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Caso Schweinsteiger, il sindacato minaccia Mou: “E’ mobbing, vada in galera”

Se Rummenigge ha parlato di situazione umiliante, gli addetti ai lavori puntano il dito contro il tecnico che ha spedito nella squadra riserve il campione tedesco ed è passibile di denuncia.
A cura di Marco Beltrami
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Il caso “Schweinsteiger” sta sollevando un vero e proprio polverone. La scelta drastica di Josè Mourinho di spedire l’esperto e vincente calciatore tedesco tra le riserve dello United ha scatenato la reazione di numerosi addetti ai lavori. Se l’ex Bayern reduce dall’addio alla Nazionale tedesca si è chiuso nel silenzio, il fratello Tobi ha twittato “Nessun rispetto” per una situazione che rischia di diventare incandescente.

Sulla bocciatura del suo x pupillo è intervenuto anche l’Amministratore delegato del Bayern Monaco Karl Heinz Rummenigge che nei giorni scorsi aveva anche aperto ad un ritorno in Baviera del campione che potrebbe interrompere in anticipo il contratto in scadenza nel 2018. Queste le sue parole ai microfoni di As: “Quando ho letto la notizia non volevo crederci. Il Bayern non si comporterà mai cosi' nei confronti di un suo giocatori. E i giocatori dovrebbero pensarci due volte prima di andare in un club che si comporta in questo modo quando non li vuole più”.

Ancor più duro è stato il sindacato dei calciatori professionisti che ha parlato addirittura di “mobbing” da parte di Mourinho che ha spedito il calciatore ad allenarsi con gli under 23. Sulla vicenda è intervenuto alla BBC Dejan Stefanovic, ovvero l’avvocato e metro della Federazione Internazionale dei calciatori professionisti della Slovenia che ha parlato di pene durissime: “E’ chiaramente mobbing. Nel nostro Paese avremmo chiesto il massimo della pena, cioè tre anni di detenzione, per il tecnico: la sua scelta ha il solo obiettivo di scoraggiare il giocatore. Schweinsteiger potrebbe rivolgersi all’Associazione dei calciatori professionisti per denunciare Mourinho. Tutti i giocatori della prima squadra devono allenarsi con gli stessi preparatori, nello stesso posto, con gli stessi compagni e nello stesso orario in cui si allena la prima squadra. E’ una regola che dovrebbe valere per ogni giocatore e per tutti i club e scritta nel regolamento Fifa".

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