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Conte, Federazione e Juve: scontro totale. Italia sotto il fuoco ‘amico’

Un regolamento di conti: il caso Marchisio e la gestione dell’infortunio alimentano la guerra tra i bianconeri, la Figc e Conte. La Nazionale, colpita di rimbalzo, rischia la figuraccia in Bulgaria. Al salvarle la faccia ci pensa Eder, l’oriundo che nessuno voleva.
A cura di Maurizio De Santis
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Un regolamento dei conti. Questa volta il pretesto è stato l'infortunio (ma s'è fatto male, sì oppure no?) di Marchisio capitato durante l'allenamento della Nazionale a Coverciano. Solo l'ennesimo atto della guerra tra la Juventus, la Federazione e il suo ex allenatore che ha osato chiedere maggiore collaborazione alle società per il bene della Nazionale. Ai bianconeri Tavecchio non è mai piaciuto, ne hanno provato a contrastare l'elezione al vertice della Figc ma non sono riusciti a fare abbastanza proseliti per sbarrargli il passo. E allora gli hanno ricordato – previo ricorso presentato in precedenza al Tar del Lazio – della causa di risarcimento danni di 444 milioni di euro che (prescrizione di Calciopoli a parte) non è solo questione d'orgoglio o di puntiglio ma il grimaldello per far saltare il banco, scardinare una situazione apparentemente bloccata nelle mani del sodalizio con Lotito.

Al commissario tecnico, che ironizzò sull'orizzonte di mercato limitato perché ‘al ristorante non puoi sederti con 10 euro', hanno raccomandato prima maggiore sobrietà e meno furore fideistico al timone degli Azzurri, che gli interessi di parte (quelli dei club) vengono prima d'ogni cosa; poi, grazie alla qualificazione ai quarti di Champions, ne hanno relegato la figura in un cono d'ombra. Al punto che tre scudetti consecutivi vinti sono divenuti poca cosa anche per il popolo juventino, salito sul carro del vincitore di turno (Allegri). Ma questo fa parte del gioco. Compreso il livore e gli attacchi della comunità bianconera all'ex tecnico finito nell'occhio del ciclone perché ritenuto responsabile – come indicato dalla dirigenza torinese – dell'infortunio di Marchisio.

A giudicare dalle immagini, sembra solo una sfortunata casualità: il calciatore è in gruppo, come tutti accenna a un leggera corsa, fa qualche cambio di passo, nulla di particolarmente rischioso oppure traumatico per le articolazioni, ma si ferma. E racconta ai medici azzurri d'aver sentito uno schiocco preoccupante. I primi esami, quelli svolti all'istituto Fanfani, hanno un esito ferale: lesione subtotale del legamento crociato. Dopo Pogba, Pirlo (quasi recuperato), Barzagli (tornato disponibile da poco), con Vidal reduce da un'annata logorante (operazione al ginocchio, recupero lampo, usura scontata con un Mondiale di basso profilo) per i bianconeri vedere anche il ‘principino' azzoppato è troppo. E schiumano rabbia: contro l'ex allenatore, con Elkan che lo declassa a selezionatore (possibilmente, senza passare alla storia come ct degli infortuni) mentre Allegri (il tweet circolato in Rete viene subito smentito) è su tutte le furie; contro i dottori che hanno preso in cura il calciatore e hanno tratto conclusioni sbagliate. A Torino lo staff di medici fornirà un'altra versione: nulla di preoccupante, dai test effettuati può essere in campo prima del previsto. Anche contro il Monaco, nei quarti di Coppa. E così, oltre al ct, il Web mette nel mirino pure il professor Castellacci. Nel regolamento di conti viene colpito di rimbalzo.

Conte c'è rimasto male, non se l'aspettava. ‘Si sente vilipeso' – ha detto Tavecchio – e la voglia di mollare tutto diventa una certezza cammin facendo: dallo studio Rai gli fanno l'ennesima domanda scomoda su Marchisio e lui nemmeno risponde, s'alza, toglie il microfono e se ne va. Di tutto s'è parlato alla vigilia della partita con la Bulgaria tranne che della partita stessa.

A proposito della partita… già la partita, che strazio. Davvero. Italia in vantaggio su autorete poi prende due sberle sul muso per mano di Popov che fa a fette la difese azzurra attaccandola per vie centrali. Affonda con disarmante facilità. Tutto nel primo tempo, nel secondo è andata anche peggio: né manovra ariosa, né azioni pericolose, un po' di buona volontà, girandola di cambi e modulo più offensivo. Nulla che regali una scintilla di gioco. Il gol di Eder, l'oriundo la cui convocazione ha fatto storcere il naso a molti, è il lampo che squarcia il buio pesto di questi giorni. Una luce in fondo al tunnel che condurrà l'Italia fino allo scontro diretto per l'egemonia nel girone di qualificazione con la Croazia. I conti, però, ancora non tornano, vanno regolati una volta per tutte. Prima o poi.

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