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De Laurentiis ripropone lo snellimento della Serie A: “16 squadre e più competitività”

Per il patron del Napoli ci sarebbe spazio per una rivoluzione che farebbe solo il bene del calcio italiano: “Una sola retrocessione, più qualità in campo e maggior possibilità di primeggiare in Europa”. Una ricetta antica, di cui si discute da quasi un decennio ma che non riesce mai a passare dalle parole ai fatti.
A cura di Alessio Pediglieri
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Non è una novità che questa Serie A piaccia un po' che in passato: tante squadre (18) e poca qualità, con realtà che difficilmente riusciranno a ritagliarsi un po'di spazio nella massima serie, vuoi per tradizione vuoi (soprattutto) per finanze. E' vero, qualche volta la favola diventa concreta, basti ricordare il Chievo Verona al quale nessuno aveva dato credito dopo la promozione o al Sassuolo di Squinzi che ancor oggi è una piacevole isola felice in una categoria dove contano soprattutto le potenzialità economiche dei club per fare risultato.

Comparse da Serie A – Sono tantissime le meteore, come il Pescara, il Carpi, il Frosinone, il Cesena, il Livorno che negli ultimi anni si sono alternate a salire e scendere dalla Serie A alla Serie B. Di queste, nessuna è riuscita a lasciare un segno tangibile nella massima competizione, abbassando di fatto la qualità generale del torneo. Almeno così è stato detto e confermato da diversi presidenti tra cui Caludio Lotito, numero uno della Lazio che da sempre ha sostenuto la tesi che tre retrocessioni e tre promozioni ogni anno fossero troppe per mantenere alta l'asticella della qualità.

Lotito e Tavecchio, vecchi discorsi – Un pensiero condiviso da molti ma mai espresso ufficialmente perché al di là della verità di tali dichiarazioni, gli interessi in ballo nel poter disputare un torneo a 20 squadre sono molti, per tutti, a partire dai diritti televisivi che permettono di proporre agli abbonati pacchetti con molte partite (al di là di ciò che poi viene espresso in campo). Anche il presidente della Figc Tavecchio aveva paventato una riforma della Serie A, riducendone il numero delle partecipanti ma mai si è dato il via seriamente a discorsi di questo tipo per evitare di creare inimicizie e malcontenti.

De Laurentiis e le 16 squadre – Adesso però la questione torna di moda con le parole di Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, che ha rilasciato un’intervista ai microfoni di BeIN Sports: “Nel 1986 in Italia giocavano sedici squadre, se poi Mediaset e Sky dicono che gli diamo partite che nessuno vuol vedere, io pure mi chiedo il perché. Ma facciamo solo una retrocessione e sedici squadre. Ci sono più entrate per tutti, più disponibilità per tutti e meno necessità di fare imbrogli, più competitività in Europa”. Un pensiero condivisibile, per chi la retrocessione e la promozione la vede da lontano. Il problema è sempre lo stesso: passare dalle parole ai fatti.

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