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Germania uber alles: 7 gol al Brasile, altri 7 alla Roma

Il potere assoluto del calcio tedesco si riconferma all’Olimpico in Champions League, a distanza di tre mesi dalla semifinale vinta sui brasiliani con lo stesso debordante punteggio. Segno che nulla è cambiato, la Germania impera e Platini le ha anche già consegnato il Pallone d’Oro.
A cura di Alessio Pediglieri
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La Germania torna a padroneggiare nella terza serata di Champions League grazie alla strabiliante prova del Bayern Monaco che ha rifilato sette gol alla malcapitata Roma umiliata – pur con l'onore delle armi – davanti al proprio pubblico accorso in massa (65 mila spettatori per oltre 3.7 milioni di incasso) per sostenere le speranze dei propri beniamini. Durate meno di 10 minuti con i tedeschi capaci di rifilare 5 reti in 40 minuti. Una prova di forza totale che ricorda da vicino un'altra vittoria ottenuta per manifesta superiorità, solamente qualche mese fa quando la nazionale tedesca umiliò davanti al pubblico di casa, il Brasile, con altri sette gol realizzati in quella che è già diventata per i libri di storia del calcio la pagina più nera della Seleçao. Se si considera anche la vittoria interna dello Schalke04 di Di Matteo a suon di gol sullo Sporting, si capisce perfettamente che ancora una volta l'Europa deve fare i conti con un movimento calcistico di primissima qualità.

Pallone d'oro tedesco. Non a caso Michel Platini – che di calcio se ne intende, soprattutto di quello giocato – nei giorni scorsi, quasi a previsione del rilancio delle squadre tedesche aveva sciolto le ultime riserve e in una intervista aveva ufficialmente rivelato la propria debolezza per i giocatori di Germania: "Il Pallone d'Oro lo vincerà un tedesco" aveva detto Le Roi presidente dell'UEFA a conferma che il duopolio Messi-Cristiano Ronaldo era arrivato al capolinea. Perché oggi, è questo il calcio vincente e non soltanto per i risultati del campo. La Germania è la nuova realtà trascinatrice non solo dell'Europa sociopolitica ma anche di quella calcistica.

Il trionfo Mondiale. Contro il Brasile – e poi nella finale dominata con l'Argentina – si era capito di essere di fronte ad una ‘creatura' meravigliosa, imponente e destinata a durare. Certo, i luoghi comuni si erano sprecati nella kermesse brasiliana con la Germania sempre presente in ogni competizione mondiale e quindi lontano dall'essere una rivelazione. Eppure già in estate si parlò d un calcio tedesco fondato su basi ben radicate in un progetto globale che nulla aveva lasciato al caso: investimenti nei vivai, costruzione di impianti di proprità, aumento degli introiti e riduzione dei costi, politica di integrazione razziale. Un mix esplosivo che in quel non lontano 8 luglio 2014 a Belo Horizonte, si mostrò agli occhi di tutti. Trasformandosi poi in estrema concretezza con la Coppa del Mondo vinta sull'Argentina di Messi.

7-1, il marchio di fabbrica. E oltre alla Nazionale, la squadra che più rappresenta la Germania è il Bayern di Monaco. La società più titolata, la squadra che solo una stagione e mezza fa riuscì nello storico Triplete e che lo scorso dicembre si è laureata campione del Mondo per club. La stessa che in Bundesliga impera incontrastata e che dal 2010 imperversa in Europa tra le prime 3-4 più forti squadre in circolazione. Oggi – come in estate la Nazionale – è la formazione guidata da Guardiola a ribadire chi comanda nel calcio che conta con ben 12 tedeschi in rosa di cui almeno la metà punti fermi dell'undici titolare. La stessa che all'Olimpico ha devastato la Roma (fiore all'occhiello del nostro calcio) con lo stesso risultato della semifinale mondiale: 7-1. Oramai il marchio di fabbrica con cui si sta contraddistinguendo la potenza sempre più calcistica teutonica.

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