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Come sarà la formazione della Juventus 2017-2018?

Allegri dovrebbe mantenere il 4-2-3-1 come modulo base. Douglas Costa è un sinistro naturale ma al Bayern ha giocato a destra: più probabile l’impiego qui, con De Sciglio alle spalle. Alex Sandro potrebbe essere più coinvolto nella costruzione del gioco. Resta da definire il sostituto di Bonucci.
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Prende forma la nuova Juventus di Allegri. Il mercato, ancora con qualche casella da riempire, porta verso una reincarnazione del 4-2-3-1. L'abbondanza sugli esterni in attacco potrebbe suggerire un ritorno di Mandzukic a vice-Higuain, soprattutto se dovesse concretizzare l'affare Bernardeschi per 40 milioni. L'addio a Bonucci e Dani Alves è inevitabilmente destinato a pesare sugli orizzonti di breve e medio periodo. Ma la capacità di cambiare pelle in partita e in stagione resta il vero atout bianconero.

Come giocherà: il 4-2-3-1 resta il modulo base

Come cambia il 4-2-3-1 della Juventus? Cambia soprattutto davanti con l'arrivo di Douglas Costa, un mancino che sa giocare benissimo anche a destra, ruolo che potrebbe occupare nel trio alle spalle di Higuain. L'ex Bayern Monaco, il giocatore con più dribbling tentati nell'ultima Bundesliga nella rosa di Ancelotti (6.3 di media), con una percentuale di riuscita anche superiore a Robben, è un doppio asso nella manica di Allegri. Può dare un'alternativa a sinistra a Mandzukic, che assicura predominio fisico sui terzini avversari ma ha finito per sbilanciare lo sviluppo della manovra sulla fascia destra, assecondando le caratteristiche di ala pura di Cuadrado e la naturale tendenza di Dybala di cercare palla nei semi-spazi sul centro-destra. Se dovesse giocare a sinistra con Cuadrado a destra, Costa fornirebbe un'interpretazione del ruolo speculare, come tipologia, al colombiano: ricezione sulla linea laterale, ricerca della superiorità nello scatto sul breve e scatto verso il fondo. Con due esterni classici, Dybala risulterebbe sgravato da troppi compiti di copertura e più libero di occupare il fronte offensivo cercando una posizione più vicina a Higuain.

L'insistita trattativa per portare alla Juventus Bernardeschi, però, tratteggia una seconda possibilità, uno scenario con Douglas Costa a destra e la costituzione di un trio di trequartisti che si muovono fra le linee e nei semi-spazi, nei corridoi fra il terzino e il centrale avversari. L'ex Bayern, infatti, che nasce “numero 10”, quando viene impiegato a destra tende a ricevere più al centro e a inserirsi senza palla per sfruttare il sinistro e cercare la conclusione: non a caso nelle due stagioni a Monaco, tra Bundesliga e Champions, ha effettuato 102 tiri da fuori area e solo 49 negli ultimi sedici metri.

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Douglas Costa giocherà a destra?

Nelle occasioni in cui avrà davanti Douglas Costa, cambieranno anche i compiti di Alex Sandro, secondo l'anno scorso per tackle e palloni intercettati l'anno scorso fra i bianconeri, chiamato a un superlavoro per mantenere l'equilibrio sulla catena di sinistra con un'ala atipica come Mandzukic. Capace l'anno scorso di 1.9 passaggi chiave a partita nell'ultima stagione, il brasiliano tenderà, con ogni probabilità, a spingere più di De Sciglio. L'ex Milan, utilizzato a sinistra per tutta la scorsa stagione, ritroverà la posizione di terzino destro dove l'ha di fatto inventato Dolcetti, ora tattico di Allegri alla Juventus, per ottimizzare la sicurezza nella corsa, il senso del gioco e delle distanze. E si inserirà in una linea difensiva che si muoverà, con ogni probabilità, come i quattro del Milan dell'anno scorso.

"Attaccare è la fase che preferisce ogni terzino. Ormai il terzino moderno deve sapere sia difendere che attaccare. Con il nostro modo di giocare in questa stagione, il terzino destro spinge di più rispetto a quello sinistro che si deve occupare di più della fase difensiva" raccontava De Sciglio a Milan TV.

Il gioco delle coppie a centrocampo

Non cambierà naturalmente la coppia base di centrocampo, il doble pivote Pjanic-Khedira. Al bosniaco spetta la prima ricezione e la gestione della manovra dopo l'uscita bassa del pallone. Al tedesco, che agisce una decina di metri più avanti, Allegri chiede di seguire lo sviluppo dell’azione e assecondare la sua naturale inclinazione alla lettura del gioco.

Non è un caso che Pjanic abbia chiuso la stagione con la stessa media di tackle degli ultimi due campionati alla Roma mentre Khedira distribuisce meglio le due azioni difensive di media a partita, per un totale di 29 intercetti e 43 tackle, per la superiore capacità di previsione dello sviluppo della manovra.

L'arrivo di Betancur consente ad Allegri di avere almeno un'alternativa per entrambi i registi. Marchisio è infatti più incursore, come Lemina, mentre l'ex Boca Juniors è un centrocampista completo, elegante, passato da vertice alto nel rombo a laterale sinistro a giocatore di controllo con una media di 2.5 contrasti e 2.4 palloni intercettati a partita. “Non sono un ‘enganche', mi considero più un Gago che un Riquelme, anche se entrambi sono degli idoli. Cerco di ispirarmi a Xavi, Iniesta e Busquets, ammiro la loro tecnica e il loro stile di gioco" ha detto. “Bentancur è un centrocampista moderno, può calciare in porta con entrambi i piedi, è veloce ma è anche molto alto; ruba tantissimi palloni durante una partita” ha spiegato Gago a Ole. “Può cambiare il ritmo del gioco a suo piacimento ed ha anche una buona spinta nel fare i dribbling. Naturalmente deve ancora crescere tanto data la giovane età. È un ragazzo intelligente ed ha la testa sulle spalle, merito anche di tutta la sua famiglia che lo segue sempre molto”.

Pregi e difetti

La continuità del progetto tattico, la stabilità nella gestione della rosa rappresenta senza dubbio il pregio migliore della squadra bianconera. L'aumento delle alternative permetterà al tecnico di sperimentare nuovi meccanismi di sviluppo del gioco, coerenti con una visione del calcio che passa per il fraseggio e l'occupazione equilibrata degli spazi.

Il difetto maggiore, anche il più evidente e insieme il più scontato al momento, rimane la partenza di Bonucci. L'operazione ha fruttato quasi 50 milioni, fra plusvalenza e risparmio sull'ingaggio, ma ha tolto un leader e il primo regista nell'articolazione del gioco posizionale di Allegri, il giocatore con più passaggi a partita di tutta la rosa. La “pista interna”, la promozione di Rugani e Benatia, terzo per contrasti e primo per intercetti l'anno scorso, garantirebbe al tecnico la presenza accanto a Chiellini di due giocatori già familiari con la sua visione, che hanno comunque chiuso la stagione con oltre 55 passaggi di media a partita (10 in meno di Bonucci.

Il voto: 7.5

Senza troppi giri di parole, in attesa degli ultimi colpi di mercato, dietro questa Juventus appare indebolita rispetto all'anno scorso. Dal centrocampo in su, rimane la squadra da battere, con una solidità d'impianto data dai movimenti orchestrati a memoria che consente di mantenere le linee compatte e facilita il recupero alto del pallone. Qualcosa, però, dovrà cambiare nei meccanismi di costruzione, soprattutto nell'uscita bassa, nella fase di superamento della prima linea di pressing, con un maggior coinvolgimento di Alex Sandro e la necessità di bilanciare una certa asimmetria nel coinvolgimento degli esterni. Cambiare per restare com'è, sarà questa la vera sfida di Allegri.

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