Il ruolo del difensore, un po’ come quello del portiere, è un "incarico" pieno di responsabilità, sportive s’intende, e avaro di grandi soddisfazioni. Al minimo errore, infatti, scattano critiche, polemiche e, immancabili, i fischi del pubblico, in altre parole: la gogna.

Un mestiere complicato quindi, reso ancor più difficile quando, e accade di frequente, i “protettori”, i “pretoriani” della porta incappano in qualche sventurata autorete compromettendo, magari, il risultato di un match. Riavvolgendo il nastro delle ultime 16 stagioni di Serie A, vediamo i calciatori più sfortunati del torneo in questo specifico aspetto, quello dell'autogol.

Giuseppe Pancaro stagione 2000/01

In questa rassegna, magari poco lusinghiera, dei calciatori maggiormente “vittime” di autogol troviamo Giuseppe Pancaro. Il calciatore calabrese, vincitore fra l’altro di ben 7 trofei (fra cui 2 scudetti, 2 Coppe Italia e 1 Supercoppa Uefa) con Lazio e Milan, specie nella stagione 2000/01, quella successiva al titolo vinto dai biancocelesti, è stato davvero molto sfortunato. In quell’annata, infatti, il terzino di Cosenza fu autore addirittura di 2 autoreti di cui una dai risvolti comici e drammatici allo stesso tempo. In particolar modo, in casa contro il Napoli il 7 gennaio del 2001: traversone al centro a mezza altezza del marocchino Saber con Pancaro che, nel tentativo di spazzare col mancino, colpendo malissimo il pallone infilò la sfera alle spalle dell'incolpevole Peruzzi.

Angelo Peruzzi due volte sfortunato nell’anno 2005/06

Sempre in maglia Lazio, ma stavolta nel corso della stagione 2005/06 (la seconda della gestione Lotito), un altro calciatore, peraltro uno dei migliori estremi difensori della storia del nostro calcio (campione del mondo 2006), è incorso in episodi nefasti come questi.

In particolare, in due occasioni di quella stagione nella quale Peruzzi, nel delicatissimo ruolo di portiere, a causa di rimbalzi beffardi e rocambolesche deviazioni, dovette capitolare, curiosamente una settimana dopo l’altra, contro il Siena il 4 dicembre (match comunque vinto 3-2) e l’11 a Livorno (risultato finale 2-1 per i toscani). Errori che, nonostante tutto, non rovinarono assolutamente la stagione biancoceleste che terminò con la salvezza ed i quarti di finale raggiunti in Coppa Italia.

 

Mauricio Isla versione 2008/09

Nella lista dei protagonisti sfortunati figura pure un esterno di fascia di spinta come Mauricio Isla il quale, nel corso della stagione di Serie A 2008/09 in maglia Udinese, si è guadagnato il titolo di miglior auto-goleador del campionato.

Un “riconoscimento” ottenuto per mezzo di 2 reti messe a segno nella propria porta contro Inter prima (il 5 aprile 2009, 0-1 per i nerazzurri che si proiettarono verso il 17esimo scudetto) e Sampdoria poi (il 24 maggio successivo, 2-2 al Ferraris) ma che non gli impedì, successivamente, di vestire la gloriosa maglia della Juventus che lo acquistò, nel 2012, per circa 14 milioni di euro.

Astori/Cannavaro i “sovrani” dell’autogol nella stagione 2012/13

Nella stagione 2012/13 a dividersi la palma di elemento di “disturbo” della propria difesa furono il cagliaritano Astori e il partenopeo Cannavaro. Il primo, trionfò per “merito” delle due autoreti prodotte a Milano contro l’Inter (2-2 il risultato definitivo) e a Napoli contro gli uomini dell’allora tecnico Mazzarri (3-2 per gli azzurri).

Il secondo, invece, “grazie” all’autogol che regalò nel gennaio 2013 il momentaneo pareggio al Parma (1-2 poi per il Napoli) e all’auto-segnatura del marzo successivo contro l’Atalanta che però, dovette soccombere ugualmente al San Paolo per via della doppietta di Cavani e della rete all’81esimo del macedone Pandev.

 

2014/15 l’annus horribilis degli auto-goleador

Nell’Anno Domini 2014/15 la Serie A ha vissuto un vero e proprio miracolo sportivo all’interno del proprio torneo. Due stagioni fa, infatti, il nostro massimo campionato calcistico ha visto ben 4 calciatori vincere la “classifica” degli auto-marcatori con Moras, Cesar, Britos (1 ogni 750’) e Albiol a quota 2 autoreti. Un evento più unico che raro che, contestualmente, decretò la retroguardia partenopea, allora "telecomandata" dal tecnico spagnolo Benitez, come quella più autolesionista della manifestazione con addirittura 4 reti al passivo.