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Cholismo vs Tiki Taka, la rivincita del catenaccio (imparato in Italia)

Il successo dell’Atlético Madrid sul Bayern Monaco ha segnato il trionfo del “catenaccio” rivisitato di Simeone sul possesso palla sfibrante dei bavaresi. E San Siro, ora, è un po’ più vicino per i colchoneros.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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La prima sfida se l'è aggiudicata Diego Pablo Simeone: il tecnico argentino dell'Atlético Madrid, artefice dei più importanti successi della storia recente dei colchoneros (dal 2011 ad oggi, una Liga, una coppa del Re, una supecoppa spagnola, un'Europa League ed una Supercoppa Europea, oltre ad una finalissima di Champions League persa due anni fa contro il Real Madrid: attualmente è in corsa sia per la Champions che per la Liga), ha messo in scacco Pep Guardiola, uno il cui palmares è sterminato ma che da quando ha lasciato il Barcellona ha vinto sì ogni cosa in Germania, ma non è riuscito più a ripetersi su scala europea.

Parlare di "trionfo" per Simeone e disfatta per Guardiola (che a fine stagione volerà a Manchester, sponda City, per guidare l'assalto alla "Fortezza Europa" dei Citizens) è prematura: restano ancora 90 minuti da disputare all'Allianz Arena, e l'uno a zero di partenza per l'Atlético Madrid è un vantaggio di misura che può essere facilmente cancellato. Eppure, nel successo del Cholo su Pep c'è qualcosa che va al di là del risultato: è stata la vittoria di un modo diverso di intendere il calcio, il "cholismo" contro il tiki taka, che tanti ammiratori (e successi) ha visto negli ultimi anni.

L'Atlético Madrid di Simeone non brilla per gioco spettacolare, ma anzi per l'esaltazione di quel "catenaccio" squisitamente italiano che al Vicente Calderon è stato praticamente "esasperato". Attesa e ripartenza: qualche anno fa si sarebbe detto "difesa e contropiede". La sostanza è però questa: mentre il tiki taka ha un possesso palla svilente, il "cholismo" è cinico e veloce. Pochi tocchi, pochi fraseggi, rapide verticalizzazioni e guizzo vincente. Anche contro il Bayern Monaco si è visto chiaramente: un lampo di Saul dopo dieci minuti, poi settanta di sofferenza ma relativa. Il Bayern non è mai riuscito a presentarsi davanti ad Oblak, ed ha dovuto tentare tiri dalla distanza (uno, dai trenta metri, ha centrato l'incrocio dei pali). E nel finale per poco Torres non segnava il 2-0 che poteva spianare la strada dell'Atlético verso Milano.

La "mappa di calore" del match (Fonte: Whoscored)
La "mappa di calore" del match (Fonte: Whoscored)

Il Bayern Monaco ha, indubbiamente, giocato meglio: tantissimo possesso palla, tanti tiri verso lo specchio della porta, e via dicendo. Ma Oblak, tolto l'incrocio dei pali colpito da Alaba, ha rischiato poco. Difesa solida e rocciosa: ottimo il lavoro di Savic (ex-Fiorentina) che era chiamato a non far rimpiangere l'infortunato Godin. E poi ripartenze, chiusure, ed ancora ripertanze. Il Cholo vince la prima, e si avvicina a Milano. All'Allianz Arena però ci sarà ancora da soffrire. Come da perfetta tradizione cholista.

Le statistiche di Atlético Madrid-Bayern Monaco (Fonte: Whoscored)
Le statistiche di Atlético Madrid-Bayern Monaco (Fonte: Whoscored)
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