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Diritti tv, rivoluzione in A: niente calcio domenica alle 15 e ultra-spezzatino

Come può cambiare il calcio in tv in base alle novità che potrebbero essere inserite nel nuovo accordo per la cessione dei diritti da parte della Lega e dell’advisor Infront per la prossima asta prevista a febbraio 2017.
A cura di Salvatore Parente
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stadio

La Serie A è pronta all’ennesima rivoluzione: niente partite di domenica alle 15, sette fasce orarie e non tutte in diretta. Queste le novità che potrebbero essere inserite nel nuovo accordo per la cessione dei diritti tv da parte della Lega e dell’advisor Infront per la prossima asta prevista a febbraio 2017. Tutte mosse di mercato finalizzate ad un ripensamento generale dell’offerta che sia in grado di incrementare gli introiti per i club di A.

Il nuovo pacchetto: nessuna partita alle 15

Fra le soluzioni trapelate dalla Lega per tentare di fermare l’emorragia di telespettatori che ha colpito la Serie A negli ultimi anni (-19 milioni nella stagione 2015/16), ci sono alcune soluzioni che vengono interamente mutuate da Premier League e Bundesliga, due modelli notoriamente vincenti. Una di queste vedrebbe l’abolizione della fascia oraria domenicale delle 15, che consentirebbe maggiore visibilità per la Lega Pro e il possibile inserimento delle partite di B nel vuoto lasciato dai “grandi”. Un espediente che comporterebbe, di conseguenza, un rinnovato interesse per queste categorie riportando la gente negli stadi.

L’altra innovazione al vaglio della Lega sarebbe quella di evitare di far trasmettere, così come accade in Premier League, tutte le partite in diretta ai vari Sky e Mediaset Premium. Tale scelta sarebbe giustificata dal fatto che spesso le emittenti satellitari e terrestri, pur di proporre tutte le gare agli appassionati, comprino partite che valgono meno del 7% di audience accettando poi di mandarle in concomitanza con le gare più affascinanti. Una opzione antieconomica che rende, conti alla mano, meno di quanto poi effettivamente si spenda.

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Sette diverse fasce orarie: Pronto l’ultra-spezzatino

Ancora, fra le strategie pensate per rimodulare l’offerta calcistica nazionale potrebbe esserci l’ultra-spezzatino. Ovvero, la decisione di aumentare il numero delle finestre orarie per lo svolgimento delle partite, un po’ come accade col modello spagnolo (10 match in 10 orari diversi). La Serie A però, lungi dall'essere così drastica, starebbe lavorando ad almeno 7 fasce diverse così suddivise:

1 – sabato alle 15 (per i mercati asiatici)
2 – sabato alle 18
3 – sabato alle 20.45
4 – domenica alle 12.30
5 – domenica alle 18 (partita in chiaro)
6 – domenica alle 20.45
7 – lunedì alle 20.45 (o il venerdì alle 20.45 in base agli impegni continentali)

Lo spezzatino, infine, in base agli impegni europei e alla rilevanza delle “gare di cartello”, potrebbe essere modificato di volta in volta con un diverso mix in modo da avere sempre almeno 4 partite libere dalla tv alla domenica alle 15. Insomma, per il nostro calcio è tempo di riforme, è tempo di futuro.

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