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Giovane, costa poco e vince: questo Milan è l’ultimo miracolo di Galliani

La vittoria contro la Juventus ha definitivamente consacrato il progetto chiesto a gran voce da Silvio Berlusconi e costruito (anche con un po’ di fortuna) dallo storico dirigente. Giovane, forte e dal valore di poco più di 200 milioni di euro: ecco la rosa rossonera plasmata sapientemente da Vincenzo Montella.
A cura di Alberto Pucci
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Un sorriso largo così, dall'Italia alla Cina. Il "day after" dell'inatteso successo rossonero sui campioni d'Italia, non può che essere dolce per i tifosi del Milan e per chi è pronto a subentrare al comando del club al posto di Silvio Berlusconi. Al di là della somma che verrà spesa per acquistare la società, i nuovi proprietari stanno per ereditare un tesoro: una squadra che, con un paio di innesti giusti e mirati, può ambire davvero a riaprire un ciclo vincente. Un po' per merito, molto per fortunate coincidenze (ad esempio, la scelta di Mihajlovic con Donnarumma e l'infortunio di Montolivo), il nuovo amministratore delegato Marco Fassone si ritrova dunque tra le mani un gruppo di belle speranze, reso ancor più luccicante dal sapiente lavoro di Vincenzo Montella. Scacciati i fantasmi degli scorsi anni, allontanate le mele marce, ceduti quei giocatori "non da Milan", la giovane banda dell'aeroplanino si è così presentata davanti alla Juventus con la faccia grintosa dei suoi ragazzini (sei giocatori sotto i 25 anni) e con la sapiente esperienza dei suoi trentenni: una "pozione magica" che è riuscita ad addormentare la vecchia signora del campionato.

Quanto è costato il Milan di Montella

Il dato più eclatante, che dovrebbe far riflettere tutti (Galliani per primo), è quello relativo ai quattro titolari della sfida di San Siro che arrivano tutti dalla "cantera" di Milanello: Donnarumma, Abate, De Sciglio e Locatelli. Giocatori a chilometro zero, che si vanno ad aggiungere a chi è arrivato dopo senza pagare nulla o con un investimento irrisorio (Suso parametro zero, Paletta 700mila euro, Niang 2 milioni, Kucka 3 milioni) e a quei giocatori per i quali il Milan ha investito somme importanti: dai 7 milioni di Bonaventura fino ai 30 per Bacca, passando dai 25 di Romagnoli. Il tutto senza dimenticare il resto della rosa milanista, che include "sbarbati" di sicuro avvenire (Calabria e il terzo portiere Plizzari su tutti), giocatori maturi e già navigati e qualche "ramo secco" che, al più presto, dovrà inevitabilmente essere tagliato. Poco più di 200 milioni di valore della rosa, per un'età media al di sotto dei 26 anni: dettagli incoraggianti che autorizzano a sperare in un futuro migliore.

Pregi e difetti di Galliani

Il coraggio di Montella, unito all'impasse societario che regna da mesi, ha dato dunque la possibilità allo stesso tecnico di accantonare i volti nuovi portati da Galliani (Sosa in panchina, Lapadula e Gomez in campo solo nel finale, Pasalic in tribuna, Vangioni e Mati Fernandez in infermeria) e di mettere in campo chi davvero sa cosa vuol dire sudare per una maglia così importante. "La partita l'hanno vinta un '98 e un '99", ha commentato Galliani al termine del match. Una dichiarazione che, al netto degli acquisti portati dall'ormai ex amministratore delegato in questi ultimi anni, suona come una beffa.

E' vero che lo storico braccio destro di Berlusconi ha contribuito a rendere grande il Milan, ma è altrettanto innegabile che, di fronte alla mania del parametro zero e del presunto campione straniero, Galliani ha bruciato in passato alcuni giovani talenti (Darmian e Aubameyang ad esempio) che sarebbero tornati certamente utili. Nonostante tutto, questa squadra è anche opera sua (e l'arrivo di Kucka lo dimostra) anche se i diamanti più luccicanti il dirigente rossonero se li è trovati già in casa. Chi arriverà al posto suo dovrà far tesoro di ciò che è successo in questi ultimi mesi. Donnarumma e Locatelli lo hanno dimostrato: oltre ai soldi, servono idee e coraggio per ricostruire una squadra vincente. Che Fassone e Mirabelli prendano nota.

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