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FIGC, Malagò minaccia: “I fondi possono scendere ancora”

Continua il braccio di ferro tra Coni e Federazione sui contributi.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Nuovo braccio di ferro tra il Coni e la FIGC riguardo il taglio di contributi destinati al calcio: Gianni Malagò, il presidente del Coni, ha infatti spiegato alla Commissione Cultura della Camera dei deputati che "se il calcio lavora e si comporta su certi presupposti, può recuperare forse tutto o forse più di quello che ha perso. Ma se continua a fare certi tipi di scelte politiche, cosa che può fare essendo un ente privato", ha continuato il numero uno del Comitato Olimpico Nazionale Italiano, "forse questa cifra magari scende ancora". Un preciso affondo, quello di Malagò, che non mancherà di suscitare reazioni e polemiche. "Io non sono un avversario del calcio, ma un grande tifoso", ha spiegato, "ma ho semplicemente fatto sì che la commissione riconoscesse che il calcio non fosse più un'isola a parte. Fin quando non ero al Coni", ha concluso, "il calcio aveva una percentuale fissa rispetto al finanziamento pubblico, mentre ora è rientrato in alcuni parametri come le altre federazioni".

Difficile però che dalla FIGC prenderanno bene queste motivazioni: del resto, se la cifra destinata al calcio è scesa da 62 a 42 milioni di euro, era inevitabile che suscitasse delle reazioni. "Chiediamo di rivalutare la situazione della contribuzione", aveva detto due giorni fa il presidente federale Carlo Tavecchio, "oppure, se non fosse possibile, chiediamo di darci tempo per poter applicare la contribuzione. So di chiedere una cosa importante", aveva spiegato, "ma noi metteremo a disposizione tutte le nostre risorse". "Non dite che il provvedimento è arrivato dall'oggi al domani", aveva invece precisato Malagò già nei giorni scorsi, "si sapeva perfettamente che, dal momento in cui si usciva dal 18% di percentuale fissa, qualunque parametro usato, anche quello più favorevole, non avrebbe mai potuto garantire 62 milioni al mondo del calcio sui 129 milioni a disposizione del Coni per tutte le federazioni, che sarebbero poi quasi il 50% di quello che abbiamo per la parte sportiva". Il braccio di ferro continua.

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