Fenomeno ibrahimovic, in 51 gare 50 col Psg. E sono 156 in 4 anni a Parigi
Cinquanta gol in 51 presenze. Straordinario, dirompente, fatale. Non ci sono più aggettivi per raccontare i quattro anni di Ibrahimovic a Parigi. "Ho vinto tutto, missione compiuta", sono state le ultime parole dello svedese prima del suo addio ufficiale alla maglia del Psg. La ‘grandeur' ritrovata da parte dei capitolini è tutta vincolata alle sue prodezze, al suo modo di essere devastante in campo, alla sua classe, ai suoi colpi, al suo ‘essere un po' spaccone' – come lo hanno definito spesso i media transalpini.
Zlatan è così, lo odi oppure lo ami. Con lui non esistono mezze misure. Sei dalla sua parte oppure… oppure sono cavoli amari. Sei capace di giocare alla pari oppure becchi gli improperi. E guai a fargli ombra… chiedete a Cavani, che da quando ha lasciato Napoli e la Serie A per la Ligue 1 ha sofferto spesso di ‘mal di pancia' e fatto incetta di maalox… Magari adesso gli passerà tutto.
‘Ibracadabra'. L'ultima magia il campione svedese l'ha esibita nella finale di Coppa francese. Ha preso per mano il Paris Saint-Germain e gli ha mostrato un trucco meraviglioso: la doppietta che ha steso il Marsiglia e incanalato la squadra verso l'ennesimo trionfo, il 12simo trofeo da quando in squadra c'è lui, capace di realizzare ben 156 gol in 4 anni di permanenza sotto la Torre. Fenomeno. "Questo è un gruppo speciale – ha aggiunto Ibra a ‘Eurosport' – Ciò che abbiamo fatto negli ultimi 3 anni è qualcosa di incredibile".
A chi dice che a 34 anni è sul viale del tramonto replica alla sua maniera. "Questa società, questa squadra mi mancheranno. Qui ho disputato una delle mie migliori stagioni in carriera segnando 50 reti a 34 anni. Ma non pensate che sia finita perché sono ancora in fase di riscaldamento".
Dopo la vittoria nella finale della Coppa di Francia, il sindaco di Parigi, Anne Hidalgo, ha insignito Ibrahimovic della Gran Medaglia della Città di Parigi, una grande e importante testimonianza di affetto e stima nei confronti del calciatore che lascia un ricordo indelebile per la sua avventura sotto la Torre. Lascia un club che ha preso dal nulla e lo ha portato tra i grandi del calcio europeo.
