacca: “Credete di avermi ucciso, sono ancora vivo”
"Quando un uomo con la pistola incontra un uomo col fucile, quello con la pistola è un uomo morto". Per un pugno di dollari (i milioni della Champions) Pep Guardiola rischia la figuraccia, di lasciare Monaco di Baviera con l'etichetta di mezzo flop: forte in Bundesliga, non altrettanto in Coppa. E allora i toni che usa nella conferenza stampa in vista della gara con il Borussia Mönchengladbach sembrano mutuati da una fortunata pellicola western.
Parla di ‘cartucce da sparare', critiche come proiettili e fa ironia: "Dopo la gara con l'Atletico Madrid – fa riferimento al ko nell'andata della semifinale di Champions – mi avete già ammazzato. Sappiate, però, che non sono ancora morto… che c'è ancora una partita da giocare e qualche colpo in canna". Fa parte del gioco, in fondo gli è capitato altre volte di subire un trattamento del genere. "Ovunque va così: se vinci va bene altrimenti… anche a Barcellona è stata la stessa cosa, appena persi una partita funi subito messo nel mirino".
Il ko di Madrid e il rischio di uscire dalla Champions a un passo dalla finale è solo una delle contestazioni mosse allo spagnolo. La cosa che proprio non va giù ai media tedeschi è la scelta di aver lasciato Thomas Müller fuori dalla formazione titolare: "A Lisbona (contro il Benfica, ndr) ho lasciato in panchina Lewandowski, ci siamo qualificati e nessuno ha avuto qualcosa da ridire. Perché Thomas non ha giocato? Per scelta tattica e non volevo fare la fine della scorsa stagione a Barcellona (il Bayern ne beccò 3 al Camp Nou) quando schierai due attaccanti centrali. Ma non è ancora finita".
Per la stampa invece sì, considerato che tra le varie imputazione ce n'è una difficile da accettare: aver perso la giusta concentrazione nel giorno dell'annuncio del trasferimento al Manchester City a fine stagione. "Bugie, sono ancora molto motivato".