Da Ilary a Carolina, quando la moglie difende il calciatore
Twitter, Facebook, Instagram e la cara vecchia televisione. Sono questi i mezzi preferiti per diffondere un messaggio. I canali social sono quelli più utilizzati, specialmente quando si cerca la via di fuga dall'inevitabile bufera: ovvero, l'eliminazione del post incriminato. Sono ormai finiti i tempi in cui un giocatore si presentava in sala stampa e si difendeva da solo. Oggi la difesa d'ufficio (del calciatore) arriva dalla fidanzata o dalla moglie di turno. Il "j'accuse" di Ilary Blasi, corsa in difesa di Totti, è solo l'ultimo esempio di una lunga lista che annovera molti interventi (in tackle) che hanno fatto spesso discutere.
Un clic e parte la polemica
Basta una semplice ricerca sul web, per constatare come l'avvocato del campione arringa la giuria (i tifosi) attraverso i canali social. Nel 2014 la compagna di Alessio Cerci, Federica Ricciardi, accese il computer e gridò al mondo di Facebook tutta la sua rabbia per il trasloco a Madrid del suo uomo. Qualche mese prima la signora Antonini sbeffeggiò Max Allegri (appena licenziato da Berlusconi), colpevole di non mettere in campo il difensore. Sono solo un paio di esempi, che hanno contribuito a creare tutta una letteratura a riguardo. Messaggi polemici e pieni di risentimento, come quelli più recenti di Wanda Nara e Carolina Marcialis: donne dal "clic" facile e spesso a protezione di Mauroo Icardi e Antonio Cassano.
Bufera televisiva
Troppo facile, però, lanciare il sasso e nascondere la mano. I social, infatti, permettono di innescare la miccia e (a incendio scoppiato) scappare grazie all'opzione: "rimuovi messaggio". Come canterebbe l'interista Luciano Ligabue, le donne lo sanno. E ne sono a conoscenza anche gli stessi calciatori che, secondo copione prestabilito, arrivano successivamente a smentire le proprie consorti. In televisione e in radio, però, è tutta un'altra cosa. Ci vuole molto più coraggio a scatenare la bufera davanti a telecamere e microfoni. Ilary Blasi è stata l'ultima. Prima di lei, ad esempio, arrivò la signora Boateng che dal divanetto di "Tiki Taka" accusò in diretta televisiva Mihajlovic, ottenendo la piccata risposta del tecnico serbo: "Le donne non dovrebbero parlare di calcio".
Vieri controcorrente: "Elisabetta mi picchiava"
C'è poi chi, invece, si guarda bene dal farsi "rappresentare" dalla donna di turno. E' il caso di Christian Vieri. Il "Bobo" nazionale, ancor prima di dedicarsi al "Foot Volley" e ai selfie sotto il sole di Miami, è il raro esempio di calciatore in grado di difendersi da solo. Lo fece nella mitica conferenza stampa del giugno 2004, quando guardando negli occhi i giornalisti esplose in una monologo graffiante: "Io al mattino posso guardarmi allo specchio, voi no. Sono più uomo io di tutti voi messi insieme". In quel periodo Vieri frequentava Elisabetta Canalis, e si guardava bene dal farsi difendere da lei. Anzi, era lui stesso a doversi difendere dalle ire della bella showgirl: "La fedeltà mi è pesata – ha dichiarato l'ex attaccante in occasione dell'uscita della sua autobiografia – Dovevo scappare da Elisabetta che mi inseguiva per strada per pestarmi".