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Erede di Maldini, dandy e belle donne, imprenditore a Dubai. I mille volti di Coco

L’ex calciatore di Milan, Inter e Barcellona ha chiuso in fretta la sua carriera ma è rimasto sotto i riflettori per la vita mondana. Un talento sprecato, così lo definì Capello che gli disse: “Se diventi un calciatore professionista mi taglio i c…”.
A cura di Salvatore Parente
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Uno di quei talenti per i quali la frase:"poteva essere un crack e invece…" ben si applica ad un calciatore come Francesco Coco che, pur avendone le qualità, non è riuscito a essere costante negli anni pur avendo vestito maglie importantissime fra le quali quella di Milan, Barcellona e Inter.

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Grandi maglie, tanti infortuni, carriera terminata presto

La lunghissima carriera come calciatore di Francesco Coco ha inizio nel 1995 con il Milan in Serie A. Rimarrà con i rossoneri per le successive 2 stagioni conquistando anche lo scudetto con Fabio Capello in panchina. Nell’anno successivo però, viene ceduto in prestito al Vicenza anche per fare esperienza in Europa, dato che la squadra allenata allora da Guidolin partecipava alla Coppa delle Coppe. L'anno successivo Coco viene girato in prestito al Torino nel 1999/2000. L'annata termina però con la retrocessione dei granata, ma il terzino di Paternò ha convinto il Milan ha lanciarlo definitivamente in rossonero. Nella stagione successiva gioca praticamente tutte le gare con la casacca del diavolo. Zaccheroni, allora tecnico del Milan, difficilmente riesce a privarsene tanto da attirare anche l’attenzione di Giovanni Trapattoni che comincia a farlo entrare nel giro della Nazionale italiana. Un esordio in maglia azzurra che non tarda quindi ad arrivare.

Coco

Coco debutta a San Siro nel 2000 in Italia-Romania 3-0. L'anno seguente al Milan ha però dei contrasti col tecnico Fatih Terim e, temendo di passare la stagione in panchina nel campionato che porta ai Mondiali di Corea-Giappone, viene prestato al Barcellona senza lasciare però un grande ricordo in maglia blaugrana. Torna a Milano a fine campionato. Dal 2002 al 2005 passa all'Inter. Dopo una prima buona annata da titolare con Hector Cuper, un lungo infortunio alla schiena gli impedisce di giocare. Così nell'estate del 2005 è ingaggiato in prestito dal Livorno, con cui gioca con più regolarità, ma ancora un grave infortunio al ginocchio lo fa fermare di nuovo.

Nell'estate 2006 torna all'Inter, ma rimane fuori rosa per tutto il girone di andata, sia perché doveva ristabilirsi dall'infortunio, sia per scelta tecnica, da parte di Roberto Mancini. Il 31 gennaio successivo viene ceduto in prestito al Torino dove disputa però appena 3 partite. Nell'estate 2007, al termine del prestito con i granata, rientra all'Inter ma rescinde in modo consensuale il suo contratto che lo legava ai neroazzurri fino al giugno 2009 e abbandona definitivamente, a soli 30 anni, il calcio giocato. Nello stesso anno, Flavio Briatore gli propone di giocare nella sua squadra, il QPR, ma l'avventura londinese del difensore stenta a decollare e dura appena tre giorni.

Calciatore, Isola dei Famosi e locali in Costa Smeralda

Il mondo del calcio non è fatto solo di successi, soldi, fama, copertine, modelle e gloria ma, prima di tutto, da indicibili sacrifici umani e atletici. Questo il limite di Francesco Coco, un calciatore, un uomo che, a soli 30 anni, ha smesso di sognare ad occhi aperti e a faticare per le maglie che ha fieramente indossato in favore di progetti discutibili, opinabili ma a cui lui credeva fermamente. Una vita da attore a Hollywood, da responsabile delle pubbliche relazioni del locale più “In” della Costa Smeralda, da concorrente del reality “L’Isola dei Famosi” o da ospite fisso di “Quelli che il calcio”.

Una vita in tv o altrove, insomma ovunque, eccetto nel calcio. Strade quindi totalmente differenti da quelle praticate fin da bambino nella sua terra d’adozione, la Lombardia e nella sua Legnano. Una sliding doors che lo ha condotto verso altre direzioni e che ora lo portano, ancora una volta, altrove, nel deep East, nella culla del golfo Persico, a Dubai. Lì, da fiero studente e erede di Paolo Maldini è diventato un “imitatore” di un altro suo storico punto di riferimento, quel Briatore con cui litigò al Qpr e che, forse, lo ha ispirato in questa sua nuova veste nell'ambito della ristorazione made in Italy.

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‘Forbici' per Capello e occasioni sprecate… ma non con le donne

“Il siciliano”, come veniva chiamato dalla stampa spagnola ai tempi del Barcellona, ha fatto parlare di sé anche, e soprattutto, fuori dal campo. Francesco Coco rientra a tutti gli effetti nella categoria “talenti sprecati”, dando così ragione a Fabio Capello che appena lo vide al Milan gli disse «Se diventi un calciatore professionista mi taglio i c…», (celebre anche la risposta del ragazzo di Paternò «Mister, prepari le forbici»). Calciatore lo è stato, professionista non proprio. Infatti, dopo le occasioni perse nella prima parte di carriera a causa di numerosi guai fisici e di una condotta di vita un po' sopra le righe, nella seconda parte di carriera tenta l'avventura all'estero ma al Manchester City l’allenatore lo rifiutò perché si presentò all’allenamento con una sigaretta in bocca.

La giunonica Arcuri e la procace Caruso tra le sue conquiste

Ricevette un secco no anche dal Saint Etienne e dal QPR del suo amico Briatore. Decise allora di ritirarsi dal calcio professionistico all’etá di 30 anni, ma a fare una vita tranquilla proprio non ci è riuscito. Francesco Coco ha sempre amato la vita mondana, il mondo dello spettacolo e soprattutto si è sempre accompagnato a bellissime donne. Dalla giunonica attrice Manuela Arcuri alla ballerina e modella francese Eloide, dalla bellissima Francesca Lodo alla procace Paola Caruso, oltre ai molti altri flirt attribuitigli. Adesso dice di essere cambiato, ma intanto le forbici a Fabio Capello non sono servite.

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