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Champions League, la carica dei terribili ventenni

Una vera e propria squadra di giovani talenti che stanno monopolizzando l’attenzione delle big. Coman, Coquelin, Martial, Sergi Roberto solo per citare alcuni dei migliori 20enni che giocano e segnano in Coppa come veri e propri veterani.
A cura di Alessio Pediglieri
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Non chiamatela Youth League anche se i migliori giocatori in campo hanno 20 anni o poco più. E' la Champions League dei ‘grandi', quella che conta, quella che mette in gioco ogni volta che si scende in campo squadre milionarie e che fa girare il carrozzone del pallone tra diritti tv, sponsor e stadi pieni. Quella dei giovanissimi – appunto la Youth League – è, almeno sulla carta, semplicemente un corollario marginale in cui le Primavere muovono i primi passi nella loro avventura internazionale, come divertenti antipasti alla portata principale delle canone 20.45. Eppure, proprio nella Coppa dalle grandi orecchie oggi come mai, chi segna, gioca e diverte sono altri giovani campioni, tutti più o meno affermati che hanno bruciato le tappe e stanno confermando che quando il talento c'è, l'età non conta.

18 anni e non sentirli

Ante Coric (Dinamo Zagabria) – Di professione trequartista, all’occorrenza sa fare anche il classico centrocampista, è dotato di una buona tecnica con entrambi i piedi e di un’ottima visione di gioco. Dota principale, la creatività che lo rende imprevedibile, un vero e proprio pericolo in mezzo al campo. Ha anche un piccolo importante primato in Champions: la scorsa stagione la rete contro l’Astra Giurgiu nel gruppo D di Europa League, lo ha reso il marcatore più giovane nella storia del torneo a 17 anni, 5 mesi e 4 giorni.
Ruben Neves (Porto) – Ha nel suo palmares numerosi record già infranti tra cui spicca quello di essere stato giocatore più giovane a segnare nel campionato portoghese (17 anni e 155 giorni). Poi è anche l'attuale calciatore lusitano più giovane a esordire in Champions League e il più giovane a indossare la fascia da capitano in un match della massima competizione europea. Nelle giovanili del Porto sin da bambino, in 12 mesi è passato dalla formazione B alla ribalta del calcio europeo e adesso è anche un ‘tesoretto' per i Dragoni di Portogallo, valutato attorno ai 40 milioni di euro.

La carica dei 19enni

Kinglsley Coman (Bayern Monaco) – E' un talento cristallino che la Juve ha venduto ai bavaresi in estate dopo averlo prelevato a costo zero. Il futuro è dalla sua parte e in Germania, al Bayern Monaco potrebbe finalmente spiccare il volo. Per strapparlo alla Juventus i bavaresi in estate hanno offerto 7 milioni di euro e oggi, per tenerlo a Monaco anche dopo il 2017 ne serviranno altri 21, che sono destinati a salire mese dopo mese.
José Gaya (Valencia) – E' il calssico terzino brevilineo duttile tatticamente tanto che può coprire tutta la corsia di sinistra, abbinando a dribbling e cross ottime letture difensive. Cresciuto nella cantera valenciana adesso sta disputando la sua prima Champions League da titolare in cui al momento ha collezionato 3 presenze e un assist nella vittoria contro il Gent.
Anthony Martial (Manchester United) – E' forse il talento più forte dei suoi coetanei, stella tra le stelle. Per van Gaal, prima dell'infortunio, è stato anche punto di riferimento con 12 presenze in cui ha realizzato 4 gol tra Premier e Champions League. Una conferma dopo l'ottimo scorso anno con la maglia del Monaco dov'è stato il top scorer Under 20 dei cinque maggiori campionati europei, con 9 reti.

I terribili 20enni

Viktor Kovalenko (Shakthar) – Nell'ultimo Mondiale Under 20 è stato protagonista con 5 reti segnate in due sole partite e grazie alle quali ha vinto il titolo di capocannoniere, conquistando la Scarpa d’Oro. Attaccante forte fisicamente, dotato di una buona tecnica e un’ottima visione di gioco in area di rigore dove gioca sempre viso alla porta. Sta imparando anche a trasformarsi all'occorrenza in trequartista avanzato, mezzala o centrocampista centrale con compiti di regia.
Hakan Calhanoglu (Bayer Leverkusen) – Arrivato al Bayer Leverkusen dall’estate 2014 dopo una buona stagione all’Amburgo, è oggi un giovane su cui molte big stanno facendo più di un pensiero. In Italia molti lo seguono e i più lo ricordano per la rete segnata alla Lazio e per le buone prestazioni fornite contro la Roma nel girone. Le sue 2 reti in Europa quest’anno sono arrivate nel match con il Bate Borisov ma ha tutta la classe per emergere e crescere.
Thomas Foket (Gent) – Classico terzino destro di grande spinta, all’occorrenza può essere impiegato anche sull’out di sinistra o come esterno in un centrocampo a cinque. Bravo nel possesso palla, capace tecnicamente sta crescendo anche da un punto di vista tattico e tra i suoi punti di forza spicca l’abilità nel saltare l’uomo, l’ottimo controllo palla e l’estrema facilità di arrivare al cross.

I ‘vecchietti' già formati

Sergi Roberto (Barcellona) – Da sempre nella Cantera azulgrana, oggi ha 23 anni ed ha militato in tutte le categorie blaugrana, giovanili, Barça B, prima squadra. Bruciando le tappe. Centrocampista centrale, mezzala e terzino destro, con Luis Enrique sta trovando la continuità che gli sta permettendo di crescere di gara in  gara. In Spagna lo considerano l’erede di Xavi, per genialità, visione di gioco e capacità di disegnare geometrie e se così fosse, per i prossimi 10 anni il centrocampo del Barcellona sarà suo.
Francis Coquelin (Arsenal) – 24 anni, centrocampista francese, all’Arsenal dal 2008, dove si è fatto le ossa nelle giovanili sotto l'attenta supervisione a distanza di Arsene Wenger che lo ha chiamato due stagioni fa a far parte in pianta stabile dell’undici. E' un classico mastino di centrocampo che non disdegna però anche buona tecnica nel momento di imbastire il gioco per i compagni. In questa Champions è sceso in campo in tutte e 4 le partite finora giocate dall’Arsenal.
Vincent Aboubakar (Porto) – 23 anni, sta trascinando il Porto alla qualificazione agli ottavi di Champions League con le sue prestazioni e i suoi gol. Dopo quattro giornate, 3 reti e un assist, mettono in mostra tutte le specialità fatte di velocità, colpo di testa e attacco della profondità. Proprio grazie alle ottime prestazioni è riuscito a non far rimpiangere l’addio di Jackson Martinez.

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