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Cicinho: “Bevevo fino a svenire. E mi facevo tatuaggi per cercare pace”

L’ex difensore brasiliano di Real Madrid e Roma racconta i momenti più bui della sua carriera: “Mi ubriacavo per tutto il giorno. Anche di notte. E bevevo di tutto, non solo la birra. Ho fatto cose di cui mi pento e mi vergogno”
A cura di Maurizio De Santis
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"Una notte ero talmente ubriaco che decisi di chiamare un tatuatore perché mi disegnasse qualcosa sul braccio. Non ricordo nemmeno chi fosse ma volevo quel tatuaggio perché credevo che mi avrebbe dato pace". Cicinho, l'ex difensore brasiliano di Real Madrid e Roma, ne fece addirittura 30 senza però riuscire a trovare mai la pace, fino a provare vergogna tale da giocare sempre con maglie a manica lunga per coprire i segni della sua sofferenza.

Non l'ho fatto solo per me stesso – ha confessato di recente a Fox Sports, durante il programma ‘Aqui com Benja' – ma soprattutto per i bambini che guardano il calcio. A loro vanno dati esempi positivi.

Quasi annegò in fondo ai bicchieri di troppo bevuti come acqua fresca per stordirsi, dimenticare, resistere alla pressione psicologica, domare lo stress.

Ho fatto cose di cui mi pento e mi vergogno, la mia esistenza è cambiata grazie a Dio.

Anno 2005, il trasferimento alla ‘casa blanca' era l'occasione della carriera, il classico coronamento di un sogno da calciatore partito dal Botafogo, passato attraverso Atletico Mineiro e San Paolo prima del grande salto in Europa. Un salto nel buio per l'uomo – prima ancora che per il calciatore – che non ha retto dinanzi alle fortune della sorte.

Quando sono arrivato al Real Madrid – ha aggiunto Cicinho – la situazione mi è sfuggita di mano. Bevevo fino a svenire, lo facevo per tutto il giorno. Anche di notte. E bevevo di tutto, non solo la birra. Quante sciocchezze ho commesso… a cominciare da quei tatuaggi fatti sotto l'influenza dell'alcool. Ancora oggi, quando li vedo, mi sento davvero a disagio con me stesso.

Due stagioni (fino al 2017) a Madrid poi il passaggio in giallorosso: anche a Roma le cose non cambieranno, vi resterà per 4 stagioni (intervallate da un prestito al San Paolo) ma saranno più dolori che gioie. Poche presenze, spiccioli di partite, comparsate.

Non auguro a nessuno quello che ho passato. Vedi tutto orribile, l'alcool non aiuta affatto.

Cicinho oggi, a 36 anni, è svincolato dopo un'esperienza abbastanza recente in Turchia al Sivasspor (dal 2013 al 2016). Non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore. La fede lo ha salvato – come più volte ribadito. Ogni tanto capita anche di vederlo predicare la parola di Dio sugli autobus, tra le gente comune.

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