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Giovane e multietnica, a che punto è l’Italia di Ventura?

Cinque novità assolute nelle convocazioni di Ventura. Spicca Meret, non ancora ventenne portiere della Spal. Esclusi Balotelli e Marchisio. Il ct segue la crescita di Chiesa e Berardi. E sogna di coinvolgere gli oriundi Fazio, Emerson e Diawara. Prende forma la sua Italia per i Mondiali 2018.
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Un'Italia bambina e un po' latina. Un'Italia che è speranza e pazienza, un'Italia giovane, che scommette sul futuro, sacrifica ancora per scelta tecnica un senatore come Marchisio e regala una settimana col presente e il futuro del ruolo in azzurro al portiere della Spal Alex Meret. Avrebbe dovuto andare in Under 21, con Gollini e Scuffet, si ritrova terzo con Buffon e Donnarumma. È troppo presto? Oppure, avendo di fronte la sfida con l'Albania e un'amichevole, è un momento ideale per dare un chiaro segnale di svolta. Di sicuro, è la scelta che segna una traccia, che manifesta l'idea di percorso che Ventura ha in mente in nazionale.

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Cinque novità, quattro interisti

Sono cinque le novità di quest'Italia in continua evoluzione. Sulle fasce, il nuovo infortunio di Florenzi e Bernardeschi ha convinto il ct a promuovere Spinazzola, Verdi e Politano. Prima convocazione anche per Danilo D'Ambrosio, impiegato a destra, a sinistra e nella difesa a tre all'Inter e può far valere un'indole maggiormente offensiva rispetto all'esterno dell'Atalanta. I 25 scelti da Ventura confermano anche l'inversione di tendenza dell'Inter “cinese”. Per la prima volta dal 2003, infatti, sono quattro i nerazzurri convocati per l'impegno in nazionale: a D'Ambrosio, infatti, si uniscono Candreva, Eder e Gagliardini, già chiamato in azzurro prima del passaggio all'Inter.

La metamorfosi avviata nell'amichevole di Bari persa contro la Francia, continua nel segno dell'esperienza in difesa. "Il vantaggio è avere un gruppo di giocatori come Buffon, Barzagli, Bonucci, Chiellini” diceva il ct al Messaggero a febbraio, parlando anche di De Rossi. “Quando entrano in campo è come se avvertissero gli altri: Ci si allena così. Io non devo dire niente". L'infortunio di Chiellini toglie la possibilità di vedere la BBC, ma la presenza di Romagnoli non è una certezza da meno. Più che i numeri, però, per Ventura contano gli uomini.

Basta paragoni con Conte

"Sono partito con il 3-5-2 di Conte, ma ho già usato il 3-4-3 e il mio 4-2-4 che nessuno utilizza, né in Italia né in Europa” spiegava al Messaggero. L’ho scelto perché abbondano gli esterni e scarseggiano le mezzali. Non funziona solo contro la difesa a cinque e quindi in campo internazionale, dove tutti usano la linea a quattro, va benissimo". Ma non vuole più sentir parlare di paragoni con il suo predecessore, avviato al titolo in Premier League dopo il passaggio dall'azzurro ai Blues del Chelsea. “A un certo punto ho detto basta. Non sopportavo più il pregiudizio. Che senso aveva mettere a confronto la sua sfida con la Spagna con la mia? Lui aveva la squadra da quaranta giorni, io da tre”.

Belotti-Immobile come Graziani-Pulici (?)

La sua Italia, si legge in un'interessante e condivisibile analisi sull'Huffington Post, ricorda un po' il Torino scudettato di Radice, di cui proprio Ventura ha battuto il record di panchine consecutive in granata. Soprattutto nella coppia Belotti-Immobile, i “gemelli del gol”, espressione coniata proprio per Graziani e Pulici, capaci di firmare 146 delle 192 reti del Toro in campionato fra il 1973 e il 1978. Illuminati anche dal poeta del gol e degli assist, Claudio Sala, in cui per certi versi si può rispecchiare il Candreva di oggi. “Nel modo di giocare in effetti io e Graziani ci somigliamo” ha detto il Gallo all'agenzia La Presse, “lui forse è più veloce e partecipa di più al gioco. Forse io avevo una fisicità maggiore in area. Ma da oggi in poi bisognerebbe non fare più paragoni. Belotti è Belotti e basta”.

Fuori Marchisio e Balotelli

In attacco, Ventura perde l'infortunato Gabbiadini e tiene ancora fuori Balotelli nonostante i 12 gol in 21 partite a Nizza. “Non ho ancora sentito il ct Ventura al telefono”, ha detto Super Mario, tra una frecciata a Cavani e un sogno scudetto che per i rossoneri si fa sempre più flebile vista la fuga del PSG e un Monaco che stupisce pur non trovando il modo di attrarre tifosi al Louis II. “Se mi chiamano in nazionale, però, corro” ha concluso Balotelli.

A Palermo, dove l'Italia vinto undici volte su 13 (unica sconfitta contro la Croazia nel 1994) non ci sarà nemmeno Claudio Marchisio che vanta sì 54 presenze e 5 gol in nazionale ma non gioca in azzurro dal 2-2 contro la Romania del novembre 2015. Nemmeno i 90′ nell'ottavo di ritorno contro il Porto, la sua 18ma presenza stagionale in tutte le competizioni, è bastato a convincere Ventura, sempre più intenzionato a puntare sui giovani. Peraltro, anche Allegri l'ha tenuto in panchina nelle ultime tre gare di campionato e ormai l'ha messo dietro gli intoccabili Pjanic e Khedira nelle gerarchie della squadra.

L'Italia del futuro, dunque, comincia a prendere forma

Sarà una nazionale più giovane e multi-etnica, quella di Ventura che Tavecchio vorrebbe trasformare nel direttore tecnico di tutte le nazionali. Un messaggio di apertura che arriva dopo la chiamata di Panico, che sostituirà in due amichevoli Zoratto impegnato negli Europei Under 19 e diventerà così la prima donna ad allenare una nazionale maschile nella storia del calcio italiano. Ventura sta infatti cercando di capire con la federazione quante possibilità ci siano di coinvolgere in azzurro Emerson Palmieri, Federico Fazio e Amadou Diawara (classe 1997). “L’importante è sempre guardare al futuro per la nazionale, pure per quella italiana” ha detto il difensore della Roma all'Ultimo Uomo. “Mi dispiace non aver avuto l’opportunità di dimostrare il mio valore con l’Argentina”.

Qualificazioni mondiali, Italia mai battuta in casa

Contro l'Albania, Ventura sarà chiamato a difendere l'imbattibilità interna degli azzurri che non hanno mai perso nei 50 incontri in casa nelle qualificazioni mondiali dal 1934 a oggi (43 vittorie e 7 pareggi). All'Amsterdam Arena, poi, potrà arrivare il tempo per gli esperimenti. Blind potrebbe concedere al difensore Matthijs De Ligt un posto nella storia: sarebbe infatti il quarto debuttante più giovane nella nazionale olandese, il primo dal secondo dopoguerra dopo il 17enne Jan van Breda Kolff, che esordì nel 1911 a Dordrecht contro il Belgio, Mauk Weber e Dé Kessler.

Poche, invece, le possibilità di vedere in campo Meret, che però è già felice di poter stare a tu per tu con Buffon che gli autografò la maglia anni fa, quando era solo un bambino. Il punto di riferimento del quasi ventenne friulano, di proprietà dell'Udinese, è un altro pezzo pregiato della storia recente bianconera, Samir Handanovic. Meret, che studia la personalità, il coraggio e il gioco coi piedi di Neuer, è il primo giocatore della Spal il azzurro dal 1952, dalla convocazione di Ottavio Bugatti e Alberto Fontanesi per un'amichevole contro la Svezia.

Meret pezzo pregiato del prossimo mercato estivo

La strada è segnata per Meret, probabile pezzo pregiato del prossimo mercato estivo, e per Ventura che spiegava di continuare a seguire le novità del campionato come l'esplosione di Chiesa. “Avremo modo di vedere anche Berardi” aggiungeva il mese scorso, promettendo anche due amichevoli a maggio. “La teoria non è sufficiente, serve anche la pratica per essere certi che un giocatore è pronto per far parte del gruppo”. Anche a questo servono gli stage, che considera vere e proprie convocazioni. “A Coverciano ne porto 22, due per ogni ruolo, e li valuto. In quei tre giorni e anche dopo. I ragazzi devono capire che la maglia azzurra non è così pesante come pensano prima di arrivare”.

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