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Chelsea, Mourinho: “Quando perdemmo con il Crystal Palace avrei ammazzato i miei giocatori”

Il tecnico ricorda quanto avvenuto nella sfida della scorsa stagione, un match molto diverso da quello dell’ultima giornata di Premier League.
A cura di Marco Beltrami
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Fortunatamente per Mourinho i giocatori del Chelsea hanno espugnato il campo per Crystal Palace evitando così una cocente delusione come quella incassata nell’incrocio tra le due squadre della scorsa stagione. Lo Special One che quest’anno sta guidando i Blues in vetta alla Premier League non ha dimenticato quella partita: “Nella mia carriera ho imparato a rispettare quelli che meritano di vincere. L'anno scorso, quando abbiamo perso col Crystal Palace, volevo ammazzare i miei ragazzi. Ma sono andato nello spogliatoio degli avversari a congratularmi uno per uno con loro. Il nostro era un problema di mentalità: vinci oggi, domani e poi domani ancora. Da una parte è un'abitudine, dall'altra ti stanca perché ogni giorno hai delle responsabilità. E molti dei miei giocatori l'anno scorso, non erano in grado di affrontarle".

Mourinho contro tutti

Il tecnico portoghese si è raccontato ai microfoni dell’ex Manchester United Gary Neville ai microfoni del Telegraph, tra passato e presente ripercorrendo anche quanto accaduto nel finale della scorsa stagione con il successo sul Liverpool costato ai Reds il titolo: “Sentivo che tutto il paese voleva che il Liverpool vincesse il campionato. Nessuno diceva che loro erano favoriti dal fatto di non giocare la Champions, nessuno parlava delle tante decisioni che li hanno favoriti durante l'anno. Il giorno che li abbiamo sfidati era tutto pronto per la loro celebrazione e ho detto ai ragazzi: ‘Vogliono che facciamo i pagliacci nel circo. Il circo è qui, il Liverpool deve vincere la Premier. Voi non volete sia così vero?' Mi risposero di no. Ci costrinsero a giocare la domenica anche se avevamo una semifinale di Champions da giocare. Avessimo giocato di sabato, magari saremmo scesi in campo con un altro spirito”.

Le esultanze dello Special One

Nelle ultime settimane ha fatto molto discutere il battibecco a distanza con Roy Keane. Il viceallenatore dell’Aston Villa non ha gradito il fatto che Mourinho abbia salutato i suoi avversari in panchina prima del fischio finale del match: “Quando ricordo la mia esultanza con il Porto, la notte in cui eliminammo lo United in Champions nel 2004, la cosa più bella che mi viene in mente è che l'anno scorso ho fatto esattamente la stessa cosa contro il Psg e quest'anno spero di rifarlo ancora. Cioè quella gioia non era di un allenatore che sentiva che qualcosa stava cambiando nella sua carriera, ma semplicemente era parte di me, a volte non controllo l'emozione, la felicità. Quando ero suo assistente al Barcellona, Bobby Robson di solito diceva ai ragazzi di non essere tristi quando avevamo perso una partita. ‘Non è la fine del mondo", diceva. Io non ero d'accordo con lui".

Mourinho elogia Hazard

In conclusione una battuta su Eden Hazard, sicuramente arma in più del super Chelsea che sta dominando in Premier: “Eden è un giocatore fuori contesto al momento. È un ragazzo, umile, molto umile. Molto gentile e zero egocentrico. È fantastico. Ho parlato con il padre e mi ha detto una cosa che ho apprezzato molto: ‘Ho un figlio meraviglioso, è un padre meraviglioso, un marito meraviglioso. Io voglio che cambi, perché voglio che sia un giocatore meraviglioso. Voglio che sia lo stesso marito, lo stesso padre, lo stesso figlio, ma con più tenacia, cattiveria, più ego anche. E lei può dargli queste cose'. Ma in realtà non possiamo mai trasformare questi giocatori fantastici in animali o macchine da competizione. Ad Hazard l'ho detto: ‘Non essere felice quando fai delle belle giocate: devi fare qualcosa che ci faccia vincere le partite'”.

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