24 CONDIVISIONI

Correa da favola: dall’operazione al cuore alla vittoria del Sub-20 con l’Argentina

In patria lo hanno ribatezzato nuovo ‘Kun’ Aguero, Angel Correa è il protagonista della vittoria albiceleste nel match decisivo contro l’Uruguay. Cresciuto a Rosario, si trasferì al San Lorenzo di Papa Francesco dopo la morte del padre e del fratello. Una grave patologia cardiaca ne mise a rischio vita e carriera, adesso in calce al trionfo nel Sub-20 c’è la sua firma accanto a quella di Giovanni Simeone.
A cura di Maurizio De Santis
24 CONDIVISIONI
Immagine

Sei mesi fa fa gli diagnosticarono una grave patologia cardiaca, adesso quel cuore che aveva fatto le bizze, era finito sotto i ferri, attaccato alle macchine per asportare un tumore benigno al ventricolo batte a mille per la gioia d'aver vinto il Sub-20 sudamericano. Angel Correa sorride, salta, dal palco mostra con orgoglio il trofeo conquistato con la sua Argentina battendo nel match decisivo l'Uruguay (2-1). Il successo sulla Celeste porta la firma di Angelito: 19 anni, seconda punta o ala sinistra, rimedia alla sua maniera al gol del vantaggio siglato da Gaston Pereiro. Simeone lo ha voluto con sé all'Atletico Madrid (sia pure attraverso un prestito al Rayo Vallecano), il ‘Cholo' coccola il figlio Giovanni (che con le sue reti ha trascinato l'Under albiceleste) ma gongola per i numeri esibiti dal calciatore che in patria hanno ribattezzato ‘Kun' Aguero per movenze, colpi, caratteristiche tecniche e di gioco: mette lo zampino nell'azione del pareggio, servito a Driussi su un piatto d'argento, poi raddoppia regalando alla platea una magia del suo repertorio. Tutto vero, Angel. E' tutto vero. Non è un sogno a occhi aperti, l'incubo è svanito.

Il lieto fine della favola è per lui, Angel, e una storia iniziata quando, a 12 anni, arrivò nelle giovanili del San Lorenzo de Almagro direttamente da Rosario, suo paese d'origine. Il calcio gli ha salvato la vita, concesso un'opportunità per sfuggire a un'infanzia durissima. Papa Francesco – allora sacerdote e storico socio del club ‘cuervo' – impartì il sacramento della Cresima a quel ragazzino che doveva fare i conti con un'adolescenza difficile per la morte del padre e la scomparsa prematura del fratello. In mezzo al campo Angelito dimentica ogni cosa, non perde la bussola e sul rettangolo verde trova la strada che lo conduce fino alla prima squadra allenata da Juan Antonio Pizzi.

A marzo del 2013 (stesso mese del suo compleanno e dell’elezione di Bergoglio al Soglio di Pietro) esordisce in prima squadra contro il Newell’s Old Boys ma è con il gol segnato al Boca Juniors che arriva la consacrazione: alza gli occhi al cielo lo dedica al padre. Per lui e per il San Lorenzo è una giornata memorabile tanto che Papa Francesco saluta da Piazza San Pietro i tifosi agitando la mano che indica il numero 3, come i gol rifilati agli xeneizes.

24 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views