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Elogio della mediocrità, Nazionale senza gioco né principe azzurro

La prestazione con la Croazia ha messo a nudo le difficoltà di una squadra con poca qualità e aggrappata alla speranza che un Balotelli qualunque la trasformi in un’Italia bella e vincente.
A cura di Maurizio De Santis
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La Croazia è stato il primo, vero avversario che l'Italia ha incrociato lungo il cammino che conduce all'Europeo 2016. E c'è andata a sbattere contro perché sì Buffon ha commesso un errore incredibile, di quelli che da uno come Gigi nemmeno t'aspetti, ma la Nazionale ha subito spesso il dinamismo di un avversario che a San Siro ha reagito con carattere allo svantaggio e poi messo il cappello sulla partita. Possesso palla prolungato, pressing, qualche (a voler essere indulgenti) affondo pericoloso e un gioco arioso rispetto ad azzurri balbuzienti, a corrente alternata, spinti dall'orgoglio e (per uno spicchio di ripresa) dalla voglia del Faraone di riprendersi lo scettro a San Siro. A El Shaarawy è riuscito (quasi) tutto, ha perfino sfiorato il gol del raddoppio che sarebbe stato clamoroso quanto provvidenziale. Kovacic (subentrato a Modric per infortunio) pure ha provato a non essere da meno, tanto per pareggiare il clima da derby che alla ripresa del campionato vedrà di fronte Milan e Inter. Della Milano da bere, però, c'è rimasto ben poca cosa e anche a livello internazionale in fondo al bicchiere lasciamo la disillusione che Zaza e Immobile avevano regalato nelle prime uscite accanto alle attenuanti generiche degli infortuni e delle defezioni che hanno limitato il nostro potenziale.

Abbiamo poca qualità ma questo lo sapevamo già. E lo sa bene anche Conte che sopperisce alle lacune palesi dal punto di vista tecnico, della costruzione del gioco, dell'imprevedibilità con la determinazione e la grinta che sono un marchio di fabbrica: dal Bari alla Juventus, è stata una costante delle squadre che ha allenato almeno fino a quando reggono fisicamente. Fino a quando l'occupazione degli spazi che il modulo prediletto (il 3-5-2) fa da argine a un avversario tutto sommato contento del pareggio che mantiene inalterati gli equilibri nel girone: Croazia prima per differenza reti, azzurri secondi ma con gli stessi punti. Già, fino a quando… fino a quando si potrà continuare a fare di necessità virtù? Fino a quando potrà bastare la soddisfazione di una "buona prestazione contro un avversario rodato"? Le avesse pronunciate Mazzarri queste parole, l'avrebbero massacrato al pari della pioggia e dei mal di pancia, scuse a corredo della mediocrità che l'ex allenatore dell'Inter ha provato a camuffare fino a quando il campo e l'uscita infelice su Moratti non ne hanno segnato il destino. Quelle di Conte, invece, quasi sembrano l'elogio della mediocrità di una Nazionale aggrappata alla speranza che un Balotelli qualunque le faccia da principe azzurro.

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