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Dalla Cina coi milioni: i soldi del Drago spaventano l’Europa

Per la prima volta, i club cinesi hanno speso di più delle squadre inglesi. Il gruppo Wanda, che ha comprato Infront, e Alibaba sono solo la punta dell’iceberg. I cinesi hanno quote dell’Atletico Madrid, dell’Espanyol e del Manchester City. Xi Jinping vuole arrivare così a vincere i Mondiali.
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It's the end of the world as we know it. Per la prima volta, il campionato in cui si spende di più non è la Premier League. Il campionato più ricco del mondo è adesso la Chinese Super league. Lo Shakhtar Donetsk infatti ha ufficializzato la cessione per 50 milioni di euro del trequartista brasiliano Teixeira ai cinesi dello Jiangsu Suning che, saltato l’accordo con il Milan per Luiz Adriano, ne aveva investiti altri 28 per prendere il centrocampista brasiliano Ramires dal Chelsea. Il bomber colombiano Jackson Martinez è passato dall’Atletico Madrid al Guangzhou Evergrande per 42 milioni. Lo Shanghai Sipg Shenhua ne ha offerti 13 all'Inter per Guarin e sta cercando di attirare Lavezzi con un'offerta da 10 milioni a stagione. Quasi 40 milioni ha investito l’Hebei China Fortune (18 solo per Gervinho). La stessa cifra ha speso il Tianjin Quanjian che gioca nella seconda divisione. E' il risultato della regola che consente alle squadre cinesi di ingaggiare fino a quattro calciatori stranieri. Indizi che fanno una prova: è la Cina la nuova potenza del calcio europeo e mondiale.

Ma e Wang, i padroni del calcio – Non è un caso che la Roma sia scesa in campo contro la Sampdoria con una scritta per il capodanno cinese al posto dello sponsor sulle maglie. Ma c'è ben altro al di là della forma e dell'estetica. C'è il potere economico, su tutti, di Wang Jianlin e Jack Ma. Jianlin è il presidente del gruppo Wanda, la più importante compagnia cinese di costruzioni, che nel 2014 ha rilevato il 20% dell'Atletico Madrid per 52 milioni di dollari. Il gruppo ha comprato anche la holding Infront (per 1,2 miliardi), la cui divisione italiana gestisce i diritti tv della Serie A, e la World Triathlon Corporation per 650 milioni di dollari. Ma è il fondatore della piattaforma di e-commerce Alibaba, considerato tra i possibili soci della cordata, poi mai concretizzata, che avrebbe dovuto rilevare il 48% del Milan. Ma, che ha lanciato Alibaba Sports and Entertainment, possiede anche il 40% del Guangzhou Evergrande, ultimi campioni d'Asia.

La conquista dell'Europa – Entrare nella proprietà dell'Atletico Madrid è stato solo il primo passo per la conquista dell'Europa. Lo scorso novembre Chen Yansheng, presidente del gruppo Rastar, che produce macchinine giocattolo, ha acquistato per 17.8 milioni di euro il 56% dell'Espanyol, zavorrato da 134 milioni di debiti. Dalla Spagna, che secondo un recente sondaggio è il campionato europeo più popolare in Cina, al Portogallo il passo è breve. Ledman, il gruppo leader nella produzione di luci LED già sponsor ufficiale della Chinese Premier League, è diventato il primo gruppo cinese associato a una lega europea. Il marchio è il nuovo title sponsor della seconda divisione portoghese, ma ha dovuto rinunciare alla proposta di includere complessivamente 10 calciatori cinesi negli organici delle squadre più rappresentative per accrescere il valore di mercato della lega. Un legame che si incrocia con la partnership tra Jorge Mendes, il procuratore di Jose Mourinho e Cristiano Ronaldo, e la Foyo Culture, compagnia controllata da Guo Guangchang, presidente del fondo di investimenti Fosun, che ha una quota nella Gestifute.

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L'accordo col Man City – Il gruppo concorrente di Ledman, Ledus, ha acquisito dalla Peugeot l'intera proprietà del Sochaux mentre il CEFC China Energy di Ye Jianming, uno dei consiglieri economici del presidente Milos Zeman, il solo capo di Stato occidentale alla parata di Xi Jinping per il settantesimo anniversario della vittoria sul Giappone nella Seconda guerra mondiale, ha rilevato l'intera proprietà dello Slavia Praga. Le difficoltà economiche dell'ADO Den Haag (il presidente Wang ha mancato pagamenti per quasi 4 milioni di euro), non ha frenato la marcia in Europa. Un consorzio di investitori, infatti, ha acquistato il 13% del Manchester City dallo sceicco Mansour. E al City, al modello degli Etihad campus, si ispira il futuro organizzativo del calcio cinese.

Il calcio europeo sulle tv cinesi – Dopo il basket, il calcio è diventato lo sport più visto in Cina, anche perché il governo ha reso più facile la cessione dei diritti di ritrasmissione degli eventi sportivi, che rimangono disponibili sui canali free e visibili facilmente anche online. CCTV5 è sempre il canale sportivo più visto: di proprietà dello stato, ha attirato 700 milioni di spettatori l'anno scorso per l'NBA, e forte di questa preminenza ha ignorato per anni la Premier League, ma da questa stagione è tornato a trasmettere una partita a settimana e ha firmato una partnership con il canale dell'Arsenal per la fornitura di contenuti originali al programma tematico Total Soccer. Il grosso va su Sina, Tencent e LETV che trasmette anche i tornei ATP e Wimbledon ed è il nuovo distributore ufficiale di Milan Channel. Le tre emittenti hanno pagato quasi 20 milioni di dollari per rilevare i diritti da Super Sports. Di conseguenza PPTV, persa la battaglia per il calcio inglese, ha strappato il più grande accordo mai stipulato per una tv cinese: 250 milioni di euro per assicurarsi le partita della Liga per cinque stagioni. E i diritti tv del campionato cinese sono passati da 9 a 200 milioni tra il 2015 e il 2016. La passione si traduce anche in una presenza crescente negli stadi: per la prima volta, quest'anno la media della Chinese Super League dovrebbe superare i 25 mila spettatori, al livello della Serie A e della Ligue 1.

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Organizzazione dal basso – Lo scorso 16 marzo, il Consiglio di Stato ha proposto un piano per finanziare la costituzione di 50 mila scuole di calcio entro il 2025 e la creazione della più grande academy al mondo, con il supporto del Real Madrid. L'obiettivo del presidente Xi Jinping è portare la Super League al livello dei grandi campionati d'Europa e far crescere la nazionale per arrivare così a organizzare i Mondiali con una selezione che possa ben figurare. Jinping, che vuole arrivare ad avere 100 mila nuovi calciatori entro il 2017, ha assegnato la missione a un piccolo gruppo di ufficiali di partito, guidato dal vice premier Liu Yandong. È la prima volta che un componente del Politburo viene chiamato a sviluppare uno sport in Cina.

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Costruire eroi – Jinping, che condivide la passione per il calcio e il valore delle scuole come base dell'educazione sportiva dell'ex presidente Deng Xiaoping, ha iniziato a lavorare al piano di riforma agli inizi degli anni Duemila, quando era ancora governatore e segretario del partito nella provincia di Zhejiang. Il calcio, per Xi Jinping, è uno strumento per alimentare l'orgoglio nazionale. E far affluire calciatori stranieri ancora nel pieno della carriera, una tradizione iniziata nel 1959 con l'arrivo dell'olandese Jell Tedeenhoff, arrivato per caso per rinnovare i sistemi di stoccaggio della merce di una compagnia navale, è un passaggio obbligato. È la strada seguita dalla NBA, che però dopo le enormi somme investite per lo sviluppo del basket in Cina, non è riuscita a far emergere un successore di Yao Ming. E produrre i propri eroi sportivi sarà un fattore decisivo per il futuro del calcio cinese. Anche se in una nazione che per decenni ha vietato gli assembramenti sopra le dieci persone, che solo da qualche mese ha abolito la politica del figlio unico, costruire una mentalità vincente in uno sport di squadra è decisamente più complesso.

Calcio e politica – Per decenni, spiega lo storico Xu Guoqi, che ha studiato a Harvard e ora insegna all'Università di Hong Kong, “l'interesse cinese per lo sport non ha avuto niente a che fare con il piacere o la soddisfazione personale, ma solo con la politica. È stato visto come una strada verso la legittimazione, come una proiezione del potere”. Oggi è cambiata la forma, ma non la sostanza, come sottolinea Simon Chadwick, professore alla Salford University di Manchester. “Xi crede che lo sviluppo del calcio sia importante per lo status della Cina nel mondo. Per questo, rapidamente, i finanziamenti statali vengono diretti verso questo sport”, che al momento non offre ancora un ritorno economico degli investimenti. “E gli imprenditori sanno che devono spendere per dimostrare di supportare gli obiettivi dello stato”.

Tutti coinvolti – Oggi i club della Chinese Super League sono ormai tutti di proprietà di grandi gruppi cinesi. Forte la presenza delle società immobiliari: il Guangzhou R&F Properties possiede l'omonima squadra; la Greenland Holding Group Company Limited, leader nel settore del real estate, ha acquisito lo Shangai Greenland Shenhua Fc; la Yongchang Real Estate Development Group controlla lo Shijiazhuang Yongchang Junhao Fc; la China Fortune Land Development Co. Ltd possiede l’Hebei China Fortune Fc; l’Henan Jinaye Group gestisce l’omonima squadra sponsorizzata da un altro colosso del settore, la Central China Real Estate Limited. Sono diversi, comunque, i settori coinvolti. Lo Shandong Luneng Taishan è di proprietà della Shandong Luneng Group, la più grande società elettrica al mondo. La Shanghai International Port (Group) Co., la società che controlla il porto di Shanghai, controlla il SIPG Fc. Il Citic Group, gruppo dagli interessi variegati indicato come il principale attore della cordata rappresentata da Mr.Bee nella trattativa ora impanata per il 48% del Milan, gestisce il Beijing Guoan Fc. Questo modello di business, scrive Cameron Wilson, fondatore del blog Wild East Football, “non è sostenibile a lungo termine. Le grandi compagnie non sono organizzazioni filantropiche”. Xi, però, è un politico ambizioso, conclude il professor Xu. “Se dovesse farcela, diventerebbe l'eroe della Cina”.

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