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Codice Leicester. L’impresa senza precedenti di Ranieri

L”Italian Job’ di Ranieri ha permesso al Leicester di vincere per la prima volta la Premier League. Con una squadra che doveva salvarsi il tecnico romano a 64 anni ha vinto il primo campionato della sua carriera.
A cura di Alessio Morra
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Tutto il mondo conosce la meravigliosa storia del Leicester, squadra inglese guidata da Claudio Ranieri che ha conquistato incredibilmente per la prima volta la Premier League. Inizialmente si è parlato di favola, perché sembrava impossibile immaginare che una squadra costruita con ‘soli’ 55 milioni di euro riuscisse a tenere a bada alcune delle squadre più ricche del mondo, ma alla fine l’impossibile è diventato possibile. Perché la squadra di Ranieri d’incanto è diventata una big e come una squadra abituata a vincere è riuscita a conquistare il titolo perdendo appena tre partite ed ha così fatto gioire milioni di appassionati in ogni angolo del mondo attratti dalle ‘Foxes’ e dalla loro storia straordinaria.

Storia – Per capire meglio la portata dell’impresa c’è bisogno di fare un lungo passo indietro. Il Leicester è stato fondato nel 1884 e fino allo scorso anno aveva come miglior risultato il 2° posto della stagione 1928-1929, quando in Italia ancora non esisteva il campionato a girone unico. Nella bacheca delle ‘Foxes’ c’erano ‘solo’ una Community Shield (1971) e tre Coppe di Lega (due vinte con O’Neill in panchina tra il 1997 e il 2000). Nel 2008 il club tocca il punto più basso retrocedendo in League One, la terza divisione inglese. L’anno successivo viene rapidamente promosso. Nel 2011 cambia la proprietà e arriva il milionario thailandese Vichai Srivaddhanaprabha, che ha come obiettivo il ritorno in Premier League. Nel 2013 il Leicester perde nelle semifinali playoff una rocambolesca partita con il Watford di Zola. L’anno successivo vince il campionato e ritorna così tra i grandi esattamente dopo dieci anni.

Ritorno in Premier – La salvezza non è l’obiettivo, ma il sogno. Perché le ultime due apparizioni in Premier sono state disastrose. Il campionato inizia anche bene con un incredibile 5-3 al Manchester United di Van Gaal, ma nel lungo periodo la squadra perde colpi e precipita in classifica. Il tecnico Nigel Pearson in un turno infrasettimanale perde la brocca e prende per il collo un calciatore avversario. Il giorno dopo viene esonerato. La squadra e i tifosi si oppongono, Pearson resta e con un incredibile rimonta riesce a portare la squadra nell’ultimo mese e mezzo di campionato dall’ultimo al quattordicesimo posto. L’allenatore che ha portato la squadra dalla terza serie alla prima e che ha ottenuto una grande salvezza viene confermato anche per il 2015-2016. Ma una tournée in Thailandia gli costa carissimo. Perché un tabloid riceve un video in cui si vedono tre calciatori, compreso il figlio di Pearson, partecipare a un’orgia e si ascoltano anche insulti razzisti. I tre calciatori vengono licenziati.

Esonero – Pochi giorni dopo viene liquidato anche il tecnico delle due promozioni. L’annuncio ufficiale arriva il 30 giugno. I dirigenti del club si mettono alla ricerca di un nuovo allenatore. Si fanno tanti nomi. I tifosi sognano Klopp, che pare abbia avuto anche un colloquio con il Leicester. Ma il tedesco declina. Lui è un allenatore di prima fascia e il Leicester non era un club di prima fascia. Onestamente come dargli torto, anche se poi vedendo come è andata qualche rimpianto forse lo avrà avuto.

Arriva Ranieri – A sorpresa viene scelto Claudio Ranieri. Qualche tifoso, che oggi non lo ammetterà mai, storce il naso. L’allenatore italiano in realtà è un lusso per una squadra come il Leicester, però è reduce da un’esperienza sfortunata con la Grecia. Fu scelto anche per la sua conoscenza del calcio inglese, allenò infatti dal 2001 al 2004 il Chelsea, che non era quello opulento di Abramovich. I ‘Blues’ con lui riuscirono a raggiungere la finale di FA Cup, arrivarono per la prima volta nelle semifinali di Champions League e chiusero il campionato al secondo posto dietro all’invincibile Arsenal. All’epoca fu ribattezzato ‘The Tinkerman’, l’aggiusta-tutto. Praticamente una specie di MacGyver. Non fu tenero con lui nemmeno Gary Lineker, uno dei più grandi attaccanti inglesi di sempre, capocannoniere a Messico ’86, famoso anche perché nell’arco della sua meravigliosa carriera non fu mai né ammonito né espulso! E il parere di Lineker non passò inosservato perché fino a quest’anno lui era stato il più forte calciatore di sempre del Leicester. Lineker poi si è ravveduto a suon di tweet e ha promesso di andare in onda in diretta tv in mutande in caso di vittoria del titolo della sua squadra del cuore.

Stagione memorabile – Il campionato inizia alla grande. Due vittorie nelle prime due giornate, il successo in trasferta sul West Ham acquisirà un valore enorme nel corso del tempo. Poi arrivano due pareggi e il grande sliding doors della stagione. Al ‘King Power Stadium’ l’Aston Villa conduce 2-0 e gestisce l’incontro, ma nell’ultimo quarto d’ora il Leicester segna tre gol vince la partita e si rilancia. L’Aston Villa subisce il colpo, non si riprenderà più e dopo quasi trent’anni retrocede. Il 5-2 subito in casa dall’Arsenal, sempre bello e incompiuto, rilancia dubbi sulle ‘Volpi’ che si riprendono, infilano una serie di risultati utili, battono anche il Chelsea e prima del tour de force natalizio sono in piena corsa per il titolo. Il passaggio tra 2015 e 2016 sembra critico: due punti in tre partite, ma il gruppo è solidissimo e nella prima partita del nuovo anno arriva una vittoria pesantissima in casa del Tottenham, segna Huth.

A inizio febbraio Vardy stende il Liverpool, poi con una prestazione memorabile le ‘Foxes’ sconfiggono il Manchester City a domicilio per 3-1. Arriva un’altra sconfitta con l’Arsenal, che vince con un gol di Welbeck al 95’. Quel k.o. fa bene al Leicester. Ranieri concede ai suoi una settimana di riposo. I ragazzi tornano pimpanti e la difesa diventa imperforabile. Con l’eccezione di un 2-2 con il WBA, il Leicester vince cinque volte per un 1-0, prima di battere in trasferta il Sunderland (2-0). Il pari con il West Ham sembra complicare le cose, complice anche un’espulsione del bomber Vardy. Il poker allo Swansea riporta vicino al successo il Leicester, che dopo l'1-1 a Old Trafford si è messo a guardare con attenzione Chelsea-Tottenham. Il fantastico gol di Hazard ha fermato gli ‘Spurs' e ha fatto partire la festa per il titolo.

Gioielli inattesi – Ranieri ha vinto il campionato con un grandissimo gruppo, che a inizio stagione non veniva considerato nemmeno dai bookmakers che davano il Leicester vincente del campionato a 5.000 a 1. E a ben vedere tutti i torti i ‘bookies’, un’istituzione inglese, non ce l’avevano. Perché spulciando nelle vite e nelle carriere dagli eroi del Leicester non si trova un passato fantascientifico e si capisce ulteriormente perché l’allenatore romano ha fatto un lavoro che definire eccezionale o straordinario è riduttivo.

Jamie Vardy ha segnato 22 gol in questo campionato.
Jamie Vardy ha segnato 22 gol in questo campionato.

Vardy – La storia di Jamie Vardy la conoscono tutti. Il numero nove del Leicester ha segnato per undici partite consecutive a inizio stagione, ha battuto il record di Ruud Van Nisterlooy, grande bomber di cristallo del Manchester United di Sir Alex, ed è stato decisivo nuovamente quando il gioco si è fatto duro e i punti diventavano pesantissimi. La sua vita potrebbe presto diventare un film. Nel 2012 giocava nei dilettanti e una decina d’anni fa giocò per sei mesi con il braccialetto elettronico alla caviglia, che gli fu messo dopo una rissa notturna fuori da un locale. Adesso Vardy, divenuto in automatico l’erede di Lineker, in attesa di capire se toccherà a Ryan Gosling o a Louis Tomlison degli One Direction recitare il ruolo del bomber nel film a lui dedicato. Jamie si gode il momento, pensa agli Europei, che proverà a giocare da protagonista, ma sembra essere rimasto il ragazzo di un tempo, quello che lavorava in fabbrica per sbarcare il lunario.

Il migliore della Premier, Mahrez – Il gemello del gol di Jamie Vardy è Mahrez, calciatore algerino nato a Sarcelles, città francese a Nord di Parigi. Mahrez è sempre stato un giocatore talentuoso, ma prima dell’arrivo di Sir Claudio non era riuscito a mostrare completamente la sua classe. Oggi si parla addirittura di Barcellona per Ryhad, che ha dei numeri meravigliosi. Perché lui è uno dei pochi calciatori dei cinque principali campionati europei ad essere in doppia cifra nella classifica dei gol e degli assist. E dire che quando firmò per le ‘Foxes’ non sapeva bene nemmeno dove sarebbe andato a giocare, recentemente ha dichiarato: “Pensavo che a Leicester esistesse solo una squadra di rugby”. I suoi gol e i suoi assist gli sono valsi anche il premio di ‘Miglior Giocatore della Premier League 2015-2016’.

Ryhad Mahrez è stato nominato 'Miglior Giocatore della Premier League 2015-2016'.
Ryhad Mahrez è stato nominato ‘Miglior Giocatore della Premier League 2015-2016'.

Kanté&Drinkwater – Per far volare una squadra c’è bisogno di un grande centrocampo. E a metà campo ci sono due infaticabili leoni nel Leicester: Danny Drinkwater, un cognome da presa in giro in Inghilterra, qualche tifoso buontempone del Leicester lo ha tramutato in ‘Drinkbeer’, e N’golo Kanté, uno dei pochi acquisti dello scorso mercato estivo. Entrambi hanno conquistato recentemente le rispettive nazionali. Kanté si è anche presentato bene segnando un gol in Francia-Russia. N’golo è uno dei beniamini della tifoseria che non riesce a capire come questo ragazzone di venticinque anni riesca a non fermarsi mai. Su Twitter ha spopolato in Inghilterra recentemente un post in cui c’era scritto: “Il 70% del pianeta è composto d’acqua, il restante 30% da Kanté”. Anche Ranieri spesso gli dice che dovrebbe correre di meno! Praticamente è come se un professore dicesse a un proprio alunno di non studiare troppo.

Huth&Morgan – E poi c’è la straordinaria difesa che dopo aver ballato un po’ troppo all’inizio ha trovato l’equilibrio con il ‘Patto della Pizza’, perché l’italianità nell’identità di questa squadra è molto forte. I centrali sono il tedesco Huth, vecchia conoscenza di Ranieri al Chelsea che, dopo aver navigato in acque non proprio calmissime con Middlesbrough e Stoke, nel febbraio 2015 è finito al Leicester dove sta vivendo una seconda giovinezza e ha ricordato a tutti perché da giovane lo chiamavano il ‘Muro di Berlino’. L’altro centrale è il capitano Wes Morgan, trentaduenne colosso che qualche anno fa ha preso anche calcisticamente il passaporto giamaicano. La storia del capitano è ritornata in auge recentemente, perché Wes ha deciso con una zampata la complicata sfida con il Southampton, che ha messo una pietra sui sogni di rimonta del Tottenham. Morgan nel 2012 fu messo in vendita per mezzo milione di sterline dal Nottingham Forest, squadra che non riteneva adatto a giocare Morgan a grandi livelli: perché aveva i polpacci troppi grossi, non aveva il fisico da calciatore e perché ha una madre troppo presente. E invece da capitano Wes è pronto ad alzare al cielo il trofeo della Premier League.

Simpson – Particolare anche la storia di Danny Simpson, che all’improvviso qualche anno fa era diventato noto come Rooney o Beckham, per via del gossip. Simpson mollò la compagna e iniziò una relazione con Tulisa Contostavlos, una cantante britannica che ha partecipato come giudice a X Factor ma che ha raggiunto notorietà con un video hot. La ex di Simpson dopo essere stata lasciata raccontò con eccessiva dovizia tanti particolari e parlò anche della rivale in amore, che convinse Simpson a lasciare Newcastle. Danny e Tulisa vanno a vivere insieme a Londra. Lui finisce al QPR, che retrocede in Championship, la sua carriera va in picchiata. Poi i due si lasciano, Simpson passa al Leicester e quest’anno è stato uno dei migliori esterni di tutta la Premier.

Figlio d’arte – Un capitolo a parte lo merita Kasper Schmeichel, figlio di Peter immenso portiere del Manchester United che con le sue parate ha regalato tanti trofei ai Red Devils e che con il suo fisico gigantesco ha terrorizzato anche attaccanti che probabilmente non temevano nulla come Shearer, Sheringham o Les Ferdinand. Kasper, forse anche piegato dal cognome e dal paragone facile con il papà, ha fatto molta fatica a emergere. La sua carriera l’ha iniziata da portiere di pallamano, poi nel 2002 a sedici anni entra nel settore giovanile del Manchester City, con cui gioca otto partite in Premier. Schmeichel cambia otto squadre in sei anni, poi sbarca al Leicester e quest’anno si scopre fenomenale. Il coraggio è lo stesso del papà, i quasi trent’anni gli hanno dato tanta sicurezza e le sue urla non le sentono solo i suoi difensori. Kasper ha vinto la Premier come papà Peter. I due emulano Ian Wright e suo figlio Shaun Wright Philips, campioni con Arsenal e Chelsea.

Sir Claudio – E poi c’è Claudio Ranieri, allenatore che è sempre stato sottostimato. Da settimane si fa gara nell’esaltarlo. Ma troppo spesso in passato il tecnico romano è stato criticato. La sua colpa maggiore è stata quella di collezionare secondi e terzi posti, con squadre dal grande nome. Ma in realtà Ranieri, fino a quest’anno, si era sempre (o quasi) trovato al posto giusto nel momento sbagliato. Arrivò al Napoli pochi mesi dopo l’addio di Maradona. Prese la Fiorentina in Serie B, al Chelsea è giunto qualche anno prima di Abramovich. É finito alla Juventus l’estate in cui i bianconeri tornavano in Serie A. All’Inter è arrivato quando i protagonisti del ‘triplete’ erano praticamente cotti.

Don’t Dream Is Over – Ranieri, che sicuramente non pensava di riuscire a conquistare il titolo con il Leicester, probabilmente pensava di aver avuto la grande chance di vincere lo scudetto nel 2010 con la Roma, la sua squadra del cuore, con cui effettuò una rimonta incredibile ai danni dell’Inter di Mourinho. Arrivò a un passo da uno scudetto ‘Capitale’ mostrando coraggio, come quando sostituì in un derby Totti e De Rossi, e mostrò un enorme bravura perché il titolo fu inseguito con Julio Sergio in porta, i ‘vecchietti’ Toni e Taddei, con Brighi, Burdisso e Julio Baptista. La doppietta di Pazzini fece vedere le streghe alla Roma e consegnò il titolo all’acerrimo rivale Mourinho. Forse nemmeno un ottimista come Ranieri pensava a fine campionato che ‘Don’t Dream Is Over’, come cantavano i ‘Crowded House’ una trentina d’anni fa.

Al suo arrivo al Leicester non è stato accolto con i petali e con il tappeto rosso. Perché i troppi piazzamenti, i pochi trofei e l’esperienza negativa con la Grecia pesavano sul suo curriculum. Ma chissà forse in Grecia l’uomo venuto da Testaccio ha trovato la chiave per il successo. D’altronde Ulisse ha peregrinato per vent’anni prima di tornare a casa, mentre Sir Claudio ha impiegato una ventina d’anni per trovare la vittoria del campionato. Oggi è un mito assoluto, non solo per i tifosi ‘Foxes’. In Inghilterra era dal 1978 che una squadra non conquistava il suo primo titolo. All’epoca toccò al Nottingham Forest del mitico Brian Clough, personaggio leggendario che poi vinse anche la Coppa Campioni (due volte). Il principe William, anche presidente FA, si è sbilanciato e fosse stato inglese Ranieri probabilmente davvero sarebbe stato insignito di un titolo nobiliare.

The Italian Job – Ma Ranieri è italianissimo e la sua italianità è assai presente. I tifosi del Leicester lo hanno prima fatto diventare il ‘Padrino’, che in realtà è italo-americano anche se comunque l’associazione tricolore c’è. Poi sono stati creati per lui degli ormai famosi cori sulla base di ‘Volare’, mentre i media inglesi, come d’abitudine, quando un italiano spopola parlano di ‘Italian Job’, prendendo a prestito il titolo di un film della fine degli anni Sessanta con il grande Michael Caine, che per meriti artistici è diventato Sir per davvero, ma lui è nato a Londra e non nella Capitale italiana. L’impresa di Ranieri, che nel film sul Leicester potrebbe essere interpretato da Robert De Niro, è talmente incredibile che ha portato qualcuno a paragonarlo a Leonardo di Vinci, il genio per eccellenza. Leonardo comunque un legame, per via molto traverse, con Leicester ce l’ha. Perché per oltre duecentosessanta anni fa in quella città è stato custodito il ‘Codice Leicester’, una raccolta di 36 fogli che il maestro italiano dedicò a studi di idraulica, che fa acquistato nel Settecento da Thomas Coke, Conte di Leicester, i suoi eredi lo cedettero prima ad Hammer, poi è stato acquistato da Bill Gates, che gli ha voluto ridare l’antico nome. Il ‘Codice Leicester’ quello vero lo ha creato Leonardo di Vinci. Ranieri invece ha creato il suo ‘Codice Leicester’.

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