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Gabriel Heinze, il Gringo d’Europa

Il difensore argentino si è affermato nei maggiori campionati europei e ha lasciato il segno in ogni club in cui ha militato. Dopo anni di trasferimenti nel Vecchio Continente è riuscito ad esaudire il suo desiderio principale: terminare la carriera nel Newell’s Old Boys e chiudere il cerchio di una carriera lunga 17 anni laddove era cominciata.
A cura di Vito Lamorte
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"Este Gringo algo tendrá porque no para de correr". Queste sono state le parole del "Maestro" Jorge Bernardo Griffa dopo aver visto per la prima volta Gabriel Heinze. La storia di questo difensore centrale è appassionante. Originario di Crespo, provincia di Entre Rios, arrivò al Newell's Old Boys all'età di 13 anni dopo aver superato un test condotto proprio da Griffa. Dopo diversi anni passati nella squadra riserve, arrivò il gran salto grazie a Mario Nicasio Zanabria. Era il 2 ottobre del 1997 e Gabriel Heinze fece il suo esordio nella gara terminata 2-2 contro il San Lorenzo de Almagro. Dopo il suo debutto, giocò altre sette partite con la maglia de los leprosos guadagnandosi l'attenzione di diverse squadre del Vecchio Continente tanto che, senza nemmeno avere contratto con il club, emigrò in Spagna al Valladolid e lo stesso Heinze in diverse occasioni ha dichiarato: "Il presidente di periodo (Eduardo Lopez) mi ha venduto senza conoscermi", provando a mettere in evidenza la cattiva gestione che vi fu nel club rosarino tra il 1994 e il 2008.

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Prima tappa europea: la Spagna

La sua prima stagione con il Valladolid fu anonima perchè non fece neanche una presenza con la maglia bianco-viola. Nel 1998/1999 passò in prestito allo Sporting Lisbona dove collezionò soltanto 5 presenze prima di tornare al Valladolid nell'estate del 1999. Questa volta riuscì a ritagliarsi uno spazio da titolare che suscitò l'interesse del Paris Saint Germain France, dove approdò nel 2001.

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Un Gringo a Parigi

A volerlo al PSG fu Luis Fernandez che gli permise di giocare a fianco del suo idolo d'infanzia: Mauricio Pochettino. Le Parc des Princes scoprì poco a poco quel giocatore che combatteva su ogni pallone e provava a fermare in qualsiasi modo i suoi avversari. Fu in quel periodo che Heinze iniziò a giocare anche come terzino sinistro e non solo come centrale. Il feeling tra il pubblico parigino e Gabriel Heinze si potrebbe racchiudere in un episodio: il minuto di silenzio che tributarono dopo la morte del padre del difensore. Un gesto bellissimo.

Ai piedi della Tour Eiffel El Gringo raggiunse una notorietà internazionale grazie alla vittoria in Coppa di Francia nel 2004 e il secondo posto in Ligue 1 nella stagione 2003-04.

Diversi anni dopo il suo addio al PSG Heinze dichiarò di essere molto legato al club della capitale francese: "Il PSG è stato un mix di emozioni. È un club che porto nel cuore perchè mi ha permesso di realizzare cose importanti come la convocazione da parte della selezione Argentina. […] Posso dire che quelli sono i tre anni più belli della mia carriera".

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La dimensione internazionale: il Manchester United

Gabriel in Francia raggiunse una dimensione internazionale e venne acquistato nel 2004 da uno dei più grandi club d'Inghilterra: il Manchester United. Sir Alex Ferguson puntò molto sul difensore argentino, al PSG andarono per 6,9 milioni di sterline, e Heinze lo ripagò facendosi eleggere "miglior giocatore della squadra del 2005". Con la maglia dei red devils vinse la Carling Cup (2006) e la Premier League nella stagione 2006-07. Nella stagione in cui conquistò il titolo nazionale indossò anche la fascia di capitano contro Chelsea e West Ham United. Un vero attestato di stima.

Grabiel Heinze è entrato di diritto nella storia degli ultimi 30 anni del Manchester per aver segnato al suo debutto con la maglia dei red devils: in questa speciale statistica ci sono giocatori del calibro di Solskjaer, Scholes, Hughes, Giuseppe Rossi, Macheda, van Nistelrooy, Welbeck, Saha e Eagles. Altro dato: è l'unico difensore.

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La sua seconda stagione con la maglia dello United fu segnata da un brutto infortunio al ginocchio, lesione del legamento crociato, ma prima di quello sciagurato episodio riuscì a siglare una doppietta nel ritorno del preliminare di Champions League contro il Debreceni VSC vinto per 3-0.

Il passaggio al Real Madrid

Dopo i tre anni passati oltre la Manica, Heinze si accasò al Real Madrid per 12 milioni di euro. Con la casa Blanca collezionò 44 presenze in due stagioni vincendo una Liga e Supercoppa di Spagna. Era il Real Madrid di Bernd Schuster. In Spagna ancora ricordano la risposta che diede a un giornalista di As che gli chiese cosa significasse per lui vincere il titolo contro il Barcellona al Bernabeu: "Io non sono un fan di Madrid, io sono tifoso del Newell's". Era il 2008. L'anno successivo le cose non andarono bene per i blancos: Schuster venne esonerato e fu chiamato Juande Ramos: il Real chiuse al secondo posto dietro al Barcellona e la stagione fu magra di soddisfazioni.

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Con la camiseta del Real realizzò 3 reti in due anni, la prima delle quali durante la gara di Liga del 30 marzo 2008 contro il Siviglia.

Il ritorno in Francia: l'OM

Dopo le due stagioni trascorse a Madrid, Heinze tornò in Francia. Questa volta il difensore argentino, però, si trasferì a Marsiglia. Nel capoluogo della regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra il Gringo ha vissuto due anni esaltanti vincendo la Ligue 1 nel 2010, due Coppa di Lega (2010 e 2011) e una Supercoppa di Francia, sempre nel 2010. Nelle due stagioni con la maglia dell'Olympique Marsiglia siglò 7 reti in 58 presenze, due delle quali in Champions League.

Ultima tappa europea: Roma

La sua campagna europea si chiuse con l'annata trascorsa a Roma. Gabriel Heinze arrivò nella Capitale quando la squadra giallorossa era diretta da Luis Enrique. Collezionò 32 presenze ma decise di non applicare il rinnovo automatico per l'anno successivo dato che Zdenek Zeman, il nuovo allenatore, non lo avrebbe preso in considerazione. Arrivò così la rescissione consensuale.

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Il ritorno in Argentina

Nell'estate del 2012 fece ritorno nel club che amava e che lo aveva lanciato nel calcio: il Newell's Old Boys. "Qualunque persona, impegnata o meno nel calcio, quando torna a casa dopo 15 anni sa che trascorrerà dei bei momenti. Oggi io sono tornato e rimarrò per il resto della mia vita qui". Furono queste le parole che Gabriel Heinze pronunciò nell'estate del 2012. Il suo ritorno, insieme a quelli di Maxi Rodriguez e Ignacio Scocco, avvenne in un contesto estremamente difficile dato che il Newell's lottava per mantenere la categoria. Questo rientro di tre pezzi da 90 innescò un gran chiacchiericcio ma il Gringo bloccò tutto subito: "Il ritorno in queste circostanze è dettato solo dal legame che abbiamo con questo club. Niente di più".

Dopo il secondo posto nel Torneo Inicial 2012, con la compagine di Gerardo "El Tata" Martino arrivò subito la vittoria nel Torneo Final 2013. In quel semestre il "Gringo" si consacrò come il "caudillo" della difesa, una sicurezza . "Quello che mi dà più soddisfazione è vedere il popolo del Newell's che ci applaude". Heinze ha vissuto due anni bellissimi per il feeling che aveva con la squadra e la tifoseria: "Il Newell's potrà contare su di me sempre, è il club dove ho iniziato e, a Dio piacendo, dove finirò la mia carriera. Le azioni parlano più forte delle parole ". Una vera e propria dichiarazione d'amore.

Venerdì 21 marzo 2014 Gabriel Heinze attraverso una lettera pubblicata sul sito ufficiale del Newell's rese nota la sua intenzione di lasciare il calcio giocato. Il 9 maggio dello scorso anno Heinze entrò per l'ultima volta nello stadio Marcelo Bielsa e mentre il pubblico cantava "Ole, ole, ole … Gringo, Gringo", lo schermo mostrava un video con le immagini della sua carriera. Una serata emozionante, di quelle che solo il calcio, in alcune situazioni, sa regalare.

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Il Gringo e la Seleccion

Il primo selezionatore argentino a convocare Gabriel in nazionale fu Marcelo Bielsa. "Quando sono stato convocato in nazionale non riuscivo a stare in piedi e mi misi a piangere" ha confessato Heinze. Con la maglia albiceleste disputò due Campionati del Mondo (2006 e 2010), due edizioni della Coppa America (2004 e 2007), una Confederations Cup (2005) e i Giochi Olimpici del 2004, dove vinse la medaglia d'oro.

Le presenze con la selezione argentina sono 55 e sono condite da 3 reti. La prima contro l'Ungheria in amichevole nel 2005, mentre le altre due il Gringo le realizzò in occasione di due tornei molto importanti. Nella semifinale della Copa America del 2007 contro il Messico aprì le marcature in spaccata su calcio di punizione di Juan Roman Riquelme.

La terza e ultima fu realizzata nella gara d'esordio del Mondiale del 2010. La Seleccion guidata da Diego Armando Maradona vinse 1-0 contro la Nigeria grazie ad un colpo di testa in tuffo di Heinze su un calcio d'angolo di Juan Sebastian Veron.

Gabriel Heinze non verrà ricordato negli almanacchi del calcio per la sua classe o per le sue reti ma per il suo temperamento e la sua voglia di dare tutto sempre e in qualsiasi gara, amichevole o ufficile. El Gringo era un combattente nato e un filmato dei tempi del Real dimostra quanto lui tenesse a non far calare mai la tensione e la carica agonistica.

Il difensore argentino ha militato in diversi campionati europei lasciando il segno in tutte le sue parentesi (Roma a parte) e si è sempre fatto amare per la sua indole da gladiatore. ¡Hasta siempre, Gringo!

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