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Ennyinaya: dal gol a Bari contro l’Inter al triste ritorno a casa, in Nigeria

L’incredibile storia di Hugo Ennyinaya è cominciata dopo quella magica notte allo stadio “San Nicola” di Bari quando, contro l’Inter di Lippi, insieme a un ragazzino di nome Antonio Cassano, strapazzarono 2-1 i nerazzurri. Fra infortuni e altre esperienze, fra il calcio polacco e i campionati d’Eccellenza italiani, decise di smettere a 30 anni.
A cura di Fabrizio Rinelli
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Un gol all’Inter all’esordio in Serie A quando era appena maggiorenne. Giocava in una delle piazze più calde del Sud Italia, Bari, esigente e calorosa come quasi tutte le squadre meridionali. Ma la storia di Hugo Ennyinaya, uno che avrebbe dato la vita pur di giocare calcio, è una di quelle che forse non avete mai sentito.

Di nazionalità nigeriana, fra infortuni, promesse e stipendi mancati, la sua stella ha lentamente smesso di brillare, arrivando al punto di lasciare definitivamente l’Italia e il calcio giocato, per fare ritorno a casa sua, in Nigeria. Scopriamo insieme il percorso calcistico di questo talento mancato.

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L’arrivo a Bari fra lo scetticismo generale

Lo chiamavano Ciccio ed era maggiorenne da qualche mese. Il Bari aveva pagato il suo cartellino 200 milioni di lire da una squadra del Belgio, un anno prima. Di origini africane come Philip Masinga, che all'epoca a Bari era una specie di mito, Hugo Ennyinaya prometteva bene e i numeri e le giocate di questo giovanotto tutto corsa e fisico, non passarono inosservate. Nel corso di un’intervista, racconto così il suo amore per la città e i tifosi: “Bari io ce l'avevo in testa. Bari è una città strana, io a Bari non mi sono mai sentito straniero. E nemmeno nero. Io che potevo essere Cassano, anche quando non lo sono diventato, comunque mi sono sentito uno di voi. Le parolacce, ‘mocc a tte, giusto? E poi un affetto che io non conoscevo".

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La vigilia di quel Bari-Inter

Era il 18 dicembre 1999, ore 20.30, Bari-Inter. Una data che solo a sentirla, i tifosi del Bari rabbrividiscono vista l’enorme emozione provata quella notte. Al San Nicola, nessuno poteva mai immaginare, prima della partita, che quella gara un giorno l’avrebbero raccontata ai propri nipoti. I pugliesi, allenati da Eugenio Fascetti, una sorta di monumento in città, stazionavano a metà classifica a quota 17 punti. La zona retrocessione era parzialmente lontana e la sfida contro l’Inter poteva essere vissuta con più tranquillità. Sull’altra panchina, quella nerazzurra, sedeva un altro viareggino: Marcello Lippi. Ex allenatore della Juventus che però, a differenza delle annate vincenti in bianconero, faticava a far ingranare la propria squadra, nonostante una campagna acquisti faraonica che portò a Milano uno come Bobo Vieri per la cifra pazzesca di 90 miliardi.

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Come arrivarono i galletti a quella partita

Da grande squadra, per l’Inter, era quindi arrivato il momento di alzare la testa e puntare lentamente alla testa della classifica e chiudere al maglio l’anno prima della sosta natalizia. I presupposti per fare bene in Puglia c’erano tutti, poichè il Bari era costretto a rinunciare agli attaccanti titolari (Osmanovski e Masinga) e schierò due ragazzini senza alcuna esperienza nella massima serie: si trattava del talento di casa Antonio Cassano ed il nigeriano Hugo Enyinnaya. Incredibilmente furono proprio loro, invece, a mettere la firma su una vittoria dei pugliesi assolutamente incredibile. Il risultato finale fu 2-1 per il Bari ed il calcio italiano pareva aver trovato in una notte non una, ma ben due stelle.

Il percorso di Hugo dopo quella notte

Una partita che, come abbiamo detto, fu storica per il Bari e, quei due ragazzini, non passarono di certo inosservati. Dal 1999 a 2001, in 48 presenze e 6 gol con i galletti, Cassano passò alla Roma. Un’opportunità pazzesca per questo talento del nostro calcio. Il nigeriano, invece, falcidiato da diversi infortuni, che gli fecero perdere fiducia e ritmo partita, vide praticamente terminare il proprio momento di gloria già quella sera. Enyinnaya però restò a Bari fino al 2002 dove giocò pochi minuti a partita. Tentò quindi di provare l’avventura a Livorno. Il nigeriano è l’uomo dei grandi esordi e la tendenza si confermò anche in Toscana, dove al debutto entrò in sostituzione di Igor Protti andando subito in rete. Sembrava finalmente arrivato il momento della consacrazione, ma invece Hugo non riuscì mai a spiccare il volo. Lasciò il club amaranto dopo un solo anno facendo ritorno a Bari per fine prestito. Dopo una breve sosta ancora tra le fila dei pugliesi, si trasferì al Foggia. Anche qui, però, l’avventura non fu fortunata e quindi Enynnaya decise di abbandonare l’Italia.

Un lungo girovagare fra club “provinciali” europei

A 23 anni Hugo avrebbe davanti a sé una carriera calcistica ancora lunghissima da poter vivere. Ma nonostante questo, gli addetti ai lavori non erano mai così convinti di puntare su di lui. Tanti sono stati i provini falliti in Francia e nelle serie minori polacche. Fin quando fu proprio la Polonia, la serie A, a rappresentare un nuovo inizio. "Ho firmato un contratto senza capire che c'era scritto. Dicevano 10mila euro al mese, non ho visto neanche un euro. Due mesi, tre partite e sono andato via. Mi tiravano anche le banane dalle tribune, quelle bestie". Un’esperienza terribile per Enyinnaya che, nonostante tutto, in Polonia giocò per altre squadre, non proprio di prima fascia, come Gornik Zarbze, Lechia Zielona Gora e Odra Opole. Poche soddisfazioni e garanzie economiche, ma almeno il nigeriano riuscì a ritrovare minuti e gol dopo anni bui.

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Il ritorno in Italia

Nel 2009 Enynnaya decise di fare ritorno in Italia. Di lui, se ne erano già dimenticati tutti. Enyinnaya firmò con l’Anziolavinio, una squadra che militava nel campionato d’Eccellenza Laziale. Non erano proprio le sue categoria preferite, ma la sua carriera proseguì lo stesso tra altre squadre del calcio dilettantistico italiano come Meda e Zagarolo, prima di decidere che forse era giunto davvero il momento di mettere la parola fine sul suo percorso calcistico. A trent’anni, fra tanti rimpianti, Enyinnaya appese gli scarpini al chiodo. “Pensavo che dopo quel giorno contro l’Inter nulla sarebbe stato più come prima. Anche perché prima nella mia vita aveva fatto davvero tutto schifo”. Le due parole di un ragazzo rammaricato per l’occasione mancata. Negli ultimi anni nel nostro Paese, fu anche ospite in alcune puntate del “Gnok Calcio Show”, programma condotto da Gene Gnocchi, in onda su Sky, prima di lasciare definitivamente l'Italia per tornare in Nigeria.

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