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Floro Flores shock: “Da ragazzino ho avuto un allenatore pedofilo”

L’attaccante del Sassuolo si racconta alla rivista dell’Assocalciatori: dalle curve della memoria tira fuori i ricordi di un adolescente cresciuto nel cuore di Napoli, laddove si diventa grandi già da piccoli.
A cura di Maurizio De Santis
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Rione Traiano, lembo di cemento incastonato tra i quartieri Soccavo e Fuorigrotta di Napoli. La storia di Floro Flores, oggi 31enne, comincia lì, in quella porzione di cielo incastrata tra palazzoni e cortili dove nascono i sogni di un ragazzino che ha il cuore nelle scarpe, poca voglia di studiare, in testa ‘il pallone' e null'altro. Città dai ‘mille colori e dalle mille paure', nel ventre molle dei vicoli s'impara a essere grandi già da piccoli. Facile cadere (in tentazione) e restare vittime innocenti, difficile rialzarsi. Antonio, attaccante del Sassuolo, oggi ha 31 anni, e quando ricorda la sua adolescenza lo fa come fosse ieri. Come fare un salto indietro nel tempo, azionando il rewind della sequenza videoclip. "Me le ricordo le sparatorie, noi ragazzini correvamo via e andavano a nasconderci…". Tira fuori i ricordi dalle curve della memoria e si racconta alla rivista dell'Assocalciatori ‘Il calciatore'. Quello che riconosci dal ‘coraggio, dall'altruismo e dalla fantasia': Floro Flores le ha tenute strette a sé e ne ha tratto forza perché la sua fosse la vita di uno che su mille ce la fa nonostante tutto.

Sono entrato in una scuola calcio quando avevo dieci anni, era l'Atletico Toledo", si legge da alcuni stralci pubblicati nel servizio. Floro Flores era solo un adolescente alle prese coi sogni di chi, cresciuto nella città di Maradona, ne vive la leggenda, ne respira il mito sbocciato sul prato del San Paolo. "Che ricordi ho di allora? Non tutti belli… a un certo punto saltò fuori che il nostro allenatore era un pedofilo… Ancora me la ricordo quella scena: noi ragazzini stavamo giocando e all'improvviso arrivarono i carabinieri.

Talento e voglia matta di giocare al calcio come salvagente. Cosa avrebbe fatto se non avesse giocato al calcio? Già, cosa avrebbe fatto… Floro Flores è lucido anche in questa riflessione: "Un professore voleva parlare con mio padre, gli voleva dire che l'unico sistema che c'era per convincermi a studiare era vietarmi di giocare al calcio. A me piaceva fare solo quello. E io ebbi paura perché sapevo che rischiavo di prenderle…". Come andò a finire? "Mio padre rispose che quella, giocare a calcio, era l'unica cosa che sapevo fare. Che se me l'avesse tolta quale sarebbe stata l'alternativa, morie ammazzato oppure finire in cella?".

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