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Crisi Milan, Berlusconi a caccia di investitori

Complice un terzo posto sempre più distante, Silvio Berlusconi starebbe nuovamente pensando di cedere la sua quota di maggioranza. I prossimi azionisti potrebbero arrivare dal nordamerica. Il presidente, però, smentisce: “Non ho nessuna intenzione di vendere la società”.
A cura di Alberto Pucci
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Il Milan è in vendita. Anzi, no. Sono bastate le prime difficoltà, le prime sconfitte e i primi fischi di San Siro per far tornare a galla l'ormai vecchia questione del passaggio di consegne della famiglia Berlusconi. Sembrano lontanissimi i proclami di Barbara sulla costruzione dello stadio e su un progetto di "riassetto" societario più vicinao all'attuale momento economico del calcio. E' bastato il Denis di turno a far crollare tutta la sicumera societaria? Pare proprio di sì. Dato atto delle idee vincenti di "Lady B" (come nel caso della nuova sede e di tutto l'ambaradan annesso e del rinnovo dell'accordo con Emirates), la questione della cessione della maggioranza del Milan rimane sempre sul tavolo di papà Silvio. Il proprietario ha perso l'entusiasmo da un pezzo ed è stanco di ripianare un debito che pare non essere colmabile grazie ad introiti sportivi come quelli, ad esempio, che la Champions League può garantire. Dimenticata la storia del "gatto che si morde la coda" (se non investi non vinci, e se non vinci non incassi), Silvio Berlusconi è ancora una volta davanti al bivio. Non è di certo dai pochi soldi relativi alla questione pullman che Berlusconi ritroverà il sorriso. Pare, infatti, evidente che ci voglia ben altro per risanare le casse societarie di via Aldo Rossi.

I possibili acquirenti – La soluzione migliore potrebbe essere quella di trovare un socio che possa garantire il risanamento del debito ed un futuro dignitoso al club. Nei mesi scorsi si fecero avanti in molti: arabi, russi e cinesi. Acquirenti che offrivano denaro fresco in cambio di poco più della metà del pacchetto azionario e che, in alcuni casi, lasciavano pure il controllo della gestione sportiva ancora all'attuale presidente. Offerte che Silvio Berlusconi ha, però, sempre rispedito al mittente trincerandosi dietro la famosa frase: "Non vendo il Milan perché è un bene di famiglia". Sarà, ma il rischio è ora concreto e se fino ad ora il Milan è rimasto a galla, grazie a spese minori, ingaggi ridotti, cessioni eccellenti e all'arrivo di giocatori di seconda fascia, non è detto che possa rimanerci ancora per molto tempo. E allora, che fare? L'ultima indiscrezione, rilanciata da Tuttosport e smentita dallo stesso presidente all'Ansa, parla di un nuovo ipotetico mandato per cercare acquirenti in nordamerica: ultima frontiera della disperazione, per il club di via Aldo Rossi. La richiesta del patron, per la maggioranza delle quote, s'aggira intorno ai 600 milioni di euro. Chi avrà tale disponibilità da mettere sul piatto? Chi sarà il nuovo concorrente a questo "Ok il prezzo è giusto" in versione rossonera? In attesa di scoprirlo, Barbara Berlusconi è pronta per volare ancora in Giappone per incontrare i vertici di alcune aziende che hanno deciso di avvicinare il proprio logo a quello del Diavolo. Tra un padre divorato dai dubbi e sempre pronto a smentire tutto e tutti e un amministratore delegato che si destreggia tra parametri zero e rinnovi quantomeno discutibili (l'ultimo, in ordine di tempo, pare sia quello offerto a Bonera), l'unica che sembra avere le idee chiare è proprio la bella Barbara. Peccato non vederla sul ponte di comando.

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