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Gargano: “Mazzarri ingrato, Lavezzi voleva picchiarlo. Napoletani maleducati”

L’ex centrocampista azzurro, oggi al Monterrey, racconta la sua esperienza nel Golfo ai microfoni di una radio messicana senza risparmiare critiche all’ex tecnico e alla città. Poi svela: “Presi a schiaffi il figlio del presidente De Laurentiis”
A cura di Maurizio De Santis
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"Napoletani maleducati e insolenti. Mazzarri ingrato, Lavezzi gli avrebbe messo le mani addosso. Ho preso a schiaffi il figlio di De Lurentiis". La Gialappa's direbbe "la tocca piano". Walter Gargano, invece, ci va giù duro quando racconta alla radio messicana ‘Rg' la sua esperienza con la maglia del Napoli. E' sposato con Miska, la sorella di Hamsik, ma a differenza del cognato che nel Golfo ha messo radici – oltre a diventare una bandiera dei partenopei – non mostra rimpianti per aver lasciato la città che definisce "passionale per il modo in cui vive il calcio ma anche folle e caotica".

Il pezzo forte della sua intervista, però, è un altro e quando gli chiedono se ha avuto difficoltà d'ambientamento replica alla sua maniera… usa parole come fossero randellate sui garretti: "Qui (adesso gioca nel Monterrey, ndr) la gente è molto educata, ti chiede le cose dicendo per favore, se stai cenando o pranzando aspetta il momento giusto e ti rispetta. Se le cose vanno bene non puoi uscire di casa, e se vanno male nemmeno! Trovo i napoletani insolenti e maleducati".

Walter Gargano si allena sotto gli occhi di Mazzarri
Walter Gargano si allena sotto gli occhi di Mazzarri

Troppo amore soffoca, poco amore strazia… e l'ingratitudine da parte di Mazzarri pure era origine di malcontento per il mediano sudamericano. "Ringrazio Benitez per avermi fatto tornare a Napoli – ha aggiunto -. Ero andato all'Inter e lì sarei rimasto se non fosse arrivato Mazzarri… con lui c'erano divergenze di opinione, con me non è mai stato riconoscente e certi atteggiamenti non mi sono mai piaciuti. Pensava che bastava dirmi ‘devi fare così, decido io’. E' vero, decide il tecnico, però in campo ci vado io…".

Il Pocho e Mazzarri, rissa sfiorata. "Mazzarri ebbe problemi anche con Lavezzi. Ricordo che un giorno il Pochi volevo picchiarlo e riuscii a fermarlo in tempo. Il tecnico aveva un carattere particolare, voleva sempre l'ultima parola e noi, che eravamo un po' giovani e ribelli, non eravamo contenti – ha aggiunto Gargano -. Non gli andava a genio che bevessimo il mate (una bevanda sudamericana) oppure ascoltassimo musica".

Gli schiaffi a De Laurentiis junior. Come se non bastasse Gargano ha rivelato anche un retroscena ad un battibecco con il figlio del presidente Edoardo che avrebbe preso a schiaffi. Questo il racconto dell'uruguaiano: "Volevo restare al Napoli, ma il club aveva deciso di vendermi. De Laurentiis disse che avevo troppa personalità e che avrei dato problemi alla squadra. Anche se non litigai mai con lui, bensì con suo figlio. Tornavamo da una partita contro la Lazio, a Roma. Il Pocho nel bus mise la sua musica. Il figlio del presidente la sostituì con uno dei film di De Laurentiis, peraltro molto brutti. Lui all’epoca non era il vicepresidente del Napoli come lo è oggi, è un ragazzo giovane, ha due anni in più a me ma visto che non sa fare altro lo hanno inserito nel club. Si arrabbiò quando tutti i calciatori iniziarono a fischiare, io ero seduto al mio solito posto, e visto che non ebbe il coraggio di parlare col Pocho venne da me".

"Mi diede uno schiaffo sulla gamba dicendo ‘vi ho detto che non dovete fischiare!’, e io gli dissi tranquillamente ‘stai sbagliando, non ho fatto niente, il film non mi disturba, sto ascoltando un po’ di musica’. Dopo un po’, un’altra volta, Lavezzi mi sussurrò nell’orecchio ‘Picchialo, picchialo, picchialo’… Io avevo una personalità aggressiva, non era mia abitudine fare a botte e ancor meno col figlio del presidente. Gli diedi uno schiaffone davanti a tutti, mi disse ‘t’ammazzo’ e gliene diedi un’altro. Arrivammo a Castel Volturno, scesi dal bus senza zaino e gli dissi ‘andiamo a litigare’, ma lui mi chiese scusa, dicendo di aver sbagliato. Non successe più nulla".

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