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Chapecoense: amputata la gamba al portiere Follmann, uno dei superstiti

Gli altri giocatori sopravvissuti, Alan Ruschel e Helio Zampier Neto, versano in gravi condizioni. Il portiere è al momento stabile in terapia intensiva.
A cura di Mirko Cafaro
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Sopravvivere a un disastro aereo, perdere i compagni di squadra e gli amici di una vita, non fare in tempo a prendere coscienza dell'accaduto e dover fare i conti subito con un altro terribile choc. È questa la drammatica storia di Jakson Follmann, portiere 24enne della Chapecoense, nonché uno dei tre giocatori sopravvissuti al disastro aereo in cui hanno perso la vita 76 persone. L'ultima drammatica notizia che lo riguarda è la decisione dei medici dell'ospedale colombiano Ximena Suárez di amputargli la gamba destra. Gli stessi medici hanno fatto sapere in un comunicato che il ragazzo si trova al momento in terapia intensiva, le sue condizioni sono finalmente stabili ed è stata la famiglia a voler rendere pubblica la notizia dell'amputazione dell'arto.

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In tutto sono sei, compreso Follmann, i superstiti. Gli altri due giocatori sono il terzino sinistro Alan Ruschel, di 27 anni, che ha riportato – stando al bollettino medico – una "frattura della 10ª vertebra e una lesione spinale" e l'altro difensore Helio Zampier Neto, 31, al momento in condizioni molto gravi, a causa di "un trauma cerebrale e fratture esposte degli arti". Tra le macerie dell'aereo era stato estratto vivo anche un quarto giocatore: l'altro portiere Danilo, classe '85, trasportato d'urgenza in ospedale ma morto per la gravità delle ferite riportate nello schianto.

La Chapecoense non era una società di grande storia, o tradizioni sportive, né era composta da nomi noti al grande calcio internazionale. La squadra militava in serie D solo nel 2009, quando tra le sue fila c'era anche l'attuale giocatore del Verona Romulo, ma negli ultimi anni era riuscita a compiere grandi imprese sino a raggiungere la finale di Copa Sudamericana (l'equivalente della Europe League) contro l'Atletico Nacional, che si sarebbe disputata a Medellín, dove la squadra era diretta con quel volo charter mai arrivato a destinazione.

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