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Chelsea, bufera su Moses: getta a terra il lutto al braccio per le vittime di Manchester

Il giocatore di Antonio Conte, dopo l’espulsione nella finale di FA Cup contro l’Arsenal, ha gettato a terra la fascia nera utilizzata dalle due squadre come segno di rispetto verso le vittime di Manchester. Un gesto che ha provocato diverse polemiche in Inghilterra.
A cura di Alberto Pucci
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L'adrenalina e la tensione spesso giocano brutti scherzi ai giocatori in campo. L'ultimo a pagare le conseguenze di una finale nervosa e ricca di emozioni, è stato il centrocampista del Chelsea, Victor Moses. Espulso per doppia ammonizione a venti minuti dal termine della finale di FA Cup (vinta dall'Arsenal), il nigeriano è uscito dal campo indispettito e, al momento di rientrare negli spogliatoi, si è tolto il lutto al braccio (deciso per commemorare le ventidue vittime dell'attentato di Manchester) e lo ha gettato a terra. Un gesto probabilmente non voluto e dettato dal nervosismo, che è stato subito ripreso dalle telecamere a bordo campo e censurato successivamente da tifosi e media. Mai teneri in circostanze come queste, i tabloid britannici si sono scagliati contro il giocatore di Antonio Conte e contro la stessa società londinese: colpevole di aver dimenticato, nel primo tempo, di indossare il lutto al braccio.

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Da panchinaro a titolare grazie a Conte

Una dimenticanza alla quale i "Blues" hanno rimediato nella ripresa, poco prima del gesto sconsiderato del 26enne nigeriano e prima del triplice fischio finale che ha sancito la vittoria dell'Arsenal di Arsene Wenger. La sconfitta, arrivata dopo le reti di Alexis Sanchez, Diego Costa e Ramsey oltre ad aver fatto sfumare l'obiettivo del "Double" al tecnico del Chelsea, ha così rovinato la stagione dei londinesi. Prima dell'episodio nella finale di FA Cup, Moses si era messo in luce per aver giocato un buon campionato. Dopo aver passato tristi esperienze da panchinaro nel Liverpool, Stoke City e nel West Ham, il nigeriano è diventato titolare quasi inamovibile con l'arrivo a Londra del tecnico salentino. "Mi sento come se qui avessi trovato casa mia e sono grato all’allenatore per avermi permesso di esprimere me stesso", dichiarò qualche settimana fa Moses, prima di cadere nel gesto che gli ha macchiato l'intera stagione.

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