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Come sarà la formazione della Roma 2017-2018

Nainggolan mezzala e Perotti più al centro del gioco. Chiare le prime indicazioni di Di Francesco. Nel suo 4-3-3 manca un esterno alto a destra di prestigio. Gonalons e De Rossi si contendono la regia. Cambia quasi tutta la difesa titolare rispetto all’anno scorso.
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Una Roma tutta nuova. Ha investito 200 milioni Pallotta per dare a Di Francesco una squadra che corrisponda al suo calcio, ma nel test contro il PSG prevedibilmente non si è vista, e lottare per lo scudetto, uscire dalla prigionia del sogno. Magari con l'ultimo tentativo di stupire, quel Mahrez che, “svezzato” al grande calcio d'Europa dal testaccino Claudio Ranieri, potrebbe accendere la fantasia dei tifosi dopo la partenza di Salah.

La vera novità: Nainggolan mezzala

La chiave per far funzionare il 4-3-3 rimane l'integrazione dei tre uomini di centrocampo. La vera differenza rispetto alla scorsa stagione, ha anticipato Di Francesco in conferenza stampa, sarà l'ennesima rigenerazione di Nainggolan, centrocampista con più contrasti vinti l'anno scorso nei cinque principali campionati europei. “Da mezzala può fare benissimo 18 gol perché in un sistema di gioco organizzato può esaltare le qualità che ha” sosteneva alla presentazione il nuovo tecnico giallorosso. Fermo restando che, in certe occasioni ha lui stesso detto apertamente di poter cambiare il 4-3-3 classico in 4-2-4 o 4-2-3-1, quando servirà tamponare con un cambio di modulo la difficoltà di marcare il play basso avversario senza andare in inferiorità numerica insita nel 4-3-3.

De Rossi regista, Gonalons riserva di lusso

Con l'addio al campo di Totti, De Rossi eredita la fascia di capitano e il ruolo di leader. Regista arretrato, esalterà il suo compito di cucitore del gioco. Diventerà il primo riferimento dei difensori nell'uscita bassa del pallone. Destinato ad aumentare i 55 palloni toccati in media a partita e gli 0,9 passaggi chiave, De Rossi avrà un'alternativa in Gonalons. Il tecnico, infatti, vede chiaramente l'ex Lione come un play che si giocherà un posto con il capitano. Le sessioni di allenamento a Pinzolo e Detroit fra due squadre entrambe con Gonalons play ne sono una evidente conferma. Tra Lione e Roma, ha detto, «ci sono molte differenze, sto cercando di adattarmi. Sto lavorando molto tatticamente e fisicamente. Il mister insiste molto su questioni che ritiene importanti. Sto lavorando al massimo». Rispetto a De Rossi, nel 4-2-3-1 di Genesio aveva compiti più diversificati e una presenza maggiore in fase difensiva: a parità di passaggi a partita, misura di tecnica e visione di gioco nel far ripartire l'azione, ha infatti chiuso l'anno scorso con il doppio dei tackle.

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Come cambia il centrocampo

Nel Sassuolo di Di Francesco, i movimenti delle due mezzeali determinavano lo sviluppo della manovra in verticale. I due intermedi di centrocampo. Però, dovevano anche accompagnare sulle fasce per moltiplicare le linee di passaggio per il play e aumentare l'ampiezza della manovra creando due triangoli speculari con la sovrapposizione dei terzini. Un gioco che Strootman e Pellegrini, alternativa fondamentale all'olandese e Nainggolan, conoscono benissimo.

Perotti al centro del gioco

Davanti, la vera novità imposta dal nuovo tecnico non riguarda tanto gli uomini, ma lo stile di interpretazione. Già dalla prima amichevole, Di Francesco ha chiesto a Perotti di diventare il centro del gioco della Roma. La metamorfosi di Perotti nasce proprio dalla posizione di partenza. L’argentino deve agire molto più dentro il campo, dialogare con la punta o il regista e lasciare spazio in fascia per la sovrapposizione del terzino o della mezzala da quel lato. "Il mister mi chiede di chiudere maggiormente. Sono stato abituato a muovermi da esterno e invece giocherò tra le linee, avvicinandomi alla punta” ha spiegato. Per me andrà meglio così, è qualcosa di diverso rispetto a quanto chiedeva Spalletti. A me però piace andare a prendere il pallone".

Si rivede per certi aspetti il Perotti del Genoa che con Gasperini si abbassava a ricevere il pallone largo nella zona di centrocampo, rientrava sul destro per dettare la profondità “sul taglio interno-esterno del centrocampista di sinistra o sulla sovrapposizione del terzo centrale difensivo che prende in controtempo la difesa avversaria” scriveva Angelo Ricciardi in una dettagliata analisi su Ultimo Uomo.

Incognita ala destra

«Non devo fare una campagna di sponsorizzazione per la Roma. Mahrez è uno di quelli che magari stiamo seguendo, cerchiamo un mancino che possa giocare a destra» ha spiegato Di Francesco dagli Stati Uniti. Il ruolo di esterno alto a destra è al momento il più scoperto. Il tecnico potrebbe adattare Florenzi o Defrel, che in quella posizione ha già giocato nel 4-3-3 di Zeman a Foggia e in qualche occasione l'anno scorso a Sassuolo. Il francese è giocatore da 1.4 dribbling ma solo 20 passaggi a partita, protegge benissimo il pallone ma gli manca, per struttura fisica, la rapidità nel breve che pul servire a creare superiorità numerica nello stretto. È un attaccante che si sacrifica molto, capace di 0.6 contrasti e 1.2 falli a partita, che sa come mantenere la squadra corta in fase di non possesso. Di fatto, una buonissima alternativa per dare respiro a Dzeko.

La sorpresa Under

Nella rosa attuale, l'unico che corrisponda al profilo è Cengiz (pronunciato Genghiz, che significa Oceano) come il condottiero Khan, è cresciuto sugli stessi campi come ha iniziato l'ex giallorosso Uçan, alla periferia di Smirne. Lo chiamano, per somiglianza somatica, il Dybala di Turchia. Anche se, spiegava in un'intervista l'amico e collega Bruno Bottaro, uno dei principali esperti italiani di calcio turco, “è un'ala che s'impegna molto in fase difensiva, e ha segnato molti gol soltanto in virtù di una sua dote che lo porta a vedere l'azione prima ancora che si sviluppi, dunque ad essere sempre pronto a inserirsi in caso di sgroppate di compagni sulla fascia opposta”.

Difesa quasi tutta nuova

In difesa, l'arrivo di Kolarov riempie una casella di cui Di Francesco ha più volte ripetuto di aver bisogno: un esterno sinistro che possa giocare anche da centrale. L'ex Lazio e Manchester City, che ha spinto il totale degli investimenti di Monchi e Pallotta sopra i 200 milioni, nell’ultima stagione ha giocato molto (40 presenze stagionali), impiegato in più di un'occasione come centrale da Guardiola. Di Francesco, però, che crede nella specificità dei ruoli, dovrebbe mantenerlo a sinistra con Hector Moreno, anche lui adattabile sulla fascia, accanto a Manolas. Il messicano, deciso fino alla cattiveria negli interventi difensivi, ha chiuso l'ultima Eredivisie con una media di 70 passaggi a partita: con lui la Roma ha acquisito peso anche internazionale e un regista arretrato per gestire la circolazione bassa.

Che colpo Karsdorp

A destra c'è grande attesa per Karsdorp che Alec Cordolcini a Tutto mercato Web ha paragonato a Andrea Conti. L'olandese, che ha sempre giocato in una difesa a quattro, “è un terzino con grandi capacità di spinta. Fa molto bene la fase offensiva e sa anche impostare, avendo un retaggio da mezzala e esterno d'attacco”. Deve migliorare nella fase difensiva, ma è svelto di gambe e di pensiero per rimediare agli errori di posizione. In porta, poi, la scommessa Alisson, che ha imparato a parare i rigori a Perotti: basterà a dare sicurezza alla difesa giallorossa?

Pregi e difetti

Proprio le tante novità in difesa, e un portiere con tanta ambizione ma un valore un po' da confermare, rappresentano le incognite maggiori per una squadra che deve imparare nuovi meccanismi, nuovi movimenti, ma senza potersi prendere il lusso di un tempo lungo. Davanti, come ha detto Di Francesco, manca ancora un'ala destra di sicuro valore che possa sostituire Salah. Dovesse arrivare Mahrez, o un giocatore di impatto simile, dal centrocampo in avanti la Roma non temerebbe confronti con la rosa dell'anno scorso.

Voto: 7

La prima Roma di Di Francesco è di certo affascinante. La necessità di riformare gli equilibri difensivi e un ruolo ancora da riempire in attacco frenano i facili entusiasmi e le valutazioni trionfalistiche. Almeno per ora.

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