Europeo 2016 come un Mondiale: più squadre (24), più gare, più soldi
Otto squadre in più nella fase finale che si disputerà in Francia. Chiamatelo pure Euro-Mondiale 2016, considerato il numero di formazioni che s'avvicina al format della Coppa iridata (32 partecipanti). Sei gironi, 51 gare in calendario, ottavi di finale che fanno capolino, 10 stadi e un'altra novità, non esisterà il cosiddetto ‘fattore campo'. Tutti i match dei gironi eliminatori verranno giocati in 3 sedi differenti a beneficio degli spettatori e articolati su 3 fasce di orario: alle 15, alle 18 e alle 21. Le ragioni ufficiali del cambiamento annunciato nei mesi scorsi dall'Uefa e salutato con soddisfazione dal presidente, Michel Platini? Ufficialmente per concedere anche alle nazionali ‘minori' (in particolare quelle dell'Est Europeo) maggiori chance di qualificazione, guadagnare visibilità, offrire una vetrina ai talenti che arrivano dalla periferia (calcistica) del ‘Vecchio Continente'.
Più squadre, più incassi da sponsor e diritti tv
De Coubertin avrebbe approvato il grande spirito di partecipazione che anima i vertici della Federazione. Accanto al fine nobilissimo, però, c'è un dettaglio tutt'altro che trascurabile a rendere più appetibile il cambiamento: grazie al piano d'investimenti e d'introiti che gli architetti del business plan hanno già tracciato, in virtù delle oltre 20 partite in più che si giocheranno rispetto al 2012, nelle casse dell'Uefa arriveranno molti più introiti, frutto di sponsor e diritti televisivi acquisiti dalle diverse emittenti nazionali che trasmetteranno la kermesse allargata. Un fiume di denaro che – secondo un proiezione dell'Eca (European Clubs Association) per il 2020 – assicurerà progressivamente maggiori fondi per quelle squadre di club che avranno calciatori convocati per la rassegna continentale. Quanto entrerà in tasca alle società? L'8% dei proventi ricavati da diritti tv, commerciali e biglietti venduti con una quota minima fissa garantita di 200 milioni di euro (50 in più rispetto al 2016).
Big tutelate e squadre ‘materasso'
Più squadre, più partite significa anche evitare da subito big match ed eliminazioni clamorose delle nazionali maggiori, spalmando così il clima di competitività. Cosa significa? Che sarà difficile assistere da subito a gare ad alto quoziente di difficoltà (come Francia-Inghilterra oppure Spagna-Italia nel 2012) considerato che a qualificarsi saranno le prime 2 classificate di ogni girone più le migliori terze. Si entrerà nel vivo solo a partire dai quarti di finale, dopo la scrematura avvenuta tra la fase dei gruppi e gli ottavi di finale.
Formula cambiata per la terza volta
A tenere a battesimo la Coppa fu Henry Delauney ma nel 1960 erano appena 4 le nazionali che vi partecipavano: una sorta di torneo elitario tra le squadre più forti d'Europa. Nel 1980 il novero delle formazioni ammesse alla fase finale salì a 8 e restò tale fino all'Europeo del 1996, quando in Inghilterra si presentarono 16 squadre ai nastri di partenza. Con le novità introdotte di recente il format della manifestazione cambierà per la terza volta (24 squadre).
Qual è stato l'ultimo Europeo vinto dall'Italia?
L'ultima vittoria dell'Italia all'Europeo risale al 1968, davanti al pubblico amico. Gli Azzurri ebbero la meglio in finale contro la Jugoslavia ma furono necessarie due partite per l'assegnazione del titolo. La prima terminò 1-1 (gol di Domenghini) dopo i tempi supplementari. Si andò al replay (allora non esistevano i calci di rigore) e all'Olimpico di Roma la Nazionale trionfò grazie alle reti di Riva e Anastasi. Da allora l'Italia ha ottenuto due secondi posti (nel 2000, battuta al golden gol da Trezeguet; nel 2012, umiliata per 4-0 dalla Spagna) e un quarto piazzamento nel 1980.