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Grecia, lo sport si ferma per la morte di un tifoso. In Italia facciamo finta di nulla

Il governo greco ha deciso di fermare tutte le manifestazioni sportive dopo il decesso di Kostas Katsoulis, tifoso ucciso da facinorosi. Da noi la finale di Coppa Italia si giocò, lo Stato trattò con i maggiorenti delle Curve prima di Fiorentina-Napoli e, ancora oggi, non sappiamo con chiarezza cosa accadde in quel maledetto pomeriggio del 3 maggio scorso.
A cura di Maurizio De Santis
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Sapete cosa hanno fatto in Grecia dopo la morte di un tifoso picchiato a sangue da facinorosi avversari? Il governo ha scelto il pugno di ferro, tolleranza zero per porre un freno alla violenza dilagante, e ha deciso per il prossimo week-end di sospendere ogni attività sportiva. Una domenica senza calcio, senza niente. Silenzio, dolore, cordoglio, rabbia faranno più rumore delle mille parole (vuote) che affollano i nostri talk show oppure riempiono la bocca della (nostra) politica, delle (nostre) istituzioni calcistiche e non, dei (nostri) presidenti. Cosa accadde dopo il ferimento a morte di Ciro Esposito? Cosa accadde dopo che facinorosi regolarono i conti a colpi di pistola? Nulla. Anzi, peggio. Lo Stato andò a trattare con i maggiorenti delle Curve (non solo Genny ‘a carogna) di Napoli e Fiorentina perché la finale di Coppa Italia si giocasse. Oggi, a distanza di mesi, ancora non sappiamo con chiarezza cosa successe in quel maledetto pomeriggio del 3 maggio scorso. Spuntano perizie mediche che dicono tutto e il contrario di tutto. E' stato arrestato a scoppio ritardato quel capo ultrà partenopeo la cui figura è servita a riempire pagine di giornali e i concetti di opinionisti. Nessuno, tra quelli che lo hanno portato in gabbia, ha ancora spiegato cosa non ha funzionato, quali falle ci sono state nel piano sicurezza (ma c'era un piano sicurezza?) predisposto per un appuntamento così importante. Tutti hanno sottovalutato la pessima piega presa dal calcio italiano all'interno degli stadi, laddove insultare un napoletano come un meridionale oppure un ebreo non è reato ma un semplice sfotto' derubricato a rango di ammenda.

In Grecia, non dall'altra parte del mondo, dopo il decesso di Kostas Katsoulis, il tifoso 46enne dell'Ethnikos Pireo colpito a morte durante gli incidenti scoppiati a Creta dopo una partita di Terza Divisione, hanno fermato tutto. E' un omicidio, la polizia ha effettuato tre arresti. "Un uomo, dopo aver lottato due settimane per sopravvivere, ha perso la vita – ha ammesso Andrianos, vice ministro della Cultura e dello Sport -. Lo Stato è in guerra permanente contro la violenza, in ogni sua forma". E noi qui facciamo finta di nulla, lasciando che il tempo rigiri il coltello nella piaga. Perché certe ferite non si rimarginano nemmeno con l'oblio del tempo.

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