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Capello inedito: “Con Cassano venni alle mani. A Madrid? No, a Roma”

Don Fabio si racconta ad As e rivela un retroscena particolare ai tempi della Roma tra lui e Fantantonio: “A quel tempo avevo campioni assoluti, pretendevo e davo rispetto. Oggi Cassano sa cosa voglio dire, allora no”
A cura di Alessio Pediglieri
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Epica fu l'imitazione di Antonio Cassano che durante un allenamento a Madrid venne pizzicato dalle telecamere a fare l'imitazione ‘fantoziana' di Fabio Capello, l'allora tecnico del Real. Che poco dopo mise il Genio di Bari Vecchia fuori rosa e da lì in poi mise di fatto fine all'avventura spagnola di Fantantonio. Fu uno dei momenti in cui le classiche ‘cassanate' toccarono vertici quasi unici e che fecero conoscere il trequartista in giro per il mondo per essere un fenomenale giocatore dal talento sprecato. Ma non fu quello il vero momento di ‘contrasto' tra Capello e Cassano. Perché se il fatto accaduto a Madrid fu di un impatto mediatico dirompente (tanto che se ne parla e ci si ricorda ancor adesso), ce ne fu un altro, più privato, ma non per questo meno duro tra il tecnico friulano e il giocatore barese. Che incrociarono i loro destini anche lontano dalla Spagna, a Roma. Sponda giallorossa.

"Siamo quasi arrivati alle mani. Anzi direi che ci siamo arrivati, sì. Ma non a Madrid bensì ai tempi della Roma. In quel periodo  avevo un gruppo di uomini eccezionali con cui vincemmo un campionato. Non potevo permettere certi comportamenti: io rispetto i giocatori e pretendo da loro il massimo rispetto, sempre. Questo è essere seri, non significa essere duri. Ora Cassano capisce il rispetto che deve avere nei confronti della gente, prima faticava". Questo il racconto di Capello, durante un'intervista rilasciata al quotidiano spagnolo As. Un retroscena inedito che è emerso a distanza di anni e che ovviamente si incastona alla perfezione nelle ‘follie' di Fantantonio che ovunque sia andato ha lasciato traccia di sè. Non sempre positiva.

Ma l'aneddoto ricorda da vicino altri due protagonisti italiani che diedero spazio ai giornali tra titoli, gossip e foto in prima pagina: Roberto Mancini e Mario Balotelli. Non la Liga spagnola ma la Premier League inglese. Non Madrid ma Manchester. Non il Real ma il City. Quando il tecnico jesino stava allenando il club inglese, subito dopo la partenza dall'Inter, tra le trattative di mercato ci fu anche l'acquisto di Balotelli. Che arrivò a Manchester nel pieno della sua immaturità e ne scaturì un rapporto di amore-odio con l'allenatore che lo aveva avuto già a Milano. Fino a venire anche in quel caso, un pomeriggio allo scontro fisico, sempre in allenamento. Sempre per la mancanza di rispetto del giocatore nei confronti dell'allenatore.

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