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Figc, il primo atto di Tavecchio: “Abolita la discriminazione territoriale”

Abolita la norma sulla discriminazione: non ci saranno più squalifiche per “offesa, denigrazione oppure insulto per motivi di origine territoriale”. E’ la prima ‘cambiale’ pagata da Tavecchio alle società di calcio. Quanto alla scelta di Conte: “E’ uno shock positivo”
A cura di Maurizio De Santis
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La prima cambiale è stata già pagata. L'atto d'esordio della gestione Tavecchio, neo eletto alla presidenza della Figc, è chiarissimo: ricordate la tanto contestata norma sulla discriminazione territoriale, quella che non piaceva a buona parte delle società e nemmeno ai tifosi? Ecco, in base al documento emerso dalla riunione del primo Consiglio federale, è stata depotenziata, svuotata, di fatto cancellata e con essa gli articoli 11 e 12 cui faceva riferimento. E l'impegno concreto (più insulti liberi per tutti) è stato mantenuto. Cosa accade ora? Non verrà più ritenuto comportamento discriminatorio, da sanzionare come illecito disciplinare, quella condotta che veniva considerata (direttamente oppure indirettamente) di ‘origine territoriale'. I club, inoltre, non sconteranno più la responsabilità oggettiva legata a quella prescrizione quando i loro tifosi si renderanno protagonisti di "offesa, denigrazione oppure insulto per motivi di origine territoriale". Dunque, in base all'articolo 12 (prevenzione dei fatti violenti) offendere gravemente tifosi e giocatori avversari facendo riferimento alle loro radici, appartenenza, provenienza resterà un comportamento passibile di sanzione ma edulcorato: perché da un lato viene derubricato e dall'altro viene implementato il concetto di ‘gradualità' scongiurando così la chiusura immediata delle Curve.

Meravigliati? No, niente affatto. Tavecchio è stato coerente con le sue idee: ‘optì poba', calciatori mangia-banane (espressioni adottate per definire i giocatori extra-comunitari) fanno il paio con la percezione che si dà d'un approccio troppo morbido nei confronti della stupidità, degli ultrà razzisti e della violenza verbale per gli osanna al Vesuvio, a Napoli che venga distrutta e lavata col fuoco perché città di ‘colerosi e terremotati'; della parola ebreo adottata come epiteto e con quant'altro faccia parte del bestiario da stadio che molti dirigenti s'erano affrettati a definire semplici sfotto'. Non volevano maggiore severità, né loro né i tifosi, e l'hanno ottenuta.

Però non c'è pericolo che Tavecchio venga frainteso, per lui il razzismo è una cosa seria. E allora, per dimostrare quanto tenga alla materia, ha deciso di nominare Fiona May (ex campionessa italiana d'atletica di colore) come coordinatrice di una commissione specifica per incentivare e rafforzare l'impegno della Federazione su questa tematica. E a chi gli ricorda quell'uscita infelice ‘sull'unico frutto dell'amor', replica elencando le proprie opere di munificenza: "Ho tre figli in adozione in Africa, ho fatto una cooperativa del pomodoro – commenta Tavecchio -. Non vorrei farvi vedere le lettere che arrivano da lì in mio favore… La mia coscienza è tranquilla, io non ho mai pensato di offendere nessuno. Le parole sono state sbagliate e ho chiesto scusa ma contano i fatti. Un mio provvedimento, poi, ha permesso a 12mila extra-comunitari di giocare a calcio…". Faccetta nera, bell'abissina ancora ringrazia…

Quanto alle polemiche scaturite dalla scelta di Conte e dal contratto (circa 5 milioni a stagione, di cui 3 versati dallo sponsor tecnico della Puma), Tavecchio dissimula e sceglie una frase a effetto: "Antonio Conte è uno shock… Uno shock positivo. Le critiche per il contratto? Aspettiamo domani (martedì, giorno della presentazione a Roma del nuovo ct, ndr) per parlarne".

Definita la squadra di Tavecchio. I due vice-presidente saranno: l'attuale numero uno della Lega di Serie A, Maurizio Beretta (vicario) e il presidente della Lega Pro, Mario Macalli. Il comitato di presidenza sarà composto, da Tavecchio (presidente Figc), dal vicepresidente vicario Beretta, dal rappresentante della Lega di Serie A, Claudio Lotito, da un rappresentante di Aic e Aiac, Renzo Ulivieri, e da un rappresentante della Lega Nazionale Dilettanti, il vicepresidente Alberto Mambelli.

Caos ripescaggi in B. La serie cadetta tornerà a 22 squadre, ne manca una perché il quadro sia completo: la riapertura dei termini per le nuove domande permette di presentarle entro il 25 agosto. Però, non potranno più chiedere la riammissione società che nelle stagioni 2012/2013 e 2013/2014 abbiano subìto sanzioni per illecito sportivo (Novara, Reggina e Lecce, per esempio, sono fuori).

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