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Giuliani, il portiere morto di Aids e dimenticato dal calcio italiano

Il 14 novembre del 1996 a soli 38 anni moriva Giuliano Giuliani, portiere del Napoli di Maradona che vinse lo scudetto del 1990.
A cura di Alessio Morra
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Il 14 novembre del 1996 ad appena trentotto anni moriva Giuliano Giuliani, indimenticato portiere che da qualche anno aveva lasciato il calcio. Giuliani, campione d’Italia con il Napoli di Maradona nel 1990, con cui vinse anche la Coppa Uefa nel 1989, morì a Bologna nel reparto malattie infettive dell’ospedale Sant’Orsola di Bologna in seguito a complicazioni dell’Aids, virus che l’ex numero uno aveva contratto qualche anno prima.

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Giuliani era nato nel 1958 e dopo aver giocato con l’Arezzo passò al Como, con cui giocò per cinque anni. Lui era un buonissimo portiere, non ebbe molta fortuna con la nazionale perché si trovò davanti Zenga e Tacconi. Il Verona lo prese per sostituire Garella, che firmò per il Napoli. Anche in azzurro Giuliani ereditò il posto di Garella. Con la maglia partenopea disputò due ottime stagione, condite da due trionfi importanti. Poi nel 1990 il portiere passò all’Udinese, prese ancora il posto di Garella! Con i bianconeri giocò tre anni prima di appendere i guantoni al chiodo. Un anno dopo il ritiro il portiere fu accusato e arrestato per detenzione e spaccio di droga, ma fu rapidamente scagionato. Giuliani nonostante la malattia continuò a lavorare nel mondo del calcio, fu anche osservatore, ma purtroppo complicazioni polmonari provocarono la sua morte.

Chi ha avuto la fortuna di poter lavorare con lui lo ricorda con grande affetto. Intervistato dal Corriere della Sera Osvaldo Bagnoli ha detto: “Io parlavo poco, lui ancora meno. Si isolava parecchio. La sua morte fu un grande dolore”. Mentre un vecchio compagno Giancarlo Corradini, dopo aver svelato alcune idee del vecchio amico, fuori dai denti dice che il mondo del calcio lo ha completamente dimenticato. E non si può affatto dare corpo all’ex difensore del Napoli:

Era un ragazzo intelligente. Voleva creare un raggio laser per misurare la distanza della barriera, disegnava le maglie con cui giocava e le commercializzava. Non era uno showman, non si atteggiava, ma era un portiere essenziale. Il calcio lo ha dimenticato perché in quegli anni si scappava da quella malattia. E così si è scappati anche da Giulio.

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