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Cinque cose da sapere su Mertens, il ‘falso 9’ che segna da bomber vero

Il poker da record al Torino. Le iniziali di Diego Maradona e la sua maglia autografata. Dries Mertens è l’uomo del momento a Napoli, la sua seconda casa. E tutto iniziò con una SenseBall.
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Mertens

Ha le stesse iniziali di Diego Maradona. E il Pibe de Oro mostra orgoglioso la sua maglia nella foto che apre la gallery sul suo sito ufficiale. Dries Metens è stato il primo acquisto dell'era Benitez e con Sarri sta facendo sognare Napoli.

Maradona conserva la sua maglia

Maradona, ha raccontato l'amico e assistente Stefano Ceci, conserva a casa la maglia di Mertens, sfoggiata in un altro fotogramma simbolo da un bambino in una classe in Guinea. "Disse che meritava di giocare anche di più e poi Mertens lo ringraziò sui social dicendo ‘Diego, tu sì che ne capisci’" ha ricordato a Radio Crc. «Dries ha tutto. Sa giocare, sa fare squadra e ha un buon tiro dalla distanza. Sarri dovrebbe impiegarlo di più» diceva il Pibe de Oro l'anno scorso. A maggio, poi, il belga ha mostrato con altrettanto orgoglio la maglia del 1987 autografata da Maradona. «Il regalo più bello di sempre da parte di mia moglie» ha scritto.

Un belga napoletano

«Sono la donna più fiera del mondo, troppo» ha scritto su twitter lei, Kathrin «Kat» Kerkhofs. Kat e Dries, belli, giovani e allegri come pochi, si sono legati a doppio filo con la città, ne amano colori, cibo e luoghi. «Non conoscevo una parola d’italiano, ma l’ho seguito subito e ci siamo calati nella realtà partenopea», ha dichiarato Kat in una trasmissione tv. E il profilo Instagram di Mertens è pieno di foto della coppia che passeggia per le vie di Napoli, sul Lungomare, e poi in Costiera, a Capri (con i genitori di Mertens) e Ischia, alla Rggia di Caserta. Insieme hanno passeggiato bendati in Piazza del Plebiscito e sono rimasti incantati da Pompei e Ercolano.

Ogni tanto la loro casa, in stile moderno col legno a farla da padrone, diventa un piccolo albergo, con la famiglia di Dries e le amiche di Kat, che pubblica su Twitter piccole guide e a giugno ha postato un video sul sito dellatv belga Vier un video sui presepi di San Gregorio Armeno in cui compra anche la statuina dedicata al marito. Kat, molto amica della moglie dei romanisti Vermaelen e Nainggolan e del suo ex compagno di squadra Chadli, si è anche travestita da Hamsik nell'ultimo Halloween. Mertens, invece era vestito da Insigne: altro che rivalità.

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Il poker del 18 dicembre

Il 18 dicembre è un giorno magico per il San Paolo. Nel 1977, Beppe Savoldi segna quattro delle cinque reti con cui gli azzurri travolgono il Foggia, dopo il vantaggio firmato Valente. Il Napoli chiuse al sesto posto quel torneo, il primo del triennio programmato con Gianni Di Marzio, esonerato però l'anno dopo alla terza giornata. Prima di Savoldi, solo in tre avevano segnato più di quattro reti in campionato nella stessa partita: da record la cinquina di Salustro, il primo grande divo del calcio napoletano, alla Reggiana nel 1929, memorabili le quaterne di Jeppson (il "Banco di Napoli" famoso anche per il flirt da copertina con Silvana Lazzarino) nel 6-3 all'Atalanta del '53, e di Vinicio nel 4-1 al Palermo del '57.

Proprio il 18 dicembre, Mertens è diventato il quinto della lista, con quel pallonetto finale alla Maradona a far illuminare il San Paolo. "Io resto legato alla figura della prima punta vecchia maniera" ha detto Savoldi alla Gazzetta dello Sport. "Tuttavia, Mertens mi ha stupito per come ha dimostrato di saper attaccare la profondità con grande abilità. Inoltre, non dà punti di riferimento ai difensori e questo nel calcio moderno è molto importante. Nel mio poker ci furono due rigori, quindi Mertens è stato più bravo".

Cresciuto con la SenseBall

Pensiero veloce e volontà di precisione. I quattro gol al Torino, i sette in sette giorni, testimoniano il momento magico di un attaccante che sta raccogliendo quel che ha da tempo seminato. Almeno dalle sessioni di allenamento con Michel Bruynincks alla Leuven Football Academy. E' un preparatore innovativo, che usa la musica nelle sessioni e fa allenare con la SenseBall, una palla attaccata a una corda per favorire la coordinazione con entrambi i piedi. "Se so calciare di destro e di sinistro lo devo a quegli esercizi, e quando c'era anche la musica erano ancora più difficili perché dovevamo anche andare a tempo. E nessuno poteva perdere il ritmo" ha raccontato.

L'intuizione di Sablon

Ma c'è un'altra figura chiave nel suo sviluppo, l'allora direttore tecnico della federazione belga Michel Sablon, chiamato a rivoluzionare il sistema calcio dopo la brutta figura a Euro 2000. Sablon si presenta all’antica e prestigiosa Università di Leuven con 1.600 ore di filmati di partite giovanili e la richiesta di contare i tocchi di palla di tutti. Lo studio matto e disperatissimo porta a una conclusione: sono troppo pochi. Allora elabora e distribuisce a tutte le squadre un decalogo, La vision de formation de l’URBSFA, che inizia a circolare nel 2006 e introduce l’obbligo per tutti i settori giovanili di organizzare solo partite 5 contro 5 per i bambini fino ai 7 anni e 8 contro 8 fino ai 10. Sablon imponr anche a tutti i settori giovanili e alle accademie nazionali di giocare fino alla Primavera con il 4-3-3, il modulo migliore per sviluppare la tecnica individuale. L'obiettivo è utopico fin dal principio: creare squadre in grado di esercitare il controllo assoluto di una partita, il 100% del possesso palla. Di sicuro, così ha ricreato un ruolo che sembrava perso, nell'abbondanza di 3-5-2 e di 4-4-2 difensivi degli anni Novanta. Ha restituito al Belgio le ali. Ali come Dries Mertens, che fanno volare e sognare una nazione e una città.

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