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Champions: Barcellona-Bayern Monaco, la finale anticipata

Le migliori a confronto in una sfida che vede anche il primo grande duello tra Pep Guardiola e Luis Enrique, il maestro e l’allievo. Se il Bayern riuscirà a recuperare tutti saranno scintille. Dall’esito incertissimo.
A cura di Alessio Pediglieri
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Mentre la Juventus pensa già al Real Madrid, l'altra parte d'Europa aspetta Barcellona-Bayern Monaco, quella che per molti è considerata la vera finale. Anticipata. Perché chi uscirà vincente dai 180 minuti tra il Camp Nou e l'Allianz Arena avrebbe la strada in discesa verso la conquista della Champions League. Di certo la doppia gara tra i catalani e i bavaresi si presenta come un match diretto tra due squadre che fino a questo punto hanno espresso il calcio migliore, sia da un punto di vista tecnico che tattico. E poi c'è il fascino del grande ex in panchina, Pep Guardiola che ritorna a ‘casa' proprio quando il Barcellona sembra aver ritrovato se stesso grazie a Luis Enrique. Uno che proprio nel segno di Guardiola si è formato con gli anni  seguire il credo del tiki-taka, assaggiandone i preliminari allenando la Cantera per poi offrirlo al mondo con una versione rinnovata, più dinamica, meno prevedibole.

Bayern a suon di gol

La prova di forza contro il Porto sembra avere ristabilito le gerarchie europee soprattutto per i tedeschi di Pep Guardiola che nel momento più importante ha ritrovato la sua squadra di fenomeni tra neocampioni del mondo  come Neuer, Lahm, Müller, Schweinsteiger, fuoriclasse internazionali come Robben, Ribéry e Thiago Alcantara, ottimi giocatori da Lewandowski, a Alaba e Benatia. I tedeschi erano e restano probabilmente la squadra da battere, insieme al Barcellona, ovviamente. Ecco perché è stato meglio per la Juventus incontrarli il più tardi possibile, cioè in un ipotetica finale, a Berlino che dà sì motivazioni aggiunte ai bavaresi ma che nei ricordi italiani viene associata ai Mondiali 2006.

Eppure anche i giganti potrebbero avere un punto debole: nelle due partite col Porto, al Bayern mancando una buona parte di titolari (Ribéry, Robben, Schweinsteiger, Alaba, Benatia) si è spenta la luce per i primi 90 minuti, perdendo malamente fuori casa 3-1. All’andata se ne sono accorti tutti, al ritorno nessuno. In ogni caso, è molto probabile che ora della finale (6 giugno a Berlino), Guardiola abbia recuperato quasi tutti mentre per le semifinali ci potrebbe ancora essere qualche defezione.

Barça tiki-taka 2.0

Al momento il Barça è la squadra più in forma.  La squadra di Luis Enrique è in testa alla Liga, si è sbarazzata con impressionante facilità del Psg che aveva buttato fuori il Chelsea di Mourinho e in questo momento gioca un calcio splendido dove non sembrano esserci punti deboli. I tre mostri dell’attacco,  il tridentazo formatoMessi-Suarez-Neymar, hanno trovato la chiave della convivenza con il brasiliano che sta largo a sinistra e copre in fase difensiva, Suarez che si muove come uno squalo a pelo d’acqua in mezzo all’area e Messi che fa quel che gli pare, muovendosi incessantemente per tutta la linea d’attacco. Un vero e proprio incubo anche per una difesa fortissima come quella del Barcellona senza dimenticare i ‘grandi' del centrocampo che hanno già scritto la storia azulgrana, come Iniesta e Xavi.

L’unico difetto dei catalani sono i rischi che il pressing alto, ossessivo e portato con la corsa in avanti comporta per la difesa: anche nella partita quasi perfetta di Parigi, i blaugrana hanno offerto a Cavani e compagni la possibilità di almeno un paio di contropiede letali. I francesi hanno sprecato le occasioni, con Tevez il rischio è più alto. Se Pep Guardiola presenterà un Bayern determinato a pressare, soprattutto nel centrocampo catalano potrebbe mettere in difficoltà il Barcellona. E conoscendo il tecnico dei tedeschi, srà un'opzione che valuterà visto che per vincere contro il suo passato dovrà inventarsi qualcosa di originale.

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