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Dybala-Higuain, il tango del gol che deciderà la serie A

Dybala e Higuain: due modi diversi di essere decisivi. Il duello fra i bomber di Juventus e Napoli accende la lotta scudetto. E rinnova la tradizione dei centravanti argentini in Italia.
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Ormai è un testa a testa. Il campionato si avvia a diventare un duello a due fra Napoli e Juventus. Una disfida fra due mondi, fra due modi di vedere il calcio. Un confronto da due centravanti che dimostrano come non ci sia una via sola per essere decisivi. Higuain e Dybala portano caratteristiche, stili, filosofie differenti. A modo loro, raccontano l'ultimo capitolo di una storia antica, dell'amore della Serie A per i bomber argentini.

Bomber d'Argentina – Il capostipite dei bomber argentini in Italia è Julio Libonatti, il beniamino del Torino degli anni '20, capace di 35 gol nel 1928: i tifosi impazzivano per il Trio delle meraviglie con Adolfo Baloncieri e Gino Rossetti. Dopo l'oriundo Guaita alla Roma, è tra gli anni Cinquanta e Sessanta che la tradizione diventa leggenda. Sono gli anni del genio di Omar Sivori, 28 reti con la Juve nella stagione 1959-60, dell'eleganza di Antonio Valentin Angellilo (33 reti l'anno prima all'Inter), della potenza di Pedro “Piedone” Manfredini, mendocino sbarcato in Italia con un ginocchio in disordine e diventato in sei anni un simbolo della Roma. La riapertura delle frontiere regala al Napoli il sogno Maradona e inaugura il secondo tempo di un legame mai davvero sopito. Si torna a ballare il tango in area con Abel Balbo, primo straniero a superare la doppia cifra dopo il 1980 (117 i gol per lui in A tra Udinese, Roma, Fiorentina e Parma), Batistuta, (184 reti in A con le maglie di Fiorentina e Roma), Crespo (153 centri in Italia tra Parma, Lazio, Inter, Milan e Genoa). È storia di ieri il contributo di Milito al Triplete mourinhano, sono cronaca i 50 gol di Tevez nelle due stagioni in bianconero e il titolo di capocannoniere di Mauro Icardi l'estate scorsa. Oggi, la storia è affare per due, è materia per La Joya e per il Pipita, per Dybala e Higuain.

Dybala a Palermo – Nel passato campionato, come nella parentesi di Gasperini alla sua prima stagione in Serie A, Dybala ha iniziato a giocare stabilmente da prima punta a Palermo. Ma, come ha imparato in B con Iachini, che lo vedeva al fianco di centravanti possenti come Lafferty o Hernández, tende a svariare molto, soprattutto verso destra, con la possibilità poi di accentrarsi e cercare la conclusione col mancino. Un percorso tattico ben evidente dalla mappa dei passaggi ricevuti in Palermo-Roma dell'anno scorso (in giallo l'azione del gol, in azzurro chiaro le occasioni create): anche allora, come domenica allo Juventus Stadium, è proprio La Joya a bucare la difesa giallorossa.

Dybala, passaggi ricevuti: Palermo-Roma 2014-15. Fonte: Stats Zone, dati Opta
Dybala, passaggi ricevuti: Palermo-Roma 2014-15. Fonte: Stats Zone, dati Opta

Dybala alla Juve – La differenza fra il Dybala di Palermo e il Dybala bianconero emerge in tutta la sua chiarezza nel confronto con la stessa mappa riferita alla sfida di domenica. Allegri ha completato la sua ricerca, che tanto gli è costata in termini di punti a inizio stagione, di una soluzione alternativa a Tévez. Il gioco bianconero, con centravanti classici come Mandzukic o Zaza e un attaccante che preferisce la profondità come Morata, è cambiato rispetto alla scorsa stagione e Dybala si è trasformato in un brillantissimo attaccante di manovra. Ha accentrato il raggio d'azione, va a cercarsi la palla fra le linee con effetti a cascata su tutto l'assetto offensivo della Juve, soprattutto con l'invito alla sovrapposizione, allo scatto degli esterni, principalmente Lichtsteiner. Rispetto all'anno scorso, gli riescono meno dribbling, 2.1 contro i 2.77 a partita, ma continua a tirare poco più di 3 volte a partita (3.3 quest'anno, 3.4 a Palermo). Ma quello che stupisce di Dybala è la capacità di mettere un compagno in condizione di far male: sono 2.4 i passaggi chiave, le occasioni create a partita (erano solo 1.7 nella sua ultima stagione in rosanero). Solo Pereyra fa meglio di lui (2.6), ma ha giocato un terzo dei minuti rispetto alla Joya.

Dybala, passaggi ricevuti: Juventus-Roma 2015-16. Fonte: Stats Zone, dati Opta
Dybala, passaggi ricevuti: Juventus-Roma 2015-16. Fonte: Stats Zone, dati Opta

Dybala vs Tevez – Dal punto di vista numerico, il rendimento di Dybala in bianconero si avvicina alle medie dell'ultimo Tévez. L'anno scorso l'Apache tirava leggermente di più (3.6 conclusioni di media, di cui 1.5 nello specchio della porta), e dribblava quanto La Joya, ma creava decisamente meno occasioni da gol per i compagni (1.9 i passaggi chiave). Notevole quest'anno la media realizzativa di Dybala, un gol ogni 131′: perfettamente in linea con l'Apache, che l'anno scorso ha chiuso la stagione con una rete ogni 129′. Numeri che dimostrano come Dybala sia comunque, e resterà inevitabilmente, un attaccante che sta riuscendo a differenziarsi dalle altre prime punte della Juventus; del trequartista non ha soprattutto la partecipazione alla fase di non possesso, solo 0.4 i tackle riusciti a partita contro gli 0.8 di Tévez. Ma ha margini di miglioramento molto alti, considerato che ha una precisione al tiro ancora inferiore al 50%: 28 conclusioni nello specchio della porta sulle 76 tentate in stagione finora (20 sono state respinte, 29 sono finite fuori).

Higuain ritrovato – Problemi che Higuain, Pipita da record del Napoli, certo non si pone. Con 24 gol in 24 partite, è il miglior marcatore nei cinque principali campionati europei. Segna un gol ogni 84 minuti, meglio di Messi e Neymar e conferma la tradizione della Serie A, che solo cinque volte negli ultimi trent'anni ha incoronato un capocannoniere con meno di 20 gol: Pruzzo nel 1985-86, Virdis e Maradona nei due anni successivi, Van Basten e Vialli tra il 1989 e il 1991. Higuain ora scomoda confronti con leggende dei campionati pionieristici della Serie A. Non sembra più così sicuro il record assoluto di Nordahl, autore di 35 gol in 37 partite nel campionato 1949-50. Nè, in termini di medie realizzative, i primati di Angelillo (33 reti in altrettante presenze nel 1959), di Borel (29 in 28 gare nel 1933) e di Vieri, che ne segnò sì 24 ma in 23 partite in tutta la stagione. E come Vieri, Higuain è l'erede di quel centravanti d'area che sembrava scomparso qualche anno fa, nel nome del guardiolismo imperante e del “falso nove” come nuovo paradigma del bel calcio d'Europa. Ma basta guardare la heatmap del 4-2 alla Sampdoria, le zone di azione del Pipita, per capire quanto e come sia cambiata la sua centralità nel progetto tattico di Sarri.

Higuain, passaggi ricevuti: Sampdoria-Napoli 2014-15. Fonte: Stats Zone, dati Opta
Higuain, passaggi ricevuti: Sampdoria-Napoli 2014-15. Fonte: Stats Zone, dati Opta

Centravanti d'area – Certo, anche Higuain ha patito le conseguenze negative del modello di attacco senza centravanti, sia in Spagna sia in nazionale. Si può dire che è iniziato tutto da un memorabile 6-2 del Barcellona al Real Madrid, con la reazione blaugrana scatenata proprio da un gol di Higuain. Guardiola ha voluto Messi al centro del progetto, per lui ha sacrificato via via Eto’o, Ibra, Villa, tutti gli attaccanti che occupavano la zona centrale dell'attacco. E la scena si è ripetuta in Albiceleste, con Alejandro Sabella e soprattutto con il Tata Martino che ha messo Higuain in concorrenza con Aguero e Tevez. Sarri, che ha ammesso di non avere mai allenato un giocatore forte come Higuain, gli ha concesso l'investitura e la libertà di giocare senza che nessuno gli pesti i piedi. Il Pipita è più libero di testa, perché la responsabilità della leadership di squadra è condivisa con Hamsik e Reina, e di gambe. Sarri, allenato da Kurt Hamrin ai tempi del Figline, e miglior rappresentante della scuola di pensiero che mette al centro il gioco, ha disegnato il telaio perfetto per esaltare il Pipita. “La velocità, soprattutto mentale, oggi è più elevata. Ma non esageriamo con la forza. C'è da giocare a calcio, avrebbe detto mio nonno, mica da scaricare un camion” ha spiegato.

Higuain, passaggi ricevuti: Sampdoria-Napoli 2015-16. Fonte: Stats Zone, dati Opta
Higuain, passaggi ricevuti: Sampdoria-Napoli 2015-16. Fonte: Stats Zone, dati Opta

L'oro di Napoli – L'argentino ha tirato 133 volte in stagione (5.5 a partita, il 50% in più dell'anno scorso), 97 dall'interno dell'area, e solo 46 tentativi sono finiti fuori dallo specchio della porta. La nuova centralità e la maggiore presenza negli ultimi sedici metri spiegano perché gli riescano il doppio dei dribbling rispetto alla scorsa stagione (1.7 contro 0.9), ma il suo più intenso coinvolgimento nel gioco del Napoli non si ferma al suo status di finalizzatore e fulcro dell'attacco. Rispetto all'anno scorso, tocca in media più palloni (24.9 contro i 20.3 dell'ultima stagione), e rimane un riferimento prezioso per la squadra: serve meno assist ma resta intatta la media di 1.3 occasioni create per i compagni ogni 90′. Un cambio di passo che fa volare il Napoli verso un sogno.

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