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FiFA, Blatter vuol ritirare le dimissioni. Nike nei guai per una sponsorizzazione sospetta

Il numero uno del calcio mondiale, colpito nei giorni scorsi dall’inchiesta partita dagli Stati Uniti, starebbe pensando ad un clamoroso dietro front dopo i messaggi di solidarietà di molte federazioni. Oltre a Blatter, messa sotto accusa anche la Nike per una presunto accordo sospetto con la federazione brasiliana.
A cura di Alberto Pucci
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Quando c'è di mezzo Sepp Blatter, mai dire mai. Dopo il terremoto che nei giorni scorsi ha scosso le fondamenta del palazzo della Fifa, il presidente del massimo organismo mondiale è sempre più nel mirino degli ispettori che stanno indagando sul giro di mazzette versate e intascate per l'organizzazione dei mondiali 2010 in Sudafrica. Complice, secondo gli inquirenti, di aver taciuto (e approfittato?) della corruzione in atto, Sepp Blatter diede le sue dimissioni a poche ore dalla sua già contestata rielezione. A distanza di alcuni giorni, e sceso l'interesse mediatico per lo scandalo, il 79enne presidente della Fifa sembrerebbe ora indeciso sul da farsi. Rimanere fuori dai giochi o ritirare le dimissioni e rientrare sul ponte di comando? Gli attestati di stima e le parole di conforto di alcune federazioni (specialmente quelle asiatiche e africane), avrebbero fatto breccia nella testa e nel cuore del dirigente svizzero, che ora mediterebbe un clamoroso dietro front.

Dal quartier generale della Fifa non arrivano smentite e commenti alla possibile decisione di Blatter. La notizia, resa pubblica dal giornale svizzero "Schweiz am Sonntag", ha ovviamente spiazzato tutti: dalla critica ai tifosi di tutto il mondo. Inviso a molte federazioni e alla stragrande maggioranza degli appassionati mondiali, Blatter è già stato messo alla gogna nonostante il lavoro delle autorità americane non sia ancora concluso e, soprattutto, certificato da prove e fatti evidenti. Una situazione imbarazzante, quanto quella del colosso americano Nike che, a quanto pare, sarebbe stato coinvolto in questo pasticcio. Secondo il "Wall Street Journal", la nota multinazionale americana sarebbe finita nel mirino delle autorità per alcuni presunti pagamenti fatti nel 1996, in merito alla sponsorizzazione della nazionale brasiliana: un accordo da 160 milioni di dollari, per dieci anni, che avrebbe insospettito il Dipartimento di Giustizia statunitense.

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