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Gli USA negano il visto alla Nazionale femminile del Tibet: “E’ una vergogna!”

La nazionale era stata invitata alla Dallas Cup ma il governo americano ha rifiutato l’accesso: “Il calcio non è una reale motivazione perché veniate in Texas”. Ed è scoppiata la polemica: “E’ una vergogna, i biglietti erano stati già acquistati e non rientriamo nei Paesi della black list di Trump”.
A cura di Alessio Pediglieri
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Potrebbe essere uno degli effetti collaterali della nuova presidenza americana che ha registrato un doppio giro di vite sulla libera circolazione degli stranieri sul territorio a stelle e strisce. Non c'è una vera e propria presa di posizione ufficiale da parte dell'amministrazione Trump ma ciò che è accaduto ad una rappresentativa femminile del Tibet è chiaramente un segnale di pericolo, per una situazione politica che potrebbe coinvolgere anche il calcio. Non potrà infatti partecipare alla prossima Dallas Cup, la Tibet Women's Soccer Cassie Childers, la nazionale femminile del Tibet, perché il governo americano avrebbe rifiutato il visto alle giocatrici.

L'esclusione – Nessun sogno per le giovani ragazze tibetane che speravano di arrivare in America per giocare la Dallas Cup ma soprattutto per visitare uno dei più grandi e affascinanti Paesi del mondo. Il governo americano, seguendo la linea del neo presidente Trump, avrebbe infatti negato la possibilità di entrare sul territorio USA, non convalidando i visti alle calciatrici. Che però avevano tutti passaporti in Paesi non inseriti nella ‘black list' americana: non essendo il Tibet uno stato sovrano, le componenti della nazionale infatti provenivano dall'India, Cina o Nepal.

La motivazione – La motivazione reale è suonata quasi a scherno della nazionale e dell'intero Paese asiatico: "L'ambasciata americana a Delhi ci ha fatto sapere che non avremmo avuto nessuna motivazione forte per raggiungere il Texas. Non so che dire, probabilmente temevano che, una volta giunte in America saremmo scappate e ci saremmo disperse. Ma questo è ridicolo", ha riferito il capitano della squadra Jamyang Chotso. E così è nata la protesta.

La protesta – E' stata aperta una petizione per sostenere i diritti delle giocatrici. E in campo è scesa anche la stessa Childers che ha definito una "vergogna" quanto accaduto in questi giorni in Texas: "Sono profondamente delusa, anche perché non ho saputo cosa raccontare alle ragazze. Prepararsi e acquistare i biglietti per questa trasferta è costato tanto, in termini economici, alla nostra associazione, che raccoglie essenzialmente donazioni. Comunque, se in Texas non ci vogliono, speriamo di poter accettare un altro invito, in qualsiasi altra parte del mondo"

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