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Di Benedetto-As Roma, tanta Unicredit nella nuova società: capiamo l’accordo

Cerchiamo di spiegare meglio una trattativa complessa che si chiuderà definitivamente entro il 20 di aprile.
A cura di Edoardo Mogiani
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++ AS ROMA: DIBENEDETTO

Un'operazione complessiva pari a circa 120 milioni di euro: questo il valore intorno al quale si aggirerà la cessione della As Roma a Thomas Di Benedetto. Un quadro generale che, se presentato proponendo queste cifre ha una determinata valenza e che rischia di accecare gli occhi dei tifosi giallorossi, ma che nella realtà dei fatti sembra essere leggermente diverso. In un'operazione simile, infatti, i campi da analizzare sono molti e diversi fra loro. Il processo di acquisizione in questione presenta diverse fasi e dettagli economici che non possono non essere considerati con la rilevanza adeguata. Partiremo con gli aspetti economici prima di sportarci alle implicazioni che tali aspetti avranno nel futuro societario giallorosso.

Le certezze sul piano finanziarie sono quelle che seguono:  per acquistare l'As Roma dovranno essere versati 66 milioni di euro. Di questa somma il 60% (cioè, circa 40 milioni) verranno sborsati dalla cordata americana (a proposito della quale ci sarebbe da parlare parecchio) guidata da Thomas Di Benedetto mentre la restante cifra verrà coperta da Unicredit ( circa 26 milioni); in un secondo momento verrà lanciata un'Opa (Offerta Pubblica d'Acquisto) che servirà a ritirare dalla Borsa tutte le azioni attualmente presenti sul mercato. Il valore dell'Opa sarà di circa 23 milioni di euro dei quali Di Benedetto and Co. ne pagheranno circa 13 mentre Unicredit coprirà i rimanenti 10. A questa seconda fase seguirà una ricapitalizzazione per una somma compresa tra i 40 ed i 50 milioni di euro. Con questa cifra si copriranno le eventuali perdite del bilancio attuale ed il rimanente verrà investito nel prossimo mercato estivo ( si pensa a circa 20 milioni di euro disponibili).

Le implicazioni di tali cifre sono chiare: la cordata guidata da Di Benedetto entra con il 60% del club; il rimanente 40% spetta ad Unicredit. Il CdA sarà, di conseguenza, formato da 5 membri della cordata USA e da 3 uomini di Unicredit. Inoltre, l'accordo prevede che tutte le operazioni straordinarie (nelle quali rientrano ad esempio i rinnovi dei contratti)  debbano essere ratificate necessariamente anche dai membri della banca. Questa partecipazione quasi paritaria rischia, evidentemente, di creare un dualismo sul piano decisionale e la domanda sorge legittima: quale delle due parti prenderà decisioni nel futuro della Roma? Una risposta decisa e tempestiva è indispensabile e sembra proprio per questo che da tempo gli americani chiedono l'ingresso nell'affare di un partner italiano che rilevi il 10% del pacchetto in mano ad Unicredit. Qualora ciò avvenisse, il quadro sarebbe molto diverso e Di Benedetto acquisirebbe definitivamente quella libertà di manovra che, alla condizione attuale, non sembra avere.

Volendo, dunque, concludere questa analisi che ha considerato soltanto alcuni dei tanti punti in questione sulla cessione della Roma a Di Benedetto si può dire che, nonostante il comunicato di martedì che ha ufficializzato l'intesa tra le parti, la trattativa proseguirà fino al giorno delle firme (e forse anche oltre) per definire alcuni dettagli di fondamentale importanza con l'unico scopo di garantire ai tifosi giallorossi quello che meritano e che si aspettano: una grande Roma in Italia che possa affermarsi definitivamente nell'elitè del calcio internazionale.

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