Fifa, Sepp Blatter tiene duro. Sarà presente al sorteggio mondiale di Russia 2018
Se tutto va male, dovremo sopportarlo almeno fino a dicembre: mese nel quale la Fifa potrebbe organizzare le nuove elezioni per scegliere il suo successore. Fino ad allora, Joseph Blatter, per gli amici "Sepp", sarà ancora tra noi: pronto a comandare la sua ciurma anche in mezzo a quella tempesta perfetta, che ha rischiato seriamente di far andare a fondo la nave della Fifa con tutto il suo equipaggio. Blatter, però, è uomo (anzi, "Lupo") di mare. Abituato a reggere il timone, anche nelle traversate più difficili, il presidente della Fifa ha prima ventilato l'ipotesi di dimissioni, di un loro ritiro e, successivamente, fatto anche capire che potrebbe essere presente alla grande kermesse di San Pietroburgo. A fine luglio, infatti, ci sarà la cerimonia per il sorteggio dei gironi eliminatori dei Mondiali di Russia 2018 e, secondo la stampa inglese, Blatter potrebbe intervenire come presidente comunque in carica, nonostante le "presunte" dimissioni.
Complice il supporto totale della federazione russa, la prima a scendere in campo in difesa di Blatter nei giorni dell'inchiesta partita dagli investigatori americani dell'Fbi, il presidente della Fifa avrebbe garantito la sua presenza al ministro dello sport Vitaly Mutko che, ai tabloid britannici, ha dichiarato: "Sarà sicuramente presente come tutto il comitato Fifa e le 209 federazioni con i loro rappresentanti. Tutto sta andando come previsto". In tutte le precedenti cerimonie che si sono svolte in Russia, Blatter è sempre stato presente ed è facile prevedere che sia così anche il prossimo 25 luglio: data nella quale il massimo dirigente svizzero potrebbe incassare l'ennesimo attestato di stima dai vertici del calcio russo e dal presidente Vladimir Putin, con il quale Blatter ha un rapporto d'amicizia che dura da tempo. Intanto pare improbabile la sua presenza in tribuna, per la finale di Coppa del Mondo femminile che si terrà a Vancouver. A causa delle indagini in corso, Blatter potrebbe decidere di non consegnare il trofeo alla nazionale vincente ("deja vu" di ciò che già successe a Berlino, con l'Italia di Marcello Lippi) e di mandare in avanscoperta il suo segretario generale Jérôme Valcke.
