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Cinque cose che hanno trasformato il Milan in un progetto vincente

Le scelte di Montella, la nuova proprietà, la continuità col passato. Il Milan si è ritrovato pronto a dar filo da torcere per un posto in Champions e per il tricolore. Con una marcia in più: senza impegni europei e con una rosa tra le più giovani d’Italia.
A cura di Alessio Pediglieri
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Dopo la vittoria di San Siro contro la Juventus, il Milan ufficialmente è diventata una squadra con cui fare i conti da qui fino a fine stagione. Terzo successo di fila per i rossoneri di Montella che oltre a vincere stanno imparando anche a convincere. Il tecnico romano professa il "profilo basso", l'"umiltà" e il "sacrificio". Non parole a caso perchè in questa squadra non c'è una stella assoluta che domina gli altri ma un gruppo coeso che rema unitamente verso la medesima direzione. E il cambio di presidenza e l'assenza dagli impegni europei si sono trasformati in stimoli ulteriori.

Squadra giovane e italiana

Il Milan è la più giovane squadra di Serie A e l'attuale successo rossonero deve essere applaudito anche come il ritorno in auge di un vivaio quasi interamente italiano. Nel gruppo di Montella ci sono i Calabria, i De Sciglio, i Romagnoli, i Lapadula, i Locatelli. Tutti italiani e tutti under25 ma ci sono anche i Niang e i Suso, altri talenti in erba anceh se stranieri. E' questo elemento ad essere diventato il punto di forza principale di una squadra che aveva necessità di ritrovare convinzione nelle proprie forze e nella propria storia. Uno zoccolo duro italiano e giovane, pronto a crescere e diventare grande rispecchia in pieno la tradizione milanista dei gloriosi tempi andati.

Continuità con la storia e con il recente passato

C'è una continuità col passato, inteso come storia rossonera. Tutti i Milan vincenti sono stati costruiti allo stesso modo, attingendo nel vivaio, trovando prima di tutto giovani promettenti in Italia e inserendo i giusti stranieri laddove c'era da fare la differenza. In questo senso Bacca, Montolivo, Abate, sono le chiocce di una nuova nidiata di giovani promettenti. Continuità però anche con il passato più recente. Dopo le epoche fosche dei vari Seedorf, Inzaghi, Mihajlovic, c'è stata la coerenza di non gettare via tutto. Si è ripartiti ricollocando Suso, inserendo nuovamente in difesa Paletta, non facendo partire Bacca, recuperando Niang. Tutti giocatori che nelle passate stagioni per un motivo o un altro avevano fallito.

Montella, l'uomo giusto al momento giusto nel posto giusto

E siamo al terzo punto di forza, forse il principale: aver trovato il tecnico giusto. Vincenzo Montella si sta rivelando l'uomo giusto al momento giusto, nel posto giusto. Abile nel trattare con i giovani, la sua visione di gioco offensiva ben si sposa con le forze e la qualità che ha a disposizione. Preferendo il gruppo ai singoli, il tecnico romano ha mescolato nuovi talenti con la vecchia guardia trovando un mix al momento vincente e coeso. Bravo nel mantenere il profilo basso del gruppo nei momenti d'esaltazione, perfetto nel non farsi trascinare al largo dai venti contrari ad inizio anno.

Nuova proprietà, nuove prospettive

Può sembrare un paradosso, ma il passaggio da Berlusconi alla nuova proprietà ha dato al gruppo di lavoro una nuova prospettiva e quindi nuova fiducia. I problemi recenti nel Milan erano in campo con la mancanza di risultati ma erano semplicemente lo specchio delle faide interne dirigenziali che stavano dilaniando la società. Un riverbero negativo che colpiva ciclicamente giocatori e allenatori. Ora, con l'addio di Berlusconi, in attesa di capire per bene cosa e chi porterà il closing di fine anno, al Milan si respira un'aria più serena. Magari di pace forzata, ma di certo un momento di stasi che giova al gruppo tornato a pensare unicamente al terreno di gioco e a fare risultati.

L'assenza dalle coppe: maggior gestione psicofisica

Il doversi concentrare solamente sul campionato potrebbe essere la ciliegina sulla torta per durare fino a fine stagione. Con ritmi comunque serrati, i rossoneri possono rifiatare però laddove tutte le altre devono fare di necessità virtù. Non avendo turni infrasettimanali, il Milan si può allenare regolarmente, gli infortuni ci sono (vedasi Montolivo) ma sono maggiormente gestibili, così come il dispendio di energie. Un elemento non in secondo piano perché non condiziona né fisicamente né psicologicamente i giocatori che possono esclusivamente pensare solamente alla partita di campionato.

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