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Gianfranco Zola, 50 anni di magie

Nel giorno del suo cinquantesimo compleanno abbiamo voluto rendere omaggio ad un giocatore troppo spesso snobbato o poco calcolato dagli addetti ai lavori. L’Italia dovrebbe vantarsi un po’ di più di aver avuto la possibilità di ammirare le giocate e i valori messi in campo da Gianfranco Zola.
A cura di Vito Lamorte
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Zola esulta dopo un goal. (Foto ENRICO LOCCI / @LAPRESSE)
Zola esulta dopo un goal. (Foto ENRICO LOCCI / @LAPRESSE)

"Non è che a me piace fare solo le cose difficili. Io dico che ogni giocatore quando va in campo deve prendersi delle responsabilità, prendere delle iniziative. Ognuno deve avere la libertà di poterle prendere quelle decisioni".

Il pensiero di Gianfranco Zola lo potremmo riassumere tutto qui. Nel giorno nel suo cinquantesimo compleanno vogliamo ricordare uno dei più sottovalutati talenti che il calcio nostrano ha prodotto. Questo stupendo giocatore è stato più apprezzato Oltremanica che al di qua delle Alpi e questo è un grande peccato. Zola è stato un 10 vero, lo è stato per i colpi che aveva, per come vedeva il gioco prima di tutti e per la capacità di andare in rete. Trequartista o seconda punta porco importa. Date la palla a Zola e qualcosa di buono esce. Nevio Scala, suo allenatore ai tempi del Parma, ha sempre detto di non avergli mai dettato un movimento perché fare una cosa del genere voleva dire ingabbiarlo e avrebbe perso la sua imprevedibilità. Un giocatore che sprizzava classe da tutti i pori della pelle.

Il primo goal in A

La prima gioia nella massima serie arriva con la maglia del Napoli, al cospetto di "sua maestà" Diego Armando Maradona contro l'Atalanta con un tiro a giro sul secondo palo dopo una rifinitura di Careca di tacco. Le sue qualità sono evidenti. Molti azzardano il paragone con Diego per la statura e le giocate ma lui non ne vuole sapere. Profilo basso e lavoro. Al primo anno in azzurro riesce a vincere lo scudetto, decisiva una sua rete nel recupero al Genoa che decide l'incontro e serve a tenere il Milan lontano.

https://www.youtube.com/watch?v=z_sy_VCKeSs

Le stagioni successive sono tutte in crescendo sia dal punto di vista dell'impiego che della realizzazione ma dopo 4 stagioni ai piedi del Vesuvio le strade di Zola e del Napoli si separano. La situazione economica in cui versava la società era drammatica e oltre al folletto sardo lasciarono anche Thern, Fonseca e Ferrara.

L'affermazione a Parma

Zola arriva al Parma di Nevio Scala. Probabilmente è il periodo in cui si vede il miglior Gianfranco Zola di sempre.Con la maglia del Parma Zola vive tre stagioni ricche di gioie e di reti. Conclude tutte e tre i campionati a quota 19 marcature realizzate e arriva ad un passo dalla conquista dello scudetto.

La stagione 1994/1995 è quella della sfida infinita tra il Parma e la Juventus del nuovo allenatore Marcello Lippi. Le due squadre per tutta la stagione si affrontano in un emozionante testa a testa per la conquista del Campionato e si ritrovano anche avversarie nella finale di Coppa Italia e in quella di Coppa Uefa. Dopo la conquista dello scudetto da parte dei bianconeri le due squadre si affrontano nella doppia finale europea ma stavolta sono i gialloblù a festeggiare grazie alle reti di Dino Baggio.

Anche l'anno successivo (1995/1996) Zola realizza 19 reti in campionato ma il Parma conclude la stagione solamente al quinto posto e senza nessun trofeo. Nell'estate del 1996 sulla panchina del Parma arriva Carlo Ancelotti. L'allenatore emiliano fa giocare Zola fuori posizione all'interno del suo rigido schieramento tattico e i dissidi tra i due sono evidenti tanto che il fantasista viene inserito nella lista dei cedibili. Nella sessione di novembre il Parma accetta un'offerta di 4,5 milioni di sterline proveniente dal Chelsea e cede il suo giocatore simbolo degli ultimi anni.

Alla conquista di Wembley

Il 12 febbraio del 1997 l'Italia arriva a Londra per sfidare la nazionale dei Tre Leoni nella gara per le qualificazioni a Francia'98. L'incontro è molto atteso, gli inglesi ne parlano da settimane. L'Italia ha vinto una volta sola nel tempio del calcio britannico (nel 1973) ma quella sera è Zola a riportare gli azzurri nella storia: stop a seguire su un bel lancio di Costacurta e destro fortissimo che si spegne alle spalle di Walker. L'Italia espugna Wembley per la seconda volta nella sua storia e Zola e Di Matteo vanno ad allenarsi con il Chelsea vestiti d'azzurro per due giorni consecutivi.

Zola ha totalizzato 35 presenze con la maglia azzurra realizzando 10 reti. Oltre alla rete a Wembley nell'esperienza azzurra del trequartista di Oliena c'è anche l'espulsione, incredibile, al Mondiale del 1994 contro la Nigeria: un episodio inverosimile che ha segnato non poco la sua esperienza in Nazionale al pari del rigore sbagliato all'Europeo del 1996 con la Germania.

Miglior giocatore della storia del Chelsea

"Può sorprendere come un giocatore così piccolo abbia avuto un successo così grande. Credo sia il giocatore più forte con cui abbia mai giocato". Parola di Tore Andre Flo. A conferma di questa tesi è arrivato anche l'esito del sondaggio promosso dalla Professional Footballers Association, l'Assocalciatori inglese, in cui Gianfranco Zola ha appunto raccolto la maggioranza delle preferenze come "miglior giocatore della storia del Chelsea", superando la concorrenza dei campioni dei Blues come Didier Droga o John Terry. Tra il movimento calcistico inglese e Zola è stato amore a prima vista: ha riportato brio e fantasia in un calcio rinchiuso nei parametri ossessivi della tattica e per questo motivo ogni stadio gli rendeva omaggio con ovazioni lunghissime. Nella sue sette stagioni con la maglia del Chelsea Zola ha giocato oltre 300 partite realizzando 80 goal. Alcuni vengono ricordati ancora oggi, tanta e tale è la bellezza. Il colpo di tacco volante con il Norwich è un esempio lampante ma se ne potrebbero citare tantissimi.

Il ritorno a casa

Nell'estate 2003 torna a casa, ovvero in Sardegna. Firma per il Cagliari e chiude un cerchio molto importante per la sua vita. Dopo aver giocato con Nuoro e Sassari Torres, Zola approda alla squadra più blasonata dell'isola. A Cagliari disputa le ultime due stagioni della sua luminosa carriera. Nella prima stagione, disputata in Serie B, Magic Box guida i sardi alla promozione e in quella successiva grazie alle sue 10 reti il Cagliari ottiene una salvezza tranquilla. La sua ultima partita in Serie A Zola la disputa a Torino contro la Juventus e realizza una doppietta. Oltre a ricevere il Premio Scirea alla carriera e il Pallone d'argento per il suo fairplay, il Cagliari la stagione successiva ritira la maglia numero 10 in suo onore.

Negli occhi dei tifosi sardi c'è ancora la rete di testa realizzata al Sant'Elia alla Juventus su cross di Brambilla. Nonostante la sua altezza Zola aveva una grande elevazione e, in quel caso, a fare una magra figura furono Zebina e Thuram, entrambi alti più di 1,90.

Dal campo alla panca

Nel 2006 Zola diventa consulente tecnico della nazionale italiana Under 21 e dopo due anni di collaborazione con Casiraghi, passa ad allenare il West Ham in Inghilterra. La sua prima stagione si conclude con un ottimo nono posto, ma nel maggio 2010, malgrado ottiene la salvezza viene esonerato dal club inglese e approda nella panchina dell’Under 16 italiana. Nel 2012 firma un biennale con il Watford, squadra impegnata nella seconda serie inglese dove attualmente sta tentando con il club di conquistare la promozione in Premier League. Dal 2013 una stazione della più famosa ed importante metropolitana del mondo porta il suo nome, il capolinea della linea Overground nella mitica Tube di Londra si chiama stazione “Richmond-Zola“.

Il 24 dicembre 2014 torna, nuovamente al Cagliari ma, stavolta, in veste di allenatore. Sostituisce l'esonerato Zdeněk Zeman ma le cose non vanno benissimo:  il 9 marzo 2015 viene esonerato dopo aver collezionato 2 vittorie, 2 pareggi e 6 sconfitte e con la squadra al terzultimo posto in classifica con 20 punti. Lo scorso agosto ha firmato con il club qatariota dell'Al-Arabi e ha chiuso la stagione al settimo posto.

Zola Style

Zola è stato un giocatore fantastico che, oltre ad essersi distinto per le sue giocate sul rettangolo verde, ha rappresentato al meglio valori come la disciplina, la correttezza e il rispetto. Magic Box, così è stato ribattezzato in Inghilterra, ha dato un contribuito importante a rendere migliore l'immagine del nostro paese all'estero nonostante non venga ricordato molto spesso. Gente come Zola, Baggio, Maldini sono stati il simbolo di una generazione calcistica italiana ricca di talenti che non è riuscita ad affermarsi con la maglia della Nazionale. Peccato! Gianfranco Zola ha vissuto il passaggio dal calcio degli anni '80/'90 a quello del 2000 e, nonostante la fisicità è diventata sempre più un'ossessione, ha dimostrato come non basta solamente il fisico per rendere un calciatore un grande campione. La classe e l'intelligenza calcistica non la si crea negli studi medici o nelle palestre. Zola è stato, è e per sempre sarà un campione meraviglioso di cui l'Italia dovrebbe vantarsi un po' di più.

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