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Fifa, nuove elezioni il 26 febbraio: la Uefa spinge per il dopo Blatter

Il francese potrebbe essere il candidato alla presidenza, forte dell’appoggio di quattro confederazioni su sei. Africa ed Asia indecise, ma la Uefa smentisce l’interesse. Blatter è stato contestato. Un comico inglese gli ha lanciato in volto delle banconote false.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Nuove elezioni della Fifa il 26 febbraio 2016 e lancio di banconote all'indirizzo di Sepp Blatter: dopo qualche settimana di relativa "calma", riprende la battaglia attorno alla Fifa, o meglio il suo massimo esponente Sepp Blatter. Il presidente elvetico della federazione internazionale è sempre nell'occhio del ciclone dopo lo scandalo che ha travolto la Fifa mettendo a nudo un sistema di tangenti che rischia di far saltare diverse teste di prim'ordine. Le prossime elezioni si terranno il 26 febbraio 2016, nonostante la federazione europea spingesse affinché venissero disposte anche prima, dopo quelle vinte da Blatter poche settimane fa a cui erano seguite le sue dimissioni.

La notizia delle elezioni fissate al 26 febbraio prossimo ha scatenato l'ira dei contestatori: la conferenza stampa di Sepp Blatter è stata addirittura rimandata dopo che, appena entrato in sala, un uomo gli lanciato in viso una manciata di banconote false, per poi essere portato via dalla sicurezza. Si è scoperto poi che l'autore del gesto era il comico inglese Simon Brodkin, noto per aver interpretato il personaggio di Lee Nelson. "Bisogna prima pulire. Per ora non sono in grado di parlare di calcio. Questo non è calcio", ha detto poi Blatter mentre usciva dalla sala stampa. La decisione del presidente della FIFA, che vuole restare in carica fino alle nuove elezioni, continua insomma a tenere banco.

La Uefa intanto alza il tiro: Michel Platini, in una riunione a porte chiuse con i presidenti delle altre confederazioni, premeva per anticiparle e sostituire così alla guida Blatter. Si terranno dunque il prossimo 26 febbraio, anche se la Uefa avrebbe voluto anticiparle di qualche mese, magari già a metà dicembre sebbene in quel periodo ci fosse il Mondiale per Club, che quest'anno torna a disputarsi in Giappone. Diverse indiscrezioni parlano proprio di Michel Platini come possibile candidato a presidente della Fifa, ma la Uefa ha prontamente smentito: ma diversi organi di stampa parlano del possibile appoggio, in caso di candidatura di Roi Michel, di quattro confederazioni su dieci, con le sole federazioni africana ed asiatica ancora indecise sul da farsi.

Agli africani non dispiacerebbe Issa Hayatou, vice-presidente Fifa di lungo corso e fedelissimo di Blatter. Per ora è solo un nome, ma alla riunione della confederazione, prevista il 6 agosto al Cairo, si discuterà sicuramente anche di questo. Difficile, comunque, l'appoggio a Platini o a candidati apertamente contro Blatter. Gli asiatici sono invece nel caos: il presidente è Salman Bin Ebrahim Al Khalifa, membro della famiglia reale e sceicco del Bahrain in carica dal 2013, ma il pezzo da novanta è Ahmad Al-Fahad Al Sabah, sceicco del Kuwait. L'ultimo candidato sconfitto da Blatter poche settimane fa era Alī bin al-Ḥusayn, principe di Giordania, ma sembra essersi fatto da parte. Improbabile il nome Mohamed bin Hammam, già presidente della confederazione tra il 2002 ed il 2011. Qatariota, non appartenente a famiglie reali (il padre uomo d'affari del Qatar, la madre infermiera), era un fedelissimo di Blatter fino al 2011, poi è finito "fuori dal cerchio". La situazione è particolarmente ingarbugliata, visto che in Asia i pezzi grossi provengono quasi tutti dai paesi arabi, mentre dall'Estremo Oriente nessuno sembra avere forza per imporsi.

Insomma, la situazione è più che mai ingarbugliata. Le prossime elezioni si terranno il 26 febbraio 2016, ma al momento mancano ancora candidati di prestigio che possano sfidare (e battere) Sepp Blatter. Il tempo, ovviamente, c'è tutto. Ma la sensazione è che la situazione, già incandescente, possa divampare in un vero e proprio incendio se si arriverà nuovamente alle elezioni senza un uomo forte in grado di raccogliere la pesante eredità del presidente elvetico.

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