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Dalla morte del figlio al miracolo salvezza. Onore a te, Nicola

Una storia personale molto particolare quella dell’allenatore protagonista di una vera e propria impresa con il Crotone che ha conquistato la salvezza dopo una clamorosa rimonta.
A cura di Marco Beltrami
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Finalmente i sorrisi, finalmente una gioia incontenibile. Finalmente un lasciarsi andare ad un’esultanza sfrenata, tra le braccia di chi lo ama davvero, e si vede, e non vuole togliergli solo la maglia e strappargli quasi i vestiti, ma anche quella apparente freddezza figlia forse di una vita che si è rivelata assai amara con lui. E’ un Davide Nicola inedito quello che abbiamo visto sul campo dello Scida subito dopo il fischio finale di Crotone-Lazio, con i rossoblu che hanno conquistato la certezza della matematica salvezza.

L'impresa e la forza del lavoro

La sconfitta dell’Empoli a Palermo ha sancito il sorpasso all’ultima curva, quello capace di regalare le vittorie più belle. E alla guida di un Crotone, bellissimo e vincente, c’è lui mister Nicola che ha sempre creduto nei risultati, ma soprattutto ha sempre creduto nel suo gruppo e nella forza del lavoro. Anche quando i calabresi alla fine del girone d’andata sembravano spacciati, anche quando i risultati delle altre dirette concorrenti sembravano lasciare pochi margini di speranza. Lavorare, in silenzio, contro tutto e tutti per non avere rimpianti, per avere la consapevolezza a fine partita e a fine stagione di avere comunque dato tutto.

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Il grave lutto del tecnico

Già, proprio lui quel Davide Nicola che motorino perpetuo in campo da calciatore ha sempre conquistato il cuore dei suoi tifosi, per la professionalità e per quel piglio e generosità che ne hanno fatto spesso e volentieri un idolo della curve. Poi è arrivata la panchina e un percorso non semplice, per un tecnico riscopertosi assai pragmatico, soprattutto dopo che la vita lo ha messo di fronte ad una prova durissima. Quella di trovare la forza di andare avanti nonostante la perdita improvvisa di un figlio. Tutto il mondo del calcio gli si è stretto intorno quel maledetto 14 luglio 2014 quando un terribile incidente è costato la vita ad Alessandro appena quattordicenne.

La bella storia del Crotone

Difficile trovare la forza per risollevarsi, difficile tornare a lavorare. Eppure eccolo lì, Davide Nicola a Livorno prima e a Bari poi, con i suoi giocatori riuniti a centrocampo alla fine di ogni gara, per  parlare della propria prova a prendersi gli applausi delle vittorie e i fischi delle sconfitte. E poi la grande chance, dopo la non positiva esperienza in Puglia, a Crotone in quella Serie A nuovo banco di prova. Un percorso che sembrava segnato, una stagione dall’esito quasi scontato dopo la prima parte (solo 9 punti all'attivo, poi ne sono arrivati 25), per un allenatore che nonostante tutto ha saputo fare muro insonorizzandosi anche rispetto alle voci di un possibile esonero.

Merito anche di una dirigenza che ha dimostrato di credere nelle doti del suo allenatore, capace di stabilire con lo Scida, ritrovato dopo le prime casalinghe lontano dalla Calabria. Tutto il resto non è una favola, ma una storia, e che storia. E nel giorno dell’addio al calcio di Totti, gli applausi sono tutti per lui, per un Davide Nicola che ora può lasciarsi andare e festeggiare con una dedica particolare, per chi in questi anni è stato sempre nel suo cuore e nella sua mente, una presenza spirituale costante.

Nicola onorerà la promessa: "Per la salvezza da Crotone a Torino in bicicletta"

Dopo la festa però, a Nicola toccherà rispettare la curiosa promessa fatta pochi mesi fa. E il tecnico non si tira indietro, dimostrando nelle sue parole per l’Empoli la sua notevole sensibilità: "Crotone-Torino in bicicletta? E' la parte più facile: lo farò con grande piacere, le promesse le mantengo. In questo momento la prima parola che mi viene in mente è gratitudine – ai microfoni di Premium Sport – E sono dispiaciuto per l'Empoli, perché so che per una squadra che festeggia ce ne è un'altra che soffre. Ogni anno può capitare a chiunque: è la regola del calcio. Sono molto soddisfatto e gratificato: ero convinto che attraverso il lavoro e la costruzione di un gruppo si potesse raggiungere questo obiettivo. Questa squadra ha lavorato per meritare di rimanere in questa categoria: l'ho sempre detto ai ragazzi. Non volevo sentire parlare del Crotone come di una favola. Avremmo potuto salvarci prima, ma anche retrocedere prima: la realtà è che più si vuole ottenere un obiettivo più si deve essere disposti a perderlo. Se rimarrò a Crotone? Ora penso a festeggiare, poi vedremo".

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