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Cavani, mal di pancia al Psg: “Gioco fuori ruolo e perdo brillantezza”

L’ex matador del Napoli confessa in un’intervista a Le Parisien il malessere per le decisioni dell’allenatore. E su Ibra dice: “Ci completiamo e con lui in campo è tutto più facile”
A cura di Maurizio De Santis
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A Parigi Edinson Cavani ha tutto quel che gli serve per essere felice (contratto milionario, notorietà, un club – il Psg – che ha fatto follie per strapparlo al Napoli) eppure proprio non riesce a trovare la giusta dimensione. "Va tutto bene", racconta nell'intervista al quotidiano francese Le Parisien. Tutto… o quasi perché l'attaccante sudamericano (6 gol finora, di cui 2 in Champions League) confessa ancora una volta il proprio malessere legato sia all'inizio di stagione (personale e della squadra) poco brillante sia alla convivenza difficile con gli schemi del tecnico, Blanc. E poi c'è Zlatan Ibrahimovic che attira tutta la luce dei riflettori e lascia l'ex azzurro nel cono d'ombra. "Con i risultati che tardano ad arrivare – ha ammesso – tutta la squadra ha attraversato un momento particolare. Anch'io ho avuto qualche problema ed è giusto che riceva delle critiche. Però, vorrei essere giudicato come gli altri calciatori e non come un caso a parte".

Questione di modulo. A Palermo occupava la corsia più defilata in attacco, doveva far spazio ad Amauri. A Napoli, quello spazio che gli avevano negato in Sicilia, lo ha occupato fino a guadagnare l'appellativo di ‘matador' considerata l'incredibile frequenza (e numero) di reti. A Parigi sembra aver fatto un salto indietro nel tempo, a quando era comprimario e non protagonista. "Rispetto le decisioni del club e dell'allenatore ma essere impiegato in un ruolo diverso più volte mi causa problemi. Capita di perdere il tempo dei movimenti".

"Nessun problema con Ibrahimovic". Cavani sgombra il campo dalle voci di corridoio e s'affretta a smentire la difficile coesistenza con l'asso svedese. "Fra me e lui non ci sono problemi – ha aggiunto l'uruguagio -. Anzi con lui in campo gioco pure meglio, perché siamo due attaccanti che ci completiamo e insieme sappiamo creare e trovare spazi nelle difese avversarie".

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