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Euro 2016, Blind sull’orlo del precipizio: la sua Olanda ad un passo dalla clamorosa eliminazione

Con la pesante sconfitta rimediata in Turchia, la nazionale olandese è vicina ad un clamoroso flop europeo. Un incubo e una coincidenza sinistra per i tifosi “orange” che ora rivedono gli spettri dell’eliminazione del 1984, quando l’Olanda non partecipò all’edizione giocata proprio in Francia.
A cura di Alberto Pucci
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Tra chi festeggia e chi si prepara a brindare per la qualificazione ad Euro 2016, c'è anche chi si dispera per una classifica europea che non promette niente di buono. Il caso più eclatante è quello dell'Olanda di Danny Blind che, reduce dalla sconfitta pesante di Istanbul, è ora ad un passo dal baratro e da una clamorosa estromissione dalla competizione continentale che si giocherà nella prossima estate in Francia. Lontana ben nove punti dalla vetta del gruppo A, comandata da Islanda e Repubblica Ceca, e superata proprio dalla formazione di Fatih Terim, l'Olanda sta rivedendo gli spettri del 1984 quando non si qualificò a causa della differenza reti (la Spagna travolse 12-1 Malta, alimentando più di una polemica), prima di rientrare nella competizione nel 1988 che si concluse con il trionfale successo finale contro l'Urss di Valery Lobanovsky.

Quella, però, era la squadra del "santone" Rinus Michels. Era l'Olanda di Ruud Gullit, Ronald Koeman e Marco van Basten, una nazionale spettacolare che arrivò imbattuta alla finale di Monaco. Oggi, di quella mitica formazione è rimasto solo il mitico "Cigno di Utrecht", relegato a vice allenatore di Danny Blind: colui che aveva il compito di far dimenticare gli alti e bassi della gestione Hiddink. A distanza di mesi, però, l'ex icona dell'Ajax non è ancora riuscito a risollevare le sorti degli "Orange". Anzi, è molto vicino ad un gigantesco "flop" europeo. Con quattro sconfitte, tre vittorie e un pareggio, la selezione olandese rischia persino di non potersi qualificare per gli spareggi e di vedere il prossimo europeo francese soltanto davanti alla televisione.

Con due gare ancora da giocare (il 10 ottobre in Kazakistan e tre giorni dopo in casa contro la Repubblica Ceca di Hamsik), Sneijder e compagni dovranno compiere un miracolo e sperare anche in un doppio passo falso turco contro le due regine del gruppo A. Un crollo inspiegabile e clamoroso, per una nazionale che può contare sulla classe di giovani talenti come Cillesen, De Vrij, Klaassen e Depay e sull'esperienza dell'ex interista, di Blind e di van Persie. Una squadra che, probabilmente, sta risentendo più del dovuto dell'assenza di Robben: il suo giocatore migliore, fuori causa per infortunio. L'involuzione del calcio "orange" fa impressione, soprattutto se si pensa a ciò che questa nazionale è stata capace di fare soltanto pochi mesi fa durante il mondiale brasiliano: terminato al terzo posto, dopo 5 vittorie e una sola sconfitta contro l'Argentina, arrivata ai rigori in semifinale.

I fasti di un tempo, quelli del "calcio totale" e dei "tulipani d'oro milanisti", sono soltanto un dolce e sbiadito ricordo. Danny Blind, dopo l'ennesima figuraccia in eurovisione, è sempre più nel mirino della critica e rischia seriamente di perdere il posto in caso di clamorosa, quanto inaspettata, eliminazione. Il successore di Hiddink, che per anni ha fatto il secondo di van Gaal, pare non aver più il controllo della situazione: "La sconfitta con l'Islanda ha pesato a livello psicologico – ha tentato di spiegare il commissario tecnico, dopo la sconfitta in Turchia – Abbiamo provato a dimenticare la sconfitta di Amsterdam, ma evidentemente non ci siamo riusciti. Diventa tutto più complicato se concedi gol facili agli avversari".

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