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Freddy Adu, da nuovo Pelè alla pubblicità degli aspirapolveri

La storia di Freddy Adu, attaccante americano che si mise in mostra quando era ancora giovanissimo, è il classico esempio dei paragoni azzardati. In tante esperienze in Europa e nel mondo non ha mai fatto emergere il suo valore, finendo presto nella lunga lista dei talenti mancati.
A cura di Fabrizio Rinelli
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Continua il nostro viaggio alla ricerca dei giovani talenti mancati del calcio. Oggi, faremo tappa negli Stati Uniti d’America dove, nel 2004, sembrava fosse nato colui il quale fu ribattezzato presto “Il nuovo Pelè”. Stiamo parlando di Freddy Adu, ex stella del calcio a stelle e strisce e che si è messo in mostra anche nel grande calcio europeo. Da fenomeno annunciato però, di Adu, si sono presto perse le tracce fino a finire nel dimenticatoio. Scopriamo il suo percorso e cosa ha frenato la sua crescita e consacrazione nel calcio professionistico.

Freddy, una vita statunitense iniziata a 8 anni

Freddy Adu, nacque il 2 giugno del 1989 a Tema, città che si trova sulla costa atlantica a 25 chilometri ad est della capitale nazionale, Accra. Si trasferì con la famiglia negli Stati Uniti nel 1997, a 8 anni, grazie a una vincita della lotteria per una "green card" che ha regalato ai suoi genitori la possibilità di trasferirsi negli Stati Uniti. Freddy, si stabilì nella capitale, Washington D.C.  assieme ai genitori e al fratello minore Fro. La madre, si mise subito all’opera per garantire ai propri figli un futuro sereno e tranquillo, trovando due lavori per pagargli gli studi.

Il primo segnale che fece capire a tutti che forse Freddy era adatto a giocare a calcio, fu quando, all’età di 10 anni l'Inter di Moratti voleva acquistarlo avendolo notato in uno stage.  Alla richiesta del club neroazzurro, la sua famiglia fu lusingata da questo interessamento, ma esortò il figlio a dare la priorità agli studi rispetto al calcio.

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La sua prima squadra, quella di Erik Thoir

Guardando al futuro, Adu, pare avesse proprio nel destino i colori neroazzurri dell’Inter. Si, perchè nel 2004, quando il giovane statunitense aveva soli 14 anni, fu scelto dai DC United, il cui proprietario era proprio l’ex patron dei milanesi Erick Thohir, diventando il calciatore più giovane di tutti i tempi a firmare un contratto professionistico nella Major League Soccer.

L’anno successivo, prese parte al Mondiale Under 20 nei Paesi Bassi, in cui l'attaccante statunitense si mise in luce, mostrando il suo talento e risultando poi essere uno dei migliori giocatori della competizione che fu vinta poi da uno che invece ha fatto della sua carriera un capolavoro, Leo Messi, che trionfò con la sua Argentina. La stampa a stelle e strisce era letteralmente pazza di lui e lo incoronò subito stella del calcio americano, esaltando le sue qualità e descrivendolo profeticamente come un predestinato, "colui che porterà gli Stati Uniti sulla cima del calcio mondiale".

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Il triste salto in Europa

Viste le sue grandi prestazioni, il calcio europeo non rimase di certo fermo di fronte a questo straordinario talento e allora il primo club europeo a credere in lui fu il Benfica, che nel 2007 lo acquisto per 2 milioni di dollari dal Real Salt Lake. In Portogallo, l'attaccante, che aveva ormai raggiunto la maggiore età, collezionò 18 presenze tra campionato e Champions League, realizzando anche 5 reti.

Nel 2008 però, non soddisfatti, la dirigenza del Benfica, dopo l'esperienza a Pechino con la Nazionale Olimpica, lo diede in prestito al Monaco, dove però trovò davvero poco spazio, per lui infatti ci furono solo 9 apparizioni e nessun gol segnato nella stagione 2008-2009. Terminato il prestito in Francia, tornò in Portogallo, ma per il giocatore quello fu l’inizio di un vero e proprio girovagare in Europa, alla ricerca di una squadra disposta a garantirgli continuità.

Passò prima ai portoghesi del Belenenses, squadra della Primeira Liga portoghese, poi ai greci dell'Aris Salonicco e, infine, i turchi del Çaykur Rizespor. In ogni esperienza, non lasciò mai il segno.

L’inizio della fine

Nell'estate del 2011, ad appena 22 anni, dopo i fallimenti europei, fu ceduto a titolo gratuito ai Philadelphia Union, dove chiuse la prima stagione con 13 presenze e due gol. Nel 2013 Adu fu poi girato in prestito al Bahia, squadra del Campeonato Brasileiro. A fine stagione, dopo appena 2 presenze, rimase senza contratto e tornò in Europa alla ricerca di un club disposto a credere ancora in lui. Non andarono bene i provini con il Blackpool e con i norvegesi dello Stabaek, ma anche con gli olandesi dell'AZ Alkmaar, così si trasferì in Serbia al Jagodina.

Poca fortuna anche qui e una sola presenza in gare ufficiale che lo costrinsero a rescindere il proprio contratto, trovandosi, all'età di 25 anni, ancora una volta svincolato. In quegli anni, le sue disavventure, le attribuirono all’eccessivo peso che di conseguenza non gli consentiva di avere una condizione fisica ottimale. Ma poi, era un ragazzo carico di aspettative e che si presentava ai compagni sempre in maniera poco umile.

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La foto per la pubblicità di aspirapolveri

Una carriera praticamente buttata. E pensare che, notata la sua grandissima tecnica, il Manchester United, nel 2005, provò a metterlo sotto contratto, per poi cambiare stranamente idea. A 14 anni compiuti la Nike si presentò a casa sua. Piaceva tanto la storia di Adu, un ragazzo ghanese partito dal nulla con un talento innato per il calcio. Mancava solo il grande paragone, così la Nike contattò Pelé proponendogli di fare qualche foto insieme al ragazzo. Da quel momento, purtroppo, gli restò incollata la maledetta etichetta del "nuovo Pelé".

Le sue ultime tracce, le troviamo sui social. Tempo fa, su Twitter, qualcuno si accorse che quel ragazzo che pubblicizzava una marca di aspirapolvere era proprio Freddy Adu. Mentre poco più di qualche mese, su Instagram, sul suo account, sbucarono una serie di fotografie raffiguranti orologi costosi, belle ragazze e la copertina di un videogioco, datato 2006, che lo ritraeva con il messicano Omar Bravo e Ronaldinho. Oggiè rimasto senza squadra dopo aver fallito un provino col Portland.

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